Testo e Foto di Luisa Chiumenti
La rosa non ha soltanto un suo fascino particolare, per il colore, il profumo, la trasparenza e la lucentezza dei petali: essa sottende un insieme di valori simbolici e infinite possibilità di realizzazioni iconografiche.
Giustamente le curatrici della mostra ?In nome della rosa?, che si é aperta recentemente a Roma, in Villa Torlonia, presso la Casina delle Civette (dal 30 ottobre scorso), si sono basate sulla constatazione che proprio la Casina delle Civette (con annessa sede espositiva della Dipendenza), fosse veramente il luogo ideale ?per ospitare una mostra sulla rosa, elemento floreale che costituisce una sorta di leit-motiv nel percorso del Museo?.
L?edificio infatti si mostra come un vero e proprio tripudio di questo bellissimo fiore, fin dall? ingresso, dove, nella hall, già compaiono le rose disegnate a tempera sulle pareti da Giovanni Capranesi (1909-1910), con delicati festoni di frutta e fiori.
Curata da Andreina d?Agliano, Maria Grazia Massafra, Carla Cerutti, la mostra, che reca come sottotitolo ?La rosa tra Liberty e Deco, simbolismi e geometrie nelle arti applicate del primo Novecento?, accompagna il visitatore in un mondo fantastico di colori e lucentezze diverse, tra ceramiche, porcellane, vasi di vetro e bronzo, arredi, gioielli di corallo, oro e avorio, mentre le bellissime, ben note vetrate dell?edificio suggellano la magnificenza del bellissimo fiore.
Passando nelle varie sale e salette della Casina, ci si ferma ammirati ad esempio nella ?Stanza del fumoir?, dove ci vengono incontro gli stucchi carichi di rose del soffitto, realizzati probabilmente da Tullio Rossi e Anacleto Albertini, ottimi stuccatori e scalpellini. Ma poi si può osservare come la rosa sia stata fra i soggetti floreali più frequenti, utilizzata moltissimo dagli artisti che lavoravano il corallo in tutte le sue forme ornamentali.
In esposizione anche i cartoni preparatori, provenienti prevalentemente da collezioni private, ma anche da importanti istituzioni specializzate in questo settore quali il Museo Richard Ginori delle Porcellane di Doccia o il Museo Stibbert di Firenze.
La rosa peraltro ha avuto una grande fortuna nelle realizzazioni di arte applicata del primo Novecento, rimandando volta a volta ?alla pietà e alla carità, al dolore e all?amore, al pudore e alla passione?, quale ?elemento privilegiato, sia del naturalismo dell?Art Nouveau sia del successivo linguaggio geometrico dell?Art Deco?.
La rosa peraltro ha avuto una grande fortuna nelle realizzazioni di arte applicata del primo Novecento, rimandando volta a volta ?alla pietà e alla carità, al dolore e all?amore, al pudore e alla passione?, quale ?elemento privilegiato, sia del naturalismo dell?Art Nouveau sia del successivo linguaggio geometrico dell?Art Deco?.
Comunque, come hanno notato le curatrici, si coglie bene nel percorso espositivo che, mentre nell?Art Nouveau si vede ?una resa precisa e realistica e, quindi, di piu? facile lettura?, nello svilupparsi dell?Art Deco invece si nota come l?elemento floreale si generalizzi, rendendo meno immediata la sua identificazione.
Ma é anche molto importante la produzione che contempla la presenza della rosa nei bronzi e negli arredi e anche se pochi furono gli ebanisti italiani che usarono la rosa come motivo ornamentale in epoca liberty, tuttavia ce ne furono alcuni, come il genovese Alberto Issel o il torinese Federico Martinotti e altri artisti milanesi, che comunque hanno lasciato realizzazioni originali, ciascuno secondo il proprio filone di conoscenza e percorso di formazione.
Una mostra gioiosa, che permette al visitatore, affascinato dal bellissimo fiore, che può cogliere ovunque, all? interno e all?esterno della Casina delle Civette, di rasserenare l?animo nel godimento della bellezza.
Per informazioni:
Tel. 06 44250072