Attraenti garzoni recano brocche, patere e altri buccheri colmi di cibo a commensali che stanno adagiati su triclini, in abiti succinti, con in testa corone di foglie e di fiori. Le dame hanno toilettes eleganti, gli occhi bistrati, acconciature fantasiose e indossano gioielli: orecchini, bracciali e collane, talvolta con i grani arrotondati pieni di profumo a lento rilascio sul seno. Intorno, allietano il banchetto suonatori di flauto e di cetra, fanciulle che danzano in abiti di un tessuto impalpabile, trasparente, sollevato agli orli in volute barocche come per un soffio di vento. Sono scene di vita quotidiana che gli etruschi hanno immortalato negli affreschi delle tombe di Tarquinia. Con una magica linea fluida e il commento di colori luminosi, sono riusciti a proiettare verso un futuro lontano momenti spensierati. Nei loro dipinti sono privilegiati gli aspetti gioiosi dell’esistenza: riunioni conviviali, spettacoli, svaghi come la caccia e la pesca. E’ un inno a quanto di meglio la vita può offrire: il lusso (abiti, ornamenti, cosmesi), l’eros con le disinibite etére, ma anche l’amore coniugale; basti pensare a quei mariti affettuosissimi che tengono le spose teneramente abbracciate… o perlomeno hanno voluto farsi raffigurare così sui coperchi dei sarcofagi.
Questo clima festoso si percepisce ancora su tutto il territorio dove si notano, in particolare, uno spiccato gusto del cibo e un calore speciale nell’accoglienza del visitatore. Per questo le aziende di agriturismo che fioriscono nella Tuscia offrono qualcosa di diverso, oltre alla qualità della ristorazione, che vanta l’uso di prodotti propri e spesso la riproposta di antiche ricette contadine. In molti casi queste piccole imprese sono condotte, con mano ferma e aggraziata, da donne, che impugnano due armi vincenti: impegno e passione. E’ come se l’antica città etrusca ancora inesplorata, che palpita sotto il manto (parzialmente) protettivo di terreni demaniali, irradiasse misteriosi stimoli positivi.
FZ