Testo e Foto di Pamela McCourt Francescone



L?essere nonni oggi non è più assimilabile al ruolo tradizionale ad essi affibbiato, quello del patriarca severo con una consorte che spesso aveva un ruolo di secondo piano nella vita delle generazioni successive. 


Una volta i  nipoti erano molti e i nonni  pochi perché si viveva meno a lungo. Oggi spesso capita il contrario, e sono molti i nipoti che hanno la fortuna di trovarsi con un poker d?assi di nonni. Non più nonni austeri e distanti, quelli di oggi sono più tolleranti, disponibili al dialogo, complici e  anche compagni di giochi e di svaghi.


E in Cina, il paese più popolato della terra, quale è il ruolo odierno dei nonni?   Sia nelle città che nelle campagne i profondi mutamenti avvenuti all?interno della società e le conseguenze dell?industrializzazione e della riforma agraria, che negli ultimi venti anni hanno svuotato o quasi le zone rurali delle giovani generazioni, hanno modificato ineluttabilmente il modello familiare.


In Cina ci sono ancora più di 500 milioni di contadini, ma sono non meno di 150 milioni gli uomini e le donne che, nell?ultimo decennio,  hanno lasciato le campagne, catapultandosi a migliaia di chilometri di distanza per lavorare in città come operai e manovali. Mettendo in  evidenza la forte dicotomia tra la Cina di ieri e quella di oggi.


Lavorano in città come Chongqing, che dieci ani fa non esisteva  ed è  stata creata con l?obiettivo di sviluppare le regioni occidentali e ospitare  i contadini sradicati  dalle loro terre per la costruzione della diga delle Tre Gole.   Oggi è il conglomerato urbano più popoloso della Cina con oltre 32 milioni di abitanti.


Se nel passato, soprattutto in campagna, si viveva all?interno dei confini stretti della famiglia allargata, oggi la famiglia cinese tri-generazionale -  e sempre più spesso quella quadri-generazionale – è    diventata una famiglia spezzata. 


La generazione di mezzo, quella dei ventenni e trentenni,  ha abbandonato le campagne per lavorare in città, lasciando ai nonni il compito di allevare i  loro figli. E non raramente vengono saltate due generazioni, quelli dei genitori e dei nonni, ed ecco i piccoli che vengono accuditi da bisnonni ottantenni e novantenni. 


Li si vede al mercato con i marmocchi sulle spalle o accompagnarli a scuola mano nella mano  o seduti davanti a casa nei villaggi, fumando la pipa e tenendo d?occhio i piccoli che giocano. 


I  più fortunati  portano i pargoletti a spasso sulle loro biciclette o spingono le carrozzine che i genitori assenti riportano fieramente dalle città, un trofeo da sventolare davanti ai familiari rimasti a casa,  la prova inconfutabile del loro nuovo status di ?cittadini del mondo?. 


Arzilli, e con alle spalle gli anni duri del maoismo,  molti di questi vegliardi ancora accudiscono la casa e lavorano nei campi. Sono  depositari di saggezza e costumi, usanze e folklore, portatori di propri valori, e custodi  di ricordi e tradizioni ancestrali. E sono loro che stendono un fil rouge con il passato che diventa un legame di ?appartenenza? per i bambini a loro affidati.


E? come se la vita, dopo tante sofferenze e sacrifici, con un inaspettato slancio di generosità,  concedesse loro di godersi gli anni del tramonto incamminandosi lungo un percorso lastricato di dolci legami e affetti e di inattesi ma meritati momenti di appagamento e serenità. Meglio tardi che mai! 


Foto: Xishuangbanna,  Dali e Lijiang nella provincia cinese dello Yunnan

 

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