dal 18 settembre al 2 ottobre 2012

 

Testo di Elena Mandolini

Luis Buñuel diventa oscuro oggetto del desiderio. Ben tre sono le donne che se lo contendono: Viridiana, Severine e Conchita. Non sono tre nomi a caso, tre donne comuni. Sono tre personaggi femminili di altrettanti film del regista stesso. Buñuel le ama, le scruta, le studia per carpire storie da raccontare, dialoghi da trattare; ed a loro volta esse lo amano per la vita donatagli. Entrano nella sua testa finendo i suoi pensieri, parlando all’unisono, cercando ognuna a suo modo di sedurlo.

Una scenografia scarna, costituita da pochi elementi scenici, diventa espediente per consentire ai personaggi di raccontarsi, creando di volta in volta diverse interazioni con la scenografia stessa. Sul fondale si trovano due pannelli semitrasparenti, da cui nascono questi personaggi, che diventano la mente stessa del regista. Lo spettacolo si apre infatti con Buñuel che scrive ad un tavolo e le tre donne che fuoriescono dai pannelli; forti della loro consapevolezza, alla fine prenderanno il posto del regista al tavolino, mentre Buñuel entra fra i pannelli, nella sua testa, ormai completamente assorbito dai suoi deliri di artista.

I costumi sono perfettamente funzionali ai personaggi. Facile per chi conosce la filmografia del regista, riconoscere immediatamente quali personaggi abbiamo davanti ed a quale opera appartengano. Viridiana, del film omonimo, è vestita completamente di nero e tiene un rosario in mano; Severine è la Bella di giorno, affascinante in tubino bianco e lunghi guanti; infine Conchita, Quell’oscuro oggetto del desiderio, bellezza spagnola dagli abiti gitani. Proprio a Conchita spetta il compito di cantare le canzoni diegetiche della storia, alternate con cura da musiche extradiegetiche di carillon che contribuiscono a creare atmosfere enigmatiche e misteriose. Due tonalità di luci vengono utilizzate per enfatizzare determinate scene, a seconda dello stato d’animo raccontato: rosse con la passione e la violenza, blu con riflessioni introspettive e l’amore.

Buñuel: l’oscuro oggetto del desiderio, regala un piccolo cammino nell’immaginario mondo di questo artista, visto dalla giovane ma oculata regista Ilaria Testoni, che costruisce ogni aspetto registico con ponderata attenzione. Le interpreti Silvia Morganti, Francesca di Nicola e Annalisa Biancofiore irrompono prepotentemente sulla scena grazie anche alla loro fisicità nonché presenza scenica; così forti nelle loro interpretazioni, che sovrastano e catturano l’attenzione anche durante i monologhi di Paolo Benvenuto Vezzoso (Buñuel).

Un’ultima considerazione su di una scatola, oggetto d’attenzione delle tre donne nel finale dell’opera; grazie alla sua struttura, ricorda quella presente in Un chien andalou, altro film del regista. Le tre ne osservano il contenuto sorridendo. Forse è un rasoio affilato?

Buñuel: l’oscuro oggetto del desiderio

Dove: Roma – Teatro dell’Orologio, Sala Gassman

Quando: Dal 18 settembre al 2 ottobre 2012