GIUSEPPE GARBARINO
Che Firenze sia la culla indiscussa dell?artigianato trasformato in arte, è cosa risaputa, non per nulla le ?botteghe? dei secoli passati hanno lasciato ai posteri esempi di arte eccezionale e unica.
Ma oggi, cosa è rimasto di questa eccellenza che tutto il mondo ci ha sempre invidiato? Poco e ogni anno sempre meno, le capacità manuali e l?esperienza passata di padre in figlio, da maestro ad allievo, tendono a scomparire e sono sempre più coloro che s?improvvisano, ma non sono i veri discendenti delle antiche tradizioni.
Ogni anno c?è una persona che cerca di salvaguardare quel poco che rimane e attraverso un?accurata selezione riunisce nel suo giardino i rappresentanti di arti e mestieri quasi in estinzione, persone di manualità unica, creativi dell?anima, anime curiose del firmamento artistico cittadino.
E? Giorgiana Corsini che da sedici anni coltiva nel suo giardino Artigianato a Palazzo, una mostra unica nel suo genere e anche quest?anno è riuscita a mettere insieme ottanta maestri artigiani lungo i vialetti del grande giardino seicentesco e nelle lunghe limonaie, ambienti unici per ambientare questo tipo di manifestazioni.
Quest?anno la punta di diamante della mostra è la presenza di un?importante azienda artigiana fiorentina: Il Bisonte.
L?occasione di questa edizione di Artigianato e Palazzo, che si è tenuta nei giardini del Palazzo Corsini sul Prato dal 14 al 16 maggio del 2010, è stata occasione per festeggiare i 40 anni di attività de Il Bisonte e dei traguardi raggiunti dal suo mentore, Wanni Di Filippo.
Sapientemente coadiuvata da Neri Torrigiani, la principessa Corsini riesce ogni anno a trovare il giusto equilibrio per una mostra tanto difficile quanto rara. Non è semplice avere le capacità di trovare sempre nuove figure professionali da inserire nel fortunato catalogo di Artigianato a Palazzo, anche se ogni singolo partecipante all?evento di artigianato culturale è un piccolo microcosmo, un angolo di paradiso perduto, dimenticato e bistrattato dal turbinio del consumismo dei grandi magazzini.
Altra novità interessante è il coinvolgimento del Museo Horne che insieme ad OmA, l?Osservatorio dei Mestieri per l?Arte, ha realizzato dei laboratori artigianali nei quali sono stati coinvolti i bambini che si sono potuti cimentare nella doratura, la tecnica dello sbalzo dell?argento, l?incisione, la stampa e l?oreficeria.
Passeggiare nei vialetti del grande giardino Corsini di Firenze è comunque già un modo per scoprire tesori nascosti, statue, piante, fregi di pietra, le grandi limonaie, il palazzo con il suo loggiato arricchito dai frammenti di urne e lapidi d?epoca etrusco romana, mentre il giardino all?italiana è la cornice ideale per i numerosi gazebo che ospitano le botteghe artigiane, in alcuni casi dei veri e propri riallestimenti dei luoghi dove lavorano i vari pellettieri, profumieri, decoratori, ed altri estrosi nell?arte dei componenti d?arredo.
Abbiamo provato ad osservare con attenzione tutto quello che ci passava davanti agli occhi, quante piccole magie, quanta abilità nelle mani che reggono un bicchiere in cristallo che lentamente la mola trasforma in un pizzo ricamato, mentre una goccia d?argento si trasforma in un colpo, ed è proprio il caso di dirlo, nella riproduzione di un?antica moneta fiorentina. A volte gli occhi erano attirati da forme insolite, cappelli in paglia, collane, tessuti dipinti a mano, pregiate borse lavorate in modo esclusivo con i migliori prodotti di pelletteria.
In altri momenti era l?olfatto a essere distratto, incontrando per caso essenze e profumi dell?Officina Farmaceutica di Santa Maria Novella o le armonie ottenute da Lorenzo Villoresi per le sue creazioni aromatiche ottenute da piante e spezie esotiche.
Qua e la appaiono piume, cappellini, perline in vetro, piccoli capolavori di oreficeria e curiose composizioni con coralli e conchiglie che ricordano quelle composizioni che nel passato erano esposte sotto grandi campane in vetro.
Queste sono una delle più simpatiche tipologie di oggettistica che osserviamo alla mostra. E? Lucia Torrigiani Malaspina che durante le lunghe passeggiate invernali sul litorale nord della toscana, in quella striscia di terra chiamata Lunigiana, raccoglie tutto quello che il mare restituisce durante le mareggiate, legnetti che il tempo ha levigato dandogli mille forme, conchiglie, vetri che la sabbia ha trasformato in piccoli gioielli. Lei prende tutto, poi unisce questi pezzi insieme a quello che spesso viene dimenticato in fondo ad un cassetto, un santino, rotoli di trine e ricami, cristalli di lampadari scomparsi, cornici, scatoline.
Un altro espositore ricorda i quadri di Evaristo Baschenis, la sua frutta è magica ma in cera. Mille sfumature di colori permettono a Paola Nizzoli Desiderato di creare quell?illusione di realtà che è possibile solo dopo aver studiato le tecniche della ceroplastica antica.
In totale sono ottanta gli espositori di Artigianato a Palazzo e ognuno di loro meriterebbe un?attenzione che non dia il senso della superficialità, perché dietro ogni semplice gesto, ogni singolo oggetto, sia una saponetta al profumo di violetta tanto caro alle nostre nonne, o un vaso nato dalla mano di maestro vetraio, si trovano spesso delle tradizioni e delle sorprese uniche ed inimmaginabili.