Testo di ANNA MARIA ARNESANO e Foto di GIULIO BADINI
Ubicata nell’estremo lembo sud-orientale del Mediterraneo Cipro, terza isola per dimensioni di questo mare (grande come le Marche e un po’ più della Corsica), per la geografia apparterebbe all’Asia (dista infatti appena 75 km dalla costa turca, 100 dalla Siria, 400 da Rodi e 800 da Atene) ma per cultura fa sicuramente parte dell’Europa, come suo ultimo baluardo orientale, in un mare affacciato su Europa, Asia, Medio Oriente e Africa. La caratteristica di quest’isola, immersa nel sole e nella mitologia, risiede nella sua posizione strategica di contatto con tutte le antiche culture mediterranee, tanto da subire consistenti influenze da ciascuna di esse, e al tempo stesso anche il suo limite, incapace di riuscire ad esprimere una cultura autoctona propria. La sua principale risorsa, il rame, si perpetua ancora oggi nel nome, cuprum. Possiede infatti consistenti giacimenti di rame, il primo metallo usato nell’antichità per forgiare il bronzo, oltretutto di facile estrazione: non a caso qui è stato estratto e lavorato per la prima volta, dando avvio ad un florido commercio. Altre risorse naturali sono costituite da un suolo fertile, ricco d’acqua, un’ampia copertura boschiva, un caldo clima mediterraneo e spiagge d’incanto lungo i 650 km di coste frastagliate, le stesse che hanno visto la nascita dal mare di Afrodite, dea dell’amore e della bellezza poi tradotta nella Venere romana, oggi richiamo irresistibile per un qualificato turismo internazionale. Con simili premesse si capisce come la storia parta molto da lontano. I più antichi insediamenti sono infatti villaggi neolitici vecchi di 8.000 anni, tra i più antichi in assoluto.
Da allora si trovano testimonianze lasciate un po’ da tutti i popoli e le potenze mediterranee: micenei, egizi, fenici e greci, che vi importarono lingua, religione e costumi, seguiti da assiri, persiani, Alessandro Magno, romani, bizantini, crociati, templari, veneziani, turchi ottomani e infine inglesi, che ne fecero una colonia, fino all’indipendenza nel 1960. Ma con l’autonomia è arrivato anche il conflitto tra la maggioranza greco-ortodossa e la minoranza turco-musulmana, sfociata nel 1975 con l’occupazione militare turca che ha portato alla spartizione dell’isola ancora in atto: i greci nel centro-sud, i turchi a nord. L’isola, lunga 224 km e larga meno di 100, presenta una bassa catena montuosa a nord, un’assolata pianura centrale e una più alta catena montuosa a sud: le piogge apportate da questi rilievi assicurano la fertilità del terreno, che per latitudine sarebbe invece semidesertico. Il paesaggio si presenta assai vario e sempre affascinante, con ampie spiagge, baie nascoste e promontori su un mare d’incanto con fondali rocciosi e corallini, acque calde e trasparenti, vaste foreste di pini neri e di cedri, vigne secolari e frutta esotica: decisamente varia in connessione all’ambiente anche la vegetazione, con un gran numero di specie endemiche.
Un possibile itinerario attraverso la storia dell’isola parte da Pafos, sulla costa occidentale, sulle cui belle spiagge secondo il mito nacque Afrodite, venerata in uno dei santuari più famosi dell’antichità; in epoca romana, capoluogo di Cipro, ospitò Cicerone e l’apostolo Paolo: da non perdere i bei mosaici delle dimore dell’epoca. Si prosegue per il monastero di Geroskipou, con interessanti testimonianze di arte bizantina, il castello crociato di Kolossi, bell’esempio di architettura militare gotica in mezzo ai vigneti, quindi la bella città portuale e balneare di Limassol. Si passa poi nell’interno per visitare graziosi villaggi vinicoli e una decina di chiese e monasteri affrescati del XV secolo, dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’umanità, disseminati sulla bella catena montuosa del Troodos, per raggiungere nella piana centrale Nicosia, la capitale tagliata in due dalla linea di demarcazione tra i due stati, dove visitare la città vecchia racchiusa dalle mura veneziane e i suoi ricchi musei archeologici e di arte bizantina.
Ultimo giorno dedicato alla parte turca dell’isola, per visitare la città portuale di Famagosta, dove Shakespeare ambientò l’Otello, e Salamina, antico centro greco e poi romano e oggi miglior sito archeologico dell’isola con l’anfiteatro romano, capace di 15.000 spettatori, completamente restaurato e i resti di una grande basilica bizantina.
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