LUISA CHIUMENTI



Villa D’Este ha dato l’avvio alle celebrazioni per il Bicentenario della nascita di Franz Liszt, il grande compositore e pianista ungherese, con una  mostra fotografica e un concerto.

Le foto in mostra (circa 160), provengono dalla collezione di Ernst Burger, musicologo e iconologo di fama internazionale, che le raccolse con passione e competenza, utilizzando volta a volta le proprie ricerche dagli antiquari o dalle Case d’Asta o anche da privati.

Esse ripercorrono la vita del pianista e sono anche tecnicamente interessanti, perché, partendo dai dagherrotipi passano alle calotipie, per giungere fino alle stampe in gelatina e bromuro d’argento. Soprattutto sono presenti i ritratti realizzati dai più grandi fotografi dell’epoca, spesso veri e propri artisti come Nadar o Louise Held e Pierre Petit che, in definitiva, con la loro produzione, hanno lasciato ampia testimonianza dei vari momenti della vita stessa del musicista.

L’inaugurazione, avvenuta alla presenza del Direttore Regionale Federica Galloni, del Soprintendente Maria Costanza Pierdominici e del Direttore di Villa D’Este Marina Cogotti, é stata resa ancora più esaltante da un concerto di musiche di Listz, tenuto, nella sala della Fontana  da uno dei suoi più grandi interpreti, il pianista Leslie Howard, unico ad aver registrato l’intero repertorio di Listz, incidendo anche le sue opere inedite.

La mostra, promossa dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, é Stata realizzata da DE Luca Editori d’Arte, che ha edito anche il Catalogo, é stata curata dallo stesso Collezionista che ha prestato le opere,  il musicologo Ernst Burger. 



Listz ha amato molto Villa d’Este e vi ha soggiornato per vent’anni, soggiornò ripetutamente a Villa d’Este, che amava per la sua tranquillità e che chiamava “il mio Eldorado”. Fu proprio qui, nella “stanza delle rose” che, tra il 1865 e il 1885, compose alcuni dei suoi capolavori di ispirazione religiosa.

Come ha sottolineato l’architetto Cogotti Liszt cercava la tranquillità quando,   “accompagnato dal nobile monsignore, rampollo della famiglia tedesca dei principi di Hohenlohe – Schillingsfürst, percorse per la prima volta i viali della villa tiburtina, forse al seguito di una delle tante visite ai lavori che l’alto prelato andava commissionando, nell’intento di rimettere in ordine il palazzo ed il giardino, reduci da anni di pressoché totale abbandono.

Dopo varie avventure e dopo aver composto già gran parte del suo repertorio Liszt si avvicinò sempre più alla religione, fin quando nel 1865 a Roma prese gli ordini minori e divenne abate

Ed é per questo che si profila come un particolare omaggio alla figura del musicista il fato di avere dato inizio alle celebrazioni per il bicentenario della sua nascita, proprio da Villa d’Este, con  una programmazione ad altissimo livello, che si inserisce in un più ampio programma internazionale.  



La direttrice di Villa d’Este, architetto Marina Cogotti, ha curato un aspetto della mostra che é stata poi curata nella sua globalità dal collezionista appunto, Ernst Burger. Dalla relazione del curatore possiamo trarre quanto segue: “Oltre a testimoniare il cambiamento della fisionomia di Liszt, i suoi ritratti documentano gli esordi della fotografia: dal dagherrotipo del 1843 e dalla calotipia o tecnica del negativo su carta, al procedimento al collodio in uso dal 1855 circa, alle carte-de-visite tanto in voga dal 1860 fino alle stampe alla gelatina/bromuro d’argento degli anni ottanta. La fine dell’età arcaica della fotografia coincide approssimativamente con la morte di Liszt (1886).

Fino ad allora ogni fotografo era al tempo stesso inventore, imprenditore, ma,  soprattutto , artista. La passione per la sperimentazione, le capacità imprenditoriali, l’arte e la tecnica erano inestricabilmente unite. Tra il 1880 e il 1890 i vari settori cominciano a differenziarsi tra loro. Al posto di una disciplina unica, dedicata soprattutto all’arte, si sviluppano diversi generi di fotografia: immagini artistiche o documentarie, dunque, frutto del lavoro compositivo dell’artista o diario visivo dell’amatore”.

Franz Listz, fu una personalità cosmopolita e di grande successo, molto amato dal pubblico e dalle donne. Nei suoi frequentissimi viaggi visitò l’Austria, la Francia, l’Inghilterra e l’Italia, conquistando le sale da concerto più importanti d’Europa e  frequentando i più noti musicisti dell’epoca: da Mendelhsson a Chopin, da Schuman a Wagner, con i quali spesso strinse anche amicizia.

Per informazioni:

tel.0774 335850

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