Una interessante mostra dell’artista spagnolo a Lucca
Testo di Michele De Luca
Nella suggestiva chiesa romanica Di San Cristoforo di Lucca, l’artista spagnolo Jorge R. Pombo (nato nel 1973, vive e lavora tra New York e Barcellona, sua città natale) espone alcune variazioni di famosi dipinti di Diego Velàzquez, Caravaggio e Tiziano e alcune opere inedite (raccolte nella mostra “Lucca – The Passion”) ispirate alle Mura della città, che vengono così omaggiate in occasione del 500° anniversario della loro costruzione. Nella prima serie, l’artista indirizza la sua ricerca analizzando il rapporto tra l’opera contemporanea e la pittura moderna: con la variazione dell’originale Pombo si relaziona ai maestri del passato attraverso l’intervento sulla copia dipinta per mezzo del gesto pittorico e di dissolventi versati sulla tela, richiamando la tecnica della “action painting”. Questa serie, realizzata nel 2013 nello studio di New York/Brooklyn, si colloca dentro la linea delle “Mappe” delle città e della serie “Edifici” che l’artista dipinge sin dagli inizi della sua carriera artistica e nelle quali tratta il tema della vita urbana. In queste, ad una visione distante e oggettiva, si sovrappone un racconto dei sentimenti evocati da questi luoghi.In questa serie, le opere partono da un’immagine di Lucca vista da Google Earth che l’artista riproduce a varie dimensioni su tela, su cui interviene successivamente con la sua tecnica ispirata all’action painting creando una composizione astratta, ma che lascia intravedere il processo. In particolare, come ci dice Vittorio Bernaroli, curatore della mostra, l’esposizione unisce due serie di opere: una che rappresenta la città come espressione di un sistema di regole e l’altra che prende come esempio la vita di Cristo, prima della resurrezione, quindi nel suo aspetto di vittima di queste regole.
Pombo ha iniziato nel 2005 copiando la Crocefissione di Velasquez e decise in seguito di farne altre undici versioni arrivando a dodici opere cosi come la crocefissione è la stazione N.12 della Via Crucis. Dopo di che ha scelto altri due momenti, cronologicamente anteriori, ma molto emotivi: il tradimento di un amico che porta alla Cattura di Cristo del Caravaggio, con il bacio di Giuda e l’Ecce Homo di Tiziano che riguarda invece l’effetto del giudizio del popolo che guidato dalle autorità viene incitato a condannare Cristo. In questo modo si completa la trilogia. La serie è basata sul numero tre, cioè il numero perfetto per la cristianità: Padre, Figlio e Spirito Santo. Per la serie Lucca l’immagine della mappa viene estratta da Google Earth e anche di questa ne vengono realizzate 12 versioni. Nell’affascinante allestimento (ideato e coordinato da Lalla’s Join di Stefania Trolli) vengono presentate solo alcune di queste opere, grazie alle quali è comunque possibile avere un’idea precisa di tutto la produzione. La dimensione delle tele della serie della passione rispettano le dimensioni degli originali. Mentre nella serie Lucca, essendo l’immagine virtuale, l’artista varia liberamente la grandezza delle tele.
Lucca diventa un esempio universale di città, le cui mura sono un apparato di difesa, ma anche la metafora di una limitazione della libertà dei cittadini. Per l artista, che riprende la mappa della città, le mura rappresentano come una gabbia anche mentale da cui siamo limitati in ogni città. La scritta Lucca è sbarrata nel quadro in quanto vuole rappresentare la tensione di questo rapporto. Nella serie della passione l artista spagnolo applica la tecnica dell’ action panting a una prima appropriazione figurativa dell’ immagine che soggiace. Il risultato e una pittura astratta dove il processo pittorico costituisce l’elemento portante dell’ispirata originalità dell’ artista Jorge Pombo. L’esposizione, come ci dice ancora Bernaroli, vuole favorire una comprensione dell’eclettica opera dell’autore che guarda alla storia dell’arte come fonte d’ispirazione nello stesso tempo in cui volge lo sguardo al mondo contemporaneo.
Infatti la Passione (2005) e Lucca (2013), che per la loro diversità di registro potrebbero risultare dissonanti, appaiono qui assieme ricreando uno slittamento temporale da antico a contemporaneo. Il dialogo tra le due serie intende sovrapporle portando in un punto comune nel presente, valori atemporali, stili diversi, una pluralità di citazioni e appropriazioni che appartengono all’opera di Jorge R. Pombo ma senza considerarle in una prospettiva evolutiva dell’artista. Il prestigioso spazio espositivo della Chiesa romanica di San Cristoforo offre il contesto per il dialogo delle due serie apportando l’ambivalenza del suo significato sia come luogo di culto che come patrimonio della città di Lucca. Pombo, che sembra voler privilegiare il nostro paese per far conoscere e apprezzare la sua rigorosa quanto appassionata ricerca artistica (si ricorderà la bellissima mostra nell’estate scorsa alla Scuola dei Mercanti di Venezia, dove ci offriva una suggestiva “rivisitazione” del Tintoretto” ) prosegue nel suo lavoro ispirato ad un arte “colta”, immersa nella storia dell’antica pittura italiana e spagnola, che nella sua elaborazione sembra “lievitare”, offrendosi a nuovi e impensabili “approdi” dell’invenzione e della creatività.