di Luisa Chiumenti
La romana Galleria “La Pigna”, all’interno di Palazzo Maffei Marescotti, ha ospitato recentemente la prima mostra offerta al pubblico romano da Elvira D’ Ippoliti e Paolo Gianfelici, autori fino ad oggi di numerosi, appassionanti libri di viaggio, vissuti in prima persona. La rassegna è stata realizzata per Terre d’Europa, grazie al sostegno dell’Ente del Turismo della Carinzia e l’allestimento è stato effettuato in occasione del Premio Merli, che è un riconoscimento incentrato sui temi della natura, dell’ambiente e del paesaggio (temi cari ai nostri autori), realizzato in collaborazione con l’associazione ambientalista ”Movimento Azzurro” e ”L’Unione cattolica Artisiti Italiani”. La stessa passione e capacità professionale che si legge nei loro racconti di viaggio, si è così potuta ritrovare nelle immagini che ne sono un’espressione viva che conduce il “lettore-spettatore” a conoscere non solo “paesaggi culturali” di rara bellezza, ma anche le persone che vi abitano. Le immagini “parlano” chiaramente indicando come la tradizione possa essere in effetti un “trampolino” verso la modernità, guidandoci nella lettura del testo “Carinzia felix”, come se si percorresse un vero itinerario di viaggio di cui le foto colgono momenti pratici di una sostenibilità particolare. Conservando le radici avviene infatti che il paesaggio, il vino buono assaporato attraverso la cultura e l’agricoltura sostenibile bene si inseriscano nel concetto, attualissimo, la “ cura del territorio” nell’ambito di un’area territoriale europea.
Come ha sottolineato il dottor Gianni Lattanzio, presente alla inaugurazione della mostra, “questo è il messaggio forte che viene trasmesso dalla mostra: che sia possibile cioè “organizzare il futuro combinando tradizione e ambiente”. Gli autori hanno pubblicato sei libri di viaggio di paesi vicini all’Italia, verso i quali avviarsi alla scoperta di luoghi non lontani, per conoscerli davvero in profondità: un modo nuovo di compiere viaggi. Particolarmente unificante, nel caso di questa mostra è stato il discorso del cibo, derivante da una agricoltura sostenibile. Dai kasnudel – ravioloni che ricordano quelli italiani – ripieni di patate, formaggio fresco ed erbe aromatiche di montagna, al reindling – dolce con uvetta e cannella, ”cugino” della Pogaca slovena e della gubana friulana. La città di Roma rende omaggio alla tradizione culinaria della Carinzia con la mostra fotografica ”La Carinzia apparecchia la nostra tavola”.
A raccontare con i loro scatti i cibi della regione austriaca che uniscono le tradizioni dell’Alpe-Adria, una macroregione che lega le montagne austriache, italiane e slovene e il mare del vicino Friuli Venezia Giulia, sono stati Paolo Gianfelici e Elvira D’Ippoliti che, muniti di un tavolino e di un apparecchio fotografico, hanno invitato i carinziani ad apparecchiare, per poi fotografare il risultato dei loro prodotti; le foto che illustrano cibi e persone intenti a preparali o a offrirli, materie prime e paesaggi, costituiranno ora una esposizione itinerante, che sarà accolta successivamente (dal 22 al 28 settembre) a Verona, negli spazi della Sala Birolli, un edificio postindustriale restaurato in riva all’Adige. E’ da rilevare come le immagini riescano ad evidenziare come viaggiare in Carinzia sia quasi trovarsi in una fiaba: paesaggi bucolici, castelli, ruscelli che sgorgano dalle rocce e solcano prati fioriti, malghe sulle montagne ammantate di nebbia che fanno da cornice ai laghi, tanto sole e calore umano, cibi deliziosi e un’energia che coinvolge tutti i sensi. Tutto ciò fa parte di un soggiorno in Carinzia, dove l’estate è calda al punto giusto per tuffarsi nei laghi e respirare il fresco della sera e l’inverno è un candido manto sul quale scivolare sereni.