Nasce a Rovereto, la città del Mart, “Empty”, un centro per valorizzare la creativita’ degli artigiani trentini
Testo di Mariella Morosi
Se spesso l’artigianato diventa arte, la storia è molto più fluida nel tracciarne i rispettivi confini confini. Nel Petrocchi, il vocabolario edito nel 1909 dai fratelli Treves, la parola arcaica artista corrisponde a quella, moderna per l’epoca, di artigiano, definito “colui che pratica e maneggia l’arte e vi aggiunge il proprio genio”. Cosi avveniva per i grandi del Rinascimento, che apprendevano tutti i segreti nelle botteghe. A Rovereto, la città del Mart, per iniziativa di pochi, per valorizzare menti e mani, è appena nato “Empty”, un nucleo di artigiani che vogliono esprimere e comunicare eccellenza, capaci di innovare senza uscire dai saperi consolidati. Oggi noi del villaggio globlale dobbiamo rivalutare il prodotto artigianale rispetto all’industriale, al fatto in serie, ma non dobbiamo neppure assegnargli una valenza minore, per un malinteso metus reverentialis verso l’arte, o verso ciò che venga considerato tale. Talvolta le differenze sono impalpabili e sempre individuali. ”Empty” , per iniziativa di un gruppo di artigiani coraggiosi, nasce non a caso in Trentino poiché in questo settore la regione è tra le più ricche d’Italia. Ma quali spazi di divulgazione e promozione ha oggi l’artigianato? Esclusa la bottega dove l’artigiano crea e si dibatte alle prese con miriadi di problemi quotidiani (il fisco, la crisi, l’essere troppo piccoli per emergere nel mercato, il proliferare dei centri commerciali), lo spazio del genio artigiano si è notevolmente ridotto. E se il lavoro assorbe tutto il tempo, manca la possibilità di promuoversi o di affidarsi a professionisti, con costi accessori insostenibili. Non basta saper fare, bisogna far sapere.
“Empty” sarà inaugurato il 30 gennaio 2015 a Rovereto (via Bezzi, 34) alla presenza del presidente dell’Associazione Artigiani Confartigianato Imprese Roberto De Laurentis. La sede, un piccolo spazio inutilizzato da anni, è stato ristrutturato da dieci imprese artigiane tutte trentine, coordinate dall’arch. Flavio Galvagni, e contiene soluzioni tecnologiche fortemente innovative. Ospiterà esposizioni temporanee di artigiani ed artisti con opere delle materia più varie, dal tessuto, al legno, dal vetro ai metalli, dal design alla moda sartoriale, dagli arredi alla luce. Il Centro ha scelto come simbolo un piccolo toro rosa con fiori, simbolo di speranza, di forza, di carattere e di fiducia nel futuro: la grinta a questi protagonisti non manca, e altrettanto la fantasia. In questi anni la città del Mart ha perso via via le sue più importanti e blasonate gallerie, mentre Trento – la città della Scienza – ha visto un rifiorire di iniziative e spazi per l’arte e conta almeno cinque importanti gallerie. “Empty” rappresenta, oltre alla valorizzazione delle risorse del territorio, di cui gli artigiani sono ambasciatori, una sfida ambiziosa. Vuole ridare visibilità al manufatto – proprio in una Rovereto, culla dell’arte più alta- riportando l’attenzione sul capitale umano, sul genio, sulla tenacia e sulla creatività di molti. I primi progetti espositivi coinvolgono una giovanissima artista del laboratorio di stampa tessile Duale di Rovereto, che fa tessuti a mano con antica tecnica xilografica e i fratelli Tomanin dell’omonima vetreria artistica di San Bellino (Rovigo) che si ispirano per oggetti di illuminazione e design alle tecniche a legatura Tiffany .