Testo di ANNA MARIA ARNESANO e Foto di GIULIO BADINI
Andhra Pradesh e Karnataka sono due vasti e popolosi stati confinanti dell?India meridionale, affacciati rispettivamente sul golfo del Bengala il primo e sul Mare Arabico il secondo, uniti però al centro dal grande altopiano semidesertico del Deccan, comune ad entrambi, rilievo che occupa gran parte del tratto inferiore della penisola indiana. Due territori spesso ingiustamente trascurati dal turismo di massa a favore delle più rinomate località settentrionali, ma che al visitatore colto e curioso possono riservare piacevoli sorprese, soprattutto dal punto di vista artistico e architettonico. Infatti se nel nord il periodo di massimo splendore dell?arte sacra induista termina nel XIII sec. con la conquista musulmana, portatrice tra le tante cose anche di diversi canoni estetici e costruttivi, nel sud la più tarda e meno incisiva presenza islamica consentirà la sopravvivenza della cultura dravidica originaria, permettendo di innalzare templi induisti fin quasi ai giorni nostri. Inoltre l?incontro sullo stesso territorio di due differenti culture contribuisce a produrre uno stile sincretico sintetizzato nell?architettura indo-islamica, o stile del Sud, con l?introduzione nell?arte indù di novità edili come la cupola autoportante, la copertura a volta e l?arco ogivale, elementi capaci di dare vita a soluzioni spaziali nuove e originali, commistione di due differenti concezioni di intendere lo spazio. Occorre tener presente al riguardo che l?arte indiana costituisce un?espressione fondamentalmente religiosa, con intense connessioni con i simbolismi filosofici, veicolo di purificazione e di ascesa mistica.
L?Andhra Pradesh, uno degli stati più ampi (appena più piccolo dell?Italia) e ricco di risorse minerarie pur se assai povero e poco sviluppato per la scarsa fertilità del terreno povero d?acqua, presenta un coacervo di etnie, lingue e religioni, così come complessa risulta la sua storia, in perenne conflitto tra induisti e musulmani. In compenso l?ultima dinastia, regnante fino all?Indipendenza nel 1948, era tra le più facoltose del mondo grazie alla presenza di giacimenti di diamanti tra i più puri del mondo: il maggiore di questi, ora conservato nel tesoro della corona britannica, pesava in origine 700 carati. Il Karnataka invece, grande 2/3 dell?Italia, grazie all?abbondanza idrica è una terra assai fertile, grande produttrice di spezie e di sandalo; la sua capitale Bangalore costituisce uno dei maggiori poli tecnologici e di ricerca scientifica avanzata del paese. In compenso a Badami nel VI sec. vennero eretti alcuni dei più antichi templi induisti indiani, presi poi a modello per tutta l?architettura templare del Sud.
Un possibile itinerario parte da Hyderabad, capitale dell? Andhra Pradesh e città murata ricca di molteplici tracce di monumenti islamici, con un enorme bazar dai profumi e colori d?oriente attorno al più significativo monumento cittadino. Da non perdere la visita a Golconda, una delle più belle cittadelle musulmane d?India, imprendibile capitale nel XVI-XVII sec. con tre cinta di mura concentriche, luogo di raffinata produzione poetica e musicale, e Bidar, capitale di un ricco regno islamico nel 1400.
Bijapur è una ennesima cittadella fortificata che sorprende per lo splendore dei suoi monumenti indo-islamici, Badami offre santuari e templi rupestri del VI sec. capolavori del rinascimento induista, Aihole un agglomerato di 140 templi tra cui il più antico dell?India, mentre Pittadakal, sito Unesco, era un importante centro religioso dravidico. Hampi, altro sito Unesco, era la capitale dell?ultimo grande regno indù tra 1300 e 1500 noto per la sua smisurata ricchezza e grandiose opere architettoniche. Belur presenta un insolito tempio a stella con stupende decorazioni figurative femminili, Halebid un duplice santuario sorprendente per la ricchezza delle incisioni scultoree. L?odorosa Mysore, massima produttrice di incenso, possiede una magnifica residenza di maharaja in stile indo-saraceno, mentre infine l?avvenirista e colta Bangalore presenta un tempio cinquecentesco con un lingam alto ben 5,5 m.
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