Testo di Anna Maria Arnesano e Foto di Giulio Badini
Posizionato come cerniera tra l’Africa occidentale e quella centrale, pur tagliato fuori dalle grandi rotte turistiche per paesaggi e culture il Camerun si presenta come uno dei paesi più variegati della regione, e quello con il maggior numero di attrattive, in grado di offrire uno spaccato significativo di un continente non ancora contaminato e legato alle antiche culture e alle tradizioni indigene. Ubicato in senso longitudinale dal golfo di Guinea, dove si affaccia per 400 km, fino alle sabbie del Sahel sulle rive del lago Ciad, presenta a sud basse pianure costiere ricoperte da foreste pluviali equatoriali con una straordinaria biodiversità di flora e fauna, abitate da popolazioni bantu; la foresta di Korup, rifugio per gorilla di pianura, scimpanzé e per gli endemici drillo, è la più antica e selvaggia del continente, mentre quella primigenia di Dja rientra tra le riserve della biosfera dell’Unesco. Sempre sulla costa il vulcano attivo del monte Camerun, vetta maggiore dell’Africa occidentale con 4.095 m e antica isola, sembra sorgere dal mare in maniera scenografica. Al centro l’Adamawa plateau separa in due il paese; a nord troviamo un arido territorio collinare, abitato da popolazioni sudanesi, che verso il confine con la Nigeria si eleva in due ripidi massicci montuosi, i Mandara vulcanici e l’Alantika granitico, isolati e di non facile accesso, disseminati di pittoreschi villaggi popolati da clan tribali che hanno saputo conservare fino ad oggi i loro vetusti stili di vita e i propri culti animisti.
Il Camerun è storicamente formato da un coacervo di etnie, aggravato dalle recenti dominazioni coloniali tedesca, francese e inglese: vi si parla ufficialmente francese, inglese e arabo, oltre a centinaia di lingue e dialetti locali; annovera infatti 280 gruppi etnolinguistici diversi, accomunati da strutture sociali tribali di tipo tradizionale e feudale dove i capi locali vantano ancora molto potere. Tra questi rientrano anche i pigmei, gli abitanti primigeni dalla bassa statura, che vivono seminomadi nelle foreste di caccia e di raccolta ad un livello di semipreistoria, ma capaci di esprimere musiche, canti e danze assai armonici. Dal punto di vista religioso i camerunesi si dividono tra cristiani (40 %), musulmani (25) e animasti, con non poche contaminazioni reciproche. Oltre la metà del paese si presenta ancora ricoperto da foreste, le maggiori risorse derivano dall’agricoltura (caffè, cacao, tabacco, gomma, palme e cotone) e quelle minerarie da bauxite, gas e petrolio. La capitale è Yaoundè ma Douala ne è la più importante città portuale. Le principali attrattive sono costituite dal parco nazionale di Waza, popolato da grandi mandrie di elefanti, giraffe, ippopotami, antilopi e leoni, e dai monti Mandara e Alantika presso il confine con la Nigeria, tutti nel nord. I Mandara offrono magnifici paesaggi con cime coniche, spuntoni rocciosi, valli nascoste e villaggi affascinanti con capanne dal tetto conico abitati dall’etnia Kirdi, i pagani, famosi per gli animati mercati, punti di incontro per le diverse tribù con i loro costumi tradizionali, dove i colori si mescolano agli odori, alle grida degli imbonitori, al pianto dei bambini, al cicaleccio delle donne intente a mercanteggiare.
Centro e nord vivono ancora in una atmosfera medievale, con sultani dall’immenso potere politico e religioso. Le foreste pluviali del sud-est, tra le più estese del pianeta con alberi ciclopici e piante endemiche, abitate da tribù pigmee, assieme a numerose altre specie ospitano colonie di bufali ed elefanti di foresta, rimasti intrappolati in questo habitat dopo la fine dell’ultima glaciazione. Ma, soprattutto, qui si registra la maggior concentrazione di gorilla di pianura (Gorilla gorilla). Queste scimmie antropomorfe vegetariane alte fino a 180 cm e peso di 200 kg, meno famosi ma assai più numerosi dei loro cugini di montagna, sono più timidi e ostili, con braccia più lunghe e pelo più corto. Vivono sia a terra che sugli alberi in gruppi familiari di 20-30 esemplari, guidati da un maschio dominante, spostandosi su territori di vaste dimensioni. Se disturbati i maschi reagiscono con terrificanti sceneggiate: rincorrono gli intrusi con urla disumane, strappando rami e battendo i pugni sul petto, ma tutto finisce con un grande spavento perché sono animali miti. Le femmine partoriscono un solo figlio ogni cinque anni, che vivrà per parecchio tempo aggrappato alla madre.
Un possibile itinerario per scoprire i diversi habitat del Camerun parte dal nord, al confine con Ciad e Nigeria, in una paesaggio saheliano di savana arida, per visitare i villaggi dei pescatori mousgoum sul lago Maga con le loro case di fango a forma di obice e gli animati mercati e i villaggi sui monti Mandara. Si passa quindi alla fauna del parco Waza, riserva della biosfera Unesco, e della Riserva della Benouè con le sue mandrie di ippopotami, dopo aver visitato le regge di alcuni sultani locali, come quella di Oudjilla dove attende una danza tradizionale eseguita da alcune delle 80 mogli del sultano. In treno notturno ci si trasferisce nel sud-est, al confine con la Repubblica Centrafricana, per visitare il parco transnazionale di Dzanga Sangha condiviso con Camerun e Congo, dove assieme ad elefanti, scimmie e scimpanzè abitano gorilla e pigmei Ba Aka, una delle comunità più antiche del continente. Alti 150 cm, pelle scura, capelli crespi e naso schiacciato, essi vivono seminomadi di caccia, pesca e raccolta, ma in compenso sono abili musicisti, cantanti e ballerini, tanto che già si esibivano presso i faraoni egizi.
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