Diamond, Cupio Dissolvi poster nei pressi del colosseo, 2010
di Luisa Chiumenti
E’ stata allestita recentemente a Roma, presso il Museo di Roma in Trastevere (piazza S. Egidio 1B) una mostra dell’artista Diamond:“A Ruina resurrexit. Tavole originali dal libro Roma Omnia Vincit”, a cura di Elena Paloscia. Si è trattato di una mostra molto particolare, in cui Roma è stata colta con una visione molto originale, vera, ma agganciata ad una realtà mutevole, poiché ogni angolo della città ha offerto alla vista qualcosa di particolare, qualcosa di “diverso”, così come si esprime Marta Gargiulo, nel testo:” “Roma Omnia Vincit”, Edizioni Drago, (Roma 2010. www.dragolab.com, realizzato dagli artisti Diamond e JB Rock), in cui si legge fra l’altro come Roma sia “ricca e sontuosa, sporca e sconcertante, turistica ed antica, industriale e periferica e, in poche parole, un paradiso, in cui la stessa spazzatura, può assurgere ad arte”.La mostra, che è stata promossa da Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali (con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura) e che ha avuto come sponsor: Drago Edizioni, Associazione Merzbau Arte e Cultura, Sinergica srl, Azienda agricola Casale del Giglio, ha esposto Tavole originali tratte appunto dal libro “ Roma omnia vincit”, mettendo in luce non solo la grande fantasia creativa, ma anche le straordinarie capacità grafiche dell’ artista, che si qualifica come uno dei più grandi “street artist” contemporanei.Oltre alle tavole originali create da Diamond sono state esposte anche le fotografie dei poster che l’artista ha realizzato traendo dettagli dai disegni originali e che ha affisso in diversi luoghi della città. E se pur oggi quei poster non esistono più, in quanto rovinati o asportati, eccone comunque in mostra le suggestive testimonianze date dagli scatti fotografici.
Diamond, o t’elevi o te levi, poster nei pressi del Museo Garibaldino a Poerta S. Pancrazio, 2010
L’intenso, rapporto, assai complesso e forse anche conflittuale che l’A. dimostra di avere con la città, è sottolineato dalle immagini, nella enunciazione di quella triste, ma evidente e tangibile “fragilità del patrimonio artistico e culturale, e la fragilità della giovane arte street accessibile a tutti gratuitamente”. Si sono visti così, in mostra, “preziosi inserti artistici in luoghi degradati o trascurati, in cui cartelli pubblicitari interferiscono con la visione di monumenti storici come il Colosseo o la chiesa di Santa Maria in Cosmedin, antiche edicole votive in cui il l’assenza dell’icona originale è stata per l’artista un implicito invito a intervenire con il proprio lavoro inserendovi una tavola dipinta, postazioni dell’Atac non più in uso, e tanti altri luoghi in cui lasciare il segno con un intervento artistico significa dire attenzione, l’arte può anche solo per poco restituire dignità a quei luoghi”. Acanto ad un prezioso lavoro progettuale, di studio e di ricerca che ha portato alla redazione di disegni analitici, raffinati e pieni di erudite “citazioni”, sia dal mondo classico che da quello della “street art”, si coglie nella produzione di Diamond tutto ciò che rappresentano per lui la passione per “l’arte Simbolista e la secessione viennese, gli ex libris le citazioni quasi rinascimentali nell’uso di carte colorate e di complicate cornici che richiamano i monumenti funebri, l’uso dell’oro che nei manifesti creati appositamente per le sale del museo impreziosisce e addolcisce la staticità iconica delle figure che rievocano l’antica Roma”.
Diamond, Tavola dipinta in edicola presso via di Panico, 2010 copia
Tutto un iter laborioso e appassionato che è stato anche documentato in mostra, in apposite vetrine, attraverso gli stencil realizzati per alcune delle opere e i progetti o gli schizzi. E ancora : una saletta video ha presentato “Street view – Diamond Italia/Europa” un video con una sequenza di duecento immagini, realizzato dal museo, in cui si può comprendere nella sua varietà e nella sua complessità il lavoro dello street artist.Una selezione di libri in bacheca mostra alcuni dei progetti editoriali più interessanti cui l’artista, che collabora da anni con la casa editrice DRAGO, ha preso parte. Infine, anche il Museo di Roma in Trastevere reca le tracce del passaggio di Diamond, per le scale una grande mano spunta dal mascherone della Bocca della Verità ed un poster è affisso sul basamento di una statua e per tutta la durata della mostra è rimasto visibile, nel chiostro del museo, al piano terra, il grande dipinto alto tre metri, realizzato, nel corso della serata inaugurale, con la tecnica dello stencil, su un pannello di riciclo.
Per informazioni:
Edizioni Drago, Roma 2010.
www.museodiromaintrastevere.it