Testo di Elena Mandolini
Non si parla di scienza contro religione. Il nodo gordiano qui è la fase di passaggio fra esse, con i dubbi dell’impatto che una teoria di tale portata possa arrecare al mondo cristiano.
Charles Darwin si trova sulla nave HMS Beagle, per accompagnare come esperto naturalista il Capitano Robert FitzRoy nella sua missione cartografica.
Fra i due c’è stima reciproca, ma quando Darwin inizia a confidargli le sue perplessità sul creato e su come le specie possano evolversi, arriveranno alla rottura definitiva.
Un piccolo ritratto dello scienziato viene qui raccontato con diversi espedienti. Non è infatti solo semplice atto recitativo quello portato in scena, ma bensì videoproiezioni, giochi con musica ed immagini. Un’amplia tenda bianca frastagliata, diventa lo schermo su cui vengono proiettate foto, litografie e quant’altro; giocando su dissolvenze, queste stesse immagini sembrano immerse nell’acqua diventando quasi oggetti labili, impalpabili. In base a ciò che Darwin racconta di sé o delle proprie perplessità scientifiche, ritroviamo incisioni o foto corrispondenti; ad esempio quando racconta il rapporto col padre medico, ci vengono mostrati gli strumenti del mestiere. La musica completa il quadro sottolineando lo stato d’animo di Darwin, a volte con ticchettii echeggianti altre volte con semplici composizioni su pianoforte. Gli unici momenti privi di musica ed immagini sono quelli più meditativi più riflessivi, dove Darwin ricorda le reazioni della comunità scientifica alla sua Teoria sull’Evoluzione e sul rapporto con la moglie. Il breve atto unico si chiude sulla lettera dello scienziato ai posteri e con la scritta I think che campeggia sulla tenda-schermo.
Io Charles Darwin. Tracce e voci dalla mia vita è un progetto che si intreccia al convegno tenuto presso l’Università della Sapienza di Roma, in occasione del bicentenario della nascita di Darwin.
E si nota. Uno spettacolo più idoneo agli amanti della scienza che agli estimatori del teatro. Qui infatti non vi è una vera e propria drammaturgia ma una sorta di omaggio in grande stile, che in alcuni attimi può risultare, appunto, un po’ monotona. Nulla togliere alla regista Valeria Patera, le cui doti di poeta si riscontrano nelle scelte di messa in scena. Molto bravi anche Roberto Visconti ed Alessandro D’Ambrosi rispettivamente Darwin e FitzRoy. Una pecca si riscontra nell’utilizzo dei microfoni per gli attori, dove quello di D’Ambrosi non funzionava alla perfezione, donando una voce ovattata e dissonante rispetto a quella di Visconti.
Io Charles Darwin. Tracce e voci dalla mia vita
Dove: Roma – Teatro Dell’Angelo
Quando: dall’11 al 24 Maggio 2012
Scritto e diretto da Valeria Patera
Con Roberto Visconti ed Alessandro D’Ambrosi
Musiche di Francesco Rampichini
Videoinstallazione di Valeria Spera