Testo e Foto di Luisa Chiumenti
Una mostra di grande fascino, lascia il visitatore colpito dalla forza espressiva dei volti scultorei, dei colori vivissimi: siamo a Roma, nelle prestigiose sale delle Scuderie di Palazzo Ruspoli, con Valeria Corvino.
Questa sua esposizione dal titolo già di per sé accattivante, ?Valeria Corvino. Magma?,
riprende e sottolinea le consuete tematiche che abbiamo potuto vedere nelle numerose sue altre mostre allestite in Italia e all?estero.
L?esposizione comprende circa 40 dipinti a olio, un video e alcune opere elaborate con tecnica fotografica, in un vivace confronto tra pittura e fotografia (alla quale l?artista si è accostata dopo l?Accademia di Belle Arti, sotto la guida del grande Mimmo Jodice).
Valeria Corvino é nata a Napoli e da qui forse si é sprigionata quella particolarissima lucentezza dei colori, che caratterizzano le sue tele e che si é potuto cogliere da sempre nel suo sviluppo creativo.. Si sentono infatti queste sue radici, nella stessa scelta di quei suoi colori palpitanti che ricordano molto da vicino quelli della sua terra. Come sottolinea infatti Gioia Mori, nel suo corposo testo critico, se… ?il rosso che serpeggia nelle tele é il magma trasformato?,…? in lava bollente e invasiva?, così lo stesso color rosso può essere anche interpretato come ?il sangue liquefatto di San Gennaro?.. o ?il corallum rubium sgorgato dalla testa di Medusa?.
I Campi Flegrei infatti, con la loro natura vulcanica, hanno certamente suscitato in lei la suggestione che si coglie in quelle ?vene rosse segnate da materiali incandescenti?, su cui arrivano ?gli sprazzi di luce di vapori solforosi?.
Anche visitando il suo Studio, immerso in un ampio Parco, in una delle zone più affascinanti di Napoli, si coglie tutta l?estasi di questo suo mondo niente affatto ?irreale?, a mio avviso, ma interamente ?integrato? nel suo vivere ed operare artisticamente. Ed ecco come il suo immaginario si presenta come ?un caleidoscopio di interpolazioni che disegnano palinsesti sovrapposti come faglie tettoniche, un mondo che si assesta attraverso un processo creativo lento e carico di ansia ed esplode in un processo esecutivo veloce e fulminante?(Gioia Mori).
Il suo ?mondo di dèi, eroi, ibridi umani è sedimentato, geneticamente assimilato, chiuso nella natura di questa artista che preserva negli occhi la tentazione del vaticinio e gli antichi simulacri, e che osserva attraverso un perduto canone di bellezza il mondo contemporaneo, di cui non disdegna le conquiste tecnologiche?.
Ed il suo percorso artistico ?passa da una tela a un video, da una scultura a una fotografia, in un ibridismo di linguaggi in cui trasfonde quell?energia tumultuosa e felina, errante, che la anima?. Con grande lirismo le figure di Valeria Corvino, sempre ammantate di un palese narcisismo, mostrano la sua grande padronanza del mezzo espressivo e una profonda perizia tecnica.
L?ispirazione parte pur sempre dal mondo antico, ma l?artista ne rielabora l?artista rielabora e reinterpreta i principi espressivi, adottando quei suoi particolarissimi ?tagli? e innesti di colore e lavorando a fondo sui tendini, i nervi, le vene stesse palpitanti sotto la pelle delle sue forti figure, facendo sì che non venga mai meno l? effetto realistico, pur nella trasfigurazione che ella ne fa per seguire i suoi fini espressivi.
E quel ?magma?, che per la Corvino appare come una ?meraviglia della natura, esempio di completezza, perché la materia vive tutte le sue possibilità?, si presenta nel suo aspetto ?liquido, gonfio d?acqua e rocce fuse, gassoso, impregnato di vapori?, ma la tempo stesso ?solido? mostra il suo peso dovuto ai ?cristalli in metamorfosi? .
La mostra, da non perdere, non solo per la sua bellezza ma anche perché, a mio avviso, sa trasfondere forza e stimoli vitali al visitatore, é accompagnata da un catalogo/monografia bilingue (italiano/inglese) edito da Skira, contenente il prezioso saggio critico di Gioia Mori, che accompagna il visitatore in una analisi attenta e approfondita delle fasi più stimolanti della creatività dell?Artista.
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