Testo di Anna Maria Arnesano e Foto di Giulio Badini
Da sempre l’uomo cerca di esibirsi, di confrontarsi e di scambiare prodotti ed idee con i propri simili e vicini, ma anche con popolazioni differenti, in occasione di apposite manifestazioni che potessero costituire un momento di aggregazione per tutti. Con questo spirito sono nati, ad esempio, i giochi olimpici in Grecia, 27 secoli or sono, e tante antiche feste religiose in tutto il mondo. Perché le celebrazioni, religiose o folkloristiche che siano, rappresentano un cordone ombelicale che mantiene l’uomo legato alle proprie origini. E anche noi usiamo spesso le festività, intese come momenti non lavorativi, per viaggiare e scoprire il mondo, allargando le nostre cognizioni mentali e culturale, indispensabili per capire ed accettare gli altri, i diversi da noi, per trarne un giovamento. Ogni paese ha le proprie feste e celebrazioni, ottime chiavi per scoprire le culture locali e per fare di un viaggio un’importante esperienza di arricchimento personale, soprattutto se si tratta di manifestazioni spontanee e genuine, fatte per sé stessi e non per i turisti. A cominciare dall’Asia e in particolare da quel caleidoscopio etnico e culturale che è l’India, dove si svolge ogni quattro anni il Kumb Mela, il pellegrinaggio indu di massa capace di coinvolgere in 55 giorni ben 60 milioni di fedeli, attratti dai bagni purificatori nei fiumi sacri, il che ne fa il maggior raduno umano al mondo.
L’operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28, www.viaggilevi.com), specializzato in viaggi culturali a valenza ambientale e etnografica, dedica una parte rilevante del proprio catalogo Alla scoperta dell’insolito ad itinerari comprendenti feste e festival poco noti in tutto il mondo. Il 2014 si apre ad inizio gennaio con il Festival degli Aquiloni in Gujarat, una delle feste indiane più colorate, con un’enormità di aquiloni volteggianti nel cielo guidati da adulti e bambini; sempre in Gujarat ad inizio marzo il festival di Kavant, raduno etnico della tribù Rathwa, preceduto tre giorni prima dalla festa induista di Holi, un carnevale dove tutti si lanciano sacchetti di polveri colorate e profumate.
A fine gennaio, e poi ad inizio marzo, le popolazioni Ashanti del Ghana festeggiano l’Awukudae, omaggio del popolo ai loro capi e re, una festa di corte colorata e ritmata da grandi tamburi. Salvador di Bahia, la città più africana del Brasile, celebra ad inizio febbraio la festa di Jemanja, la gran madre delle acque, con processioni assai partecipate a terra e in mare, mentre in Rajasthan si svolge la fiera di Nagaur, uno dei maggiori mercati di bestiame dell’India, con uomini dai coloratissimi turbanti e donne con profusione di collane, cavigliere e svolazzanti veli colorati. Sempre ad inizio febbraio è il momento del Festival Oriya, nella sconosciuta e difficilmente accessibile regione indiana del Tirap (Arunachal Pradesh orientale), cerimonia della minoranza etnica dei Wancho, fino a mezzo secolo fa tagliatori di teste, per esibire i loro stupendi e coloratissimi abiti tradizionali, a partire dai complessi copricapi conici. A fine febbraio a Bissau, capitale ex coloniale della Guinea Bissau dall’architettura lusitana, ha luogo un originalissimo Carnevale afro-brasiliano con sfilate di maschere, fiumi di birra e balli sensuali per dimenticare povertà e preoccupazioni. A fine febbraio il festival religioso e folkloristico di Losar in Tibet festeggia invece il Capodanno buddista, antica manifestazione che precede addirittura l’avvento del buddismo in Tibet. Marzo si apre con il coloratissimo festival di Punakha, antica capitale del Bhutan e sede invernale della corte reale, uno dei più importanti del paese himalayano, con sfilata pubblica di tutte le terrificanti maschere del panteon bhutanese.
A metà mese si tiene ad Anandpur, nel Punjab indiano, il festival di Holla Mohalla, partecipata celebrazione religiosa di una confraternita di guerrieri mistici sikh con sfilate marziali, mentre il 21 marzo è la volta in Uzbekistan del festival Navruz, festa per l’equinozio di primavera e dall’anno nuovo vecchia di 2500 anni e legata all’antica religione zoroastriana del fuoco, con gare di cavalieri e preparazione del piatto nazionale. Ad inizio aprile nel Guizhou (Cina del Sud) si svolge il Sister’s Meal Festival, il Pranzo delle Sorelle, dove le ragazze della minoranza etnica Miao vengono letteralmente rivestite da ornamenti d’argento, simbolo di prosperità. A metà aprile ancora in Bhutan il festival di Paro, il più famoso del paese, vivacizza i numerosi dzong locali, antichi e suggestivi tempi- fortezze dove si concentrano i poteri politici, religiosi, culturali e militari. Il 12-15 aprile in Laos è la volta della festa delle Acque, il Capodanno lao dove le persone si spruzzano acqua per purificarsi e rinfrescarsi. Assai più vicini a noi i suggestivi e coinvolgenti riti della Semana Santa prepasquale a Mompox, città fluviale sul Caribe colombiano sito Unesco e città natale dello scrittore Màrquez, risalenti addirittura al 1564.
Date di partenza, durata e modalità dei viaggi, tutti accompagnati da guide italiane esperte nelle culture locali, prezzi e ogni altra informazione posso essere attinti sul sito www.viaggilevi.com.