GIUSEPPE GARBARINO



E? una botteguccia piena di cornici e quadri dai mille colori che attira lo sguardo di chi passeggia senza meta nella piazza Matteotti di Scandicci. Se vi affacciate sull?ingresso vi viene incontro  l?odore del legno tagliato di fresco. Alle pareti, se si osserva con attenzione, si scoprono alcune delle firme di autori fiorentini e livornesi più noti, Pregno, Danti, Borgianni, Pachioli  ?.  una sorpresa inattesa.

Nicola è prima di tutto un attento collezionista e dall?arte di restauratore di antichi quadri  è passato a quella di affermato corniciaio. Sembra uno svilirlo, ma non è vero. Le sue mani hanno attentamente e sapientemente  ornato di passepartout  e festonate cornici i nomi dei più grandi autori dell?800 e 900, sono infatti numerosi i collezionisti che si rivolgono a lui per realizzare o rinfrescare le conici più adatte alle opere acquistate ad un asta o scoperte in un mercatino.

E? forse questa sua innata voglia di stare in mezzo all?arte che nel tempo lo ha portato a scoprire prima la pittura  e oggi la scultura. Possiamo realmente definire Nicola Perilli un emergente sull?orizzonte della scultura, il suo è un incontro tra le due arti, due grandi passioni coltivate da tanti anni, prima come collezionista e oggi più che mai come autore.


Chi ha potuto seguire l?evoluzione artistica di Nicola Perilli non avrebbe immaginato di poter vedere quello che oggi esce dal suo atelier. Tutto ritorna, la moda, i gusti, i colori e in quest?anno dedicato al ricordo del Futurismo incontriamo sulla nostra strada qualcuno che in modo pienamente causale reinterpreta in parte quei sentimenti, quei colori, quel grigio tanto caro ad alcuni dei maestri del futurismo.

Che l?arte di Perilli possa essere chiamata neo futurismo? Che sia il primo, inconsapevole e nuovo interprete di quelle forme che i vari  Marinetti e Balla esaltarono in contrapposizione al classicismo?

Tutto si concentra su quella bicicletta in movimento realizzata in tempi non sospetti ed  esposta ad una mostra nel Museo dei Campionissimi a Novi Ligure. Nell?opera di Perilli si vede il movimento tanto caro a Balla, quelle ruote che vanno verso il futuro,  un?icona di aggressività e volontà, quella volontà di arrivare al traguardo che si trasmette dal ciclista al mezzo. Lui stesso afferma di aver scoperto solo dopo la realizzazione della scultura, dell?esistenza di un?opera simile di un autore futurista.

Potremmo dire che l?arte di Nicola Perilli è passata dalla pittura estetica al futurismo e dal futurismo al ciclismo! Ecco il dinamismo delle opere di Perilli, la sua novità riguarda gli oggetti in movimento, in contrapposizione alle ?calli veneziane? e altre immobili e grigio-argenteo  interpretazioni  per istallazioni sempre più aggressive.


Tutta la forza di Perilli è possibile capirla anche dal catalogo che Giampaolo Trotta, architetto e critico d?arte ha curato per la C&M Arte, grande formato, senso logico ed uniformità d?insieme per presentare Nicola Perilli e le sue opere che oggi sono esposte in numerose raccolte pubbliche e private, tra le quali ricordiamo la Pinacoteca del Consiglio  della Regione Toscana, le collezioni di numerose banche e il Museo d?Arte Moderna ?Giuseppe Sciortino? a Monreale, vicino a Palermo.

Le mostre in Italia e nel mondo cominciano ad assumere il carattere di lungo elenco, significando l?impegno dell?artista e la sua volontà di comunicare qualcosa che è chiuso nelle sue ?installazioni?, come ama a volte chiamare le sue opere, che dalla semplice formella  stanno evolvendo in qualcosa di molto più complesso. Si potrebbe dire che è una storia che parte da lontano, approdata ora a questi metalloidi e alle  particolari forme che Giampaolo Trotta chiama ?paraventi perilliani?, un vero e proprio ponte verso il paravento di Balla, realizzato nel lontano 1916, tempi e riferimenti di nostalgie e passati forse  più intimi di quelli di oggi.