Complesso del Vittoriano – Roma
(fino al 21 giugno 2015)
di Luisa Chiumenti
Al Complesso del Vittoriano in Roma è allestita, fino al 21 giugno 2015, una grande mostra sull’intero sviluppo dell’opera artistica di Giorgio Morandi, condotta sulla base di una ricerca appassionata e rigorosa. Centocinquanta le opere esposte, di cui un centinaio di straordinari dipinti provenienti da collezioni pubbliche e private, capaci di ricostruire la ‘traiettoria ben tesa’, come diceva Roberto Longhi, della ricerca condotta con rigore e dedizione fino all’ultimo dal pittore bolognese. La mostra, prodotta da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia, è un’ampia antologica curata dalla direttrice della Fondazione Longhi Maria Cristina Bandera, tra le massime studiose del maestro. La curatrice è riuscita a cogliere le peculiarità di un’attenta selezione, di grande efficacia per la qualità, ma anche la varietà della produzione, in grado anche di testimoniare quale sia stata la storia collezionistica italiana del XX secolo. Di carattere piuttosto schivo e legato più al suo ruolo di docente, che di pittore, Morandi, era al centro di una serie di strette relazioni con i maggiori critici e storici dell’arte del tempo: da Longhi a Ragghianti, da Lionello Venturi a Cesare Brandi, che lo seguirono con estrema attenzione attenti critici e collezionisti delle sue opere. Una esposizione che conduce il visitatore attraverso la vicenda artistica di Giorgio Morandi nella totalità delle sue espressioni, dai dipinti ad olio, ai disegni e alle incisioni e se Morandi negli anni ’70 veniva considerato un grande pittore italiano, oggi lo possiamo senz’altro annoverare fra gli artisti di statura internazionale specie in seguito, come ha sottolineato la stessa curatrice, al grande successo americano dell’artista.
Si ricorda tra l’altro che una Natura morta di Morandi si trova alla Casa Bianca, ivi acquisita da Obama, che ne rimase colpito dopo la sua visita alla mostra del 2009. Ma seguiamo il percorso della bella mostra allestita attualmente al Vittoriano, con quelle particolari Nature Morte in cui gli oggetti comuni o i fiori di stoffa, si allineano guadagnandosi uno spazio che conferisce loro profondità e prospettiva. Ma ecco anche il sole che dà forza impensabile ai contorni e ai volumi di abitazioni semplici circondate da alberi, orti e giardini e poi ancora le incisioni e i disegni che, con segni purissimi, solcano il candore della carta. Si tratta di opere di grande rilievo che provengono da importanti istituzioni pubbliche e da prestigiose collezioni private, mentre alcuni capolavori meno noti al grande pubblico sono stati concessi eccezionalmente in prestito e accostati in modo inedito secondo un “progetto mirato”, pensato appositamente dalla curatrice Maria Cristina Bandera, per questa occasione romana. Questa esposizione si presenta davvero come un consuntivo delle ricerche su Morandi e della pittura italiana del ’900”, come ha sottolineato la Bandera, ideatrice di molte rassegne nell’ultimo decennio. Il pittore bolognese era stato presentato, per la cura di Cesare Brandi alla Gnam di Valle Giulia nel 1973. Un percorso iniziato nel 2012 con Renato Guttuso, proseguito nel 2013 con la mostra dedicata a Cézanne e ai pittori italiani che dal padre dell’impressionismo trassero ispirazione e nel 2014 con la mostra “Mario Sironi. 1885-1961”. A Maria Cristina Bandera, direttrice della Fondazione Longhi e specialista di Morandi si devono le ultime grandi mostre internazionali (New York, Metropolitan Museum, 2008; Bologna, MAMbo, 2009; Lugano, Museo d’Arte della Città, 2012; Bruxelles, Bozar, 2013).
La rassegna allestita ora al Vittoriano ripercorre in effetti l’intero cammino dell’artista, attraverso un’ ampia, quanto accurata selezione di opere. Accanto ai dipinti ad olio, circa 100, appaiono riunite in un percorso di lettura critica anche le opere incisorie, che testimoniano una attività dell’artista non secondaria ma parallela a quelle pittorica che valse a Morandi nel 1953 il riconoscimento internazionale del Gran Premio per l’Incisione alla Biennale di San Paolo in Brasile. Le incisioni saranno eccezionalmente affiancate dalle rispettive matrici in rame provenienti dall’ Istituto Nazionale per la Grafica, abitualmente non esposte al pubblico per ragioni conservative. Sarà inoltre presente una sezione notevole di finissimi disegni e di acquerelli, vere e proprie opere autonome dall’asciuttezza espressiva e esiti assoluti della ricerca costante di essenzialità di Morandi, in una sua visione metafisica degli oggetti più comuni restituendoceli elevati al capolavoro. Le opere provengono da importanti musei – tra cui il Museo Morandi, l’istituzione ufficiale dell’artista bolognese, il Centre Pompidou (Parigi), i Musei Vaticani, la GAM – Galleria Comunale d’Arte Moderna (Roma), la Galleria degli Uffizi (Firenze), la Pinacoteca di Brera (Milano), il MART – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea (Rovereto), la Pinacoteca Nazionale di Siena, il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi (Cortina d’Ampezzo), la Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli del Castello Sforzesco (Milano) – da Fondazioni importanti come la Fondazione Longhi (Firenze), la Fondazione Magnani Rocca (Mamiano di Traversetolo, Parma) e la Fondazioni Spadolini(Firenze), e da prestigiose collezioni private. Nel percorso espositivo sono previste anche due sezioni con documenti d’archivio dedicate ai rapporti epistolari e critici di Morandi con Roberto Longhi e Cesare Brandi, i due grandi storici dell’arte che per primi sottolinearono l’importanza dell’opera di Morandi. Ad arricchire la mostra anche una vasta raccolta di scambi epistolari tra Morandi e due grandi storici dell’arte, Roberto Longhi e Cesare Brandi, che per primi riconobbero ne riconobbero originalità e talento.
Curata da Maria Cristina Bandera, direttrice della Fondazione Longhi e specialista di Morandi e ideatrice e curatrice delle ultime grandi mostre internazionali (New York, Metropolitan Museum, 2008; Bologna, MAMbo, 2009; Lugano, Museo d’Arte della Città, 2012; Bruxelles, Bozar, 2013), l’esposizione segue un percorso cronologico-tematico ed offre al grande pubblico la possibilità di avvicinarsi ad opere eccezionali notissime e meno note, provenienti da Brera, dal Centre Pompidou di Parigi, dalla Fondazione Magnani Rocca, dai Musei Vaticani, dal Museo Morandi, dalla GAM di Roma, dalla Galleria degli Uffizi, di Firenze, dal MART di Rovereto e da altri poli museali e fondazioni, incluse alcune prestigiose collezioni private, in un viaggio straordinario nella vita e nella produzione dell’artista bolognese “impregnato di Novecento.” che, con ineguagliata maestria, ma profondamente calato quella sua particolarissima dimensione, tanto rarefatta.
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