di Luisa Chiumenti

La Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma, diretta da Daniela Porro, e la Galleria Borghese, diretta da Anna Coliva, hanno presentato la mostra Candida Höfer per la Galleria Borghese. In particolare Anna Coliva ha sottolineato come Daniela Porro abbia mostrato “audacia e generosità” nell’accogliere un progetto così nuovo e particolare. Affidato alla curatela di Marina Minozzi per la parte relativa al Museo e Mario Codognato per la parte relativa all’arte contemporanea, il progetto è stato realizzato in stretta collaborazione con Telecom, che ha quindi partecipato alla elaborazione della mostra ed alle sue varie possibilità. La novità dell’evento è consistita soprattutto nel fatto che non si è trattato di realizzare un “confronto” fra l’arte contemporanea e l’antico come se quest’ultimo rappresentasse una sorta di “marchio di qualità”), ma gli artisti “fanno Arte”, in un luogo, il Museo, in cui si fa “la storia dell’Arte”.


Esposte all’interno della celebre Galleria del Lanfranco, sette opere della grande artista riproducono la ricostruzione originaria nella collezione Borghese che venne resa possibile in occasione della mostra “ I Borghese e l’Antico allestita dal dicembre 2011 all’  aprile 2012 che, curata  da Anna Coliva e Marina Minozzi per la Galleria Borghese e Jean-Luc Martinez e Marie Lou Fabréga-Dubert per il Louvre, aveva riportato nella Galleria i più importanti capolavori dell’arte antica appartenuti alla collezione, raccolti in massima parte dal cardinale Scipione Borghese agli inizi del Seicento e andati a far parte del nucleo essenziale delle raccolte di antichità del Louvre, a seguito della vendita imposta dall’imperatore Bonaparte al cognato Camillo Borghese nel 1807.
Le opere di Candida Höfer costituiscono così la sola testimonianza esistente della collezione nel suo assetto originario, che non si potrà replicare mai più: effettivamente un prezioso miracolo che non sarà più ripetibile, ma di cui le opere della Höfer renderanno memoria, facendo nascere, dalla ricostruzione di un capolavoro dell’arte, quale era la collezione della Galleria Borghese nel suo stato originario, una nuova opera d’arte.

 


E’ così infatti che Candida Höfer, con la sua ben nota sensibilità nella percezione dei luoghi e nella loro riproduzione attraverso la macchina fotografica,  ha documentato l’allestimento delle sale espositive della Galleria,  attraverso i grandi pannelli fotografici  ora esposti nel loro luogo di origine.
Curata da Mario Codognato, Anna Coliva e Marina Minozzi, la mostra permette al pubblico di attraversare gli spazi della “Villa più bella del mondo”  come la definì Antonio Canova, di rivivere  l’emozione a suo tempo  suscitata dall’eccezionale rientro temporaneo  nella loro sede originaria dei capolavori di una delle più prestigiose collezioni archeologiche di tutti i tempi.
Le sette fotografie di grande formato  (cm 180 x 200 circa)  esposte nella Sala del Lanfranco, presentano così capolavori come le “Tre Grazie” e “L’Ermafrodito dormiente” , insieme ai capolavori della statuaria moderna, come il “Ratto di Proserpina” di Gian Lorenzo Bernini o la celebre “Paolina Bonaparte”  di Antonio Canova.  Ma i protagonisti di questi scatti non sono soltanto gli eccezionali esemplari scultorei bensì l’ambiente intero della Galleria: la sua storia, i suoi arredi, le sue opere, elementi che rendono le fotografie di Candida Höfer uniche e questa mostra irripetibile.

 


Le fotografie della Höfer evocano emozioni, date dalla storicità, dalla prospettiva e dalla luminosità del luogo stesso, definendone aspetti originali ed elevando le immagini a una dimensione di eternità e di assolutezza.
Disegnatori, pittori, incisori e poi fotografi: tradizione centenaria della interpretazione del Museo; la fotografia della Hofer  si aggiunge  ai “ritratti” del luogo fatti nei secoli. Frutto fi un artificio, le foto sono state fatte solo con luce naturale ed a “Museo vuoto”, in modo da enfatizzare il “luogo” in una interpretazione nuova, in un nuovo “artificio dell’arte”. Si tratta di una mostra emozionante, mirante quasi ad un sistema per “mettere in rete” ante litteram l’arte,  per una lettura per tutti.; una “attualizzazione dell’antico”, con nuove tecniche di comunicazione,  in una sorta di “amplificazione della fruizione”. Organizzata dalla Galleria Borghese grazie a Telecom Italia, con la collaborazione di Arthemisia Group, la mostra  è stata  realizzata anche grazie a Borghi Italia – Art Division, Axa Art, Arte Assicurazioni srl, e Parco dei Principi Grand Hotel e Spa.

 

Candida Hofer alla Galleria Borghese

Roma- Galleria Borghese – fino al 15 settembre

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