testo di LUISA CHIUMENTI e Foto di PIO MUTO
Il percorso notturno nel Centro Storico di Benevento, sotto la direzione artistica di Francesco Capotorto, iniziato in orari serali dopo il tramonto, fin dagli inizi di dicembre, ha poi proseguito il suo svolgimento, fino oltre la metà del mese di gennaio.
L?appuntamento con gli ?esperti?, preziose guide, come la dottoressa Miriam Meccariello e i partecipanti è avvenuto nel foyer del Teatro Comunale, una bella costruzione ottocentesca, che conclude il Corso cittadino, prima che si apra nella bella piazza di Santa Sofia e si svolge a cominciare dall?Hortus Conclusus, proseguendo poi per la Chiesa ed il Chiostro di santa Sofia, Corso Garibaldi, Palazzo Paolo V, via Erik Mutarelli, concludendosi, per via Manciotti, dinanzi all?Arco di Traiano.
Dal teatro Comunale, salendo verso destra, dal Vico Noce, una breve cordonata si inoltra all?interno del centro storico, proprio alle spalle del Corso, all?interno dello spazio antistante il complesso dell?antico Convento di san Domenico; ed è qui che l?artista Mimmo Palladino ha creato quello spazio così ricco di mito, suggestione e antiche magie, rappresentato appunto dall? Hortus Conclusus.
L?Hortus Conclusus è infatti un?installazione dell?artista Mimmo Palladino , esponente della Transavanguardia italiana, realizzata nel 1992 insieme all?architetto Roberto Serino nel giardino del Convento di San Domenico a Benevento .
L?oggetto più interessante della composizione di Palladino è forse il ?Cavallo? di bronzo, elemento ricorrente nelle opere di Palladino, che si erge su di un muro di cinta, e che sembra dominare da un lato sull?Hortus, dall?altro sulla parte bassa della città. Il cavallo porta una maschera d?oro come quella di Agamennone che lo rende quasi divino, e sembra evocare il mito del cavallo di Troia. Inoltre esso è tradizionalmente il compagno dell?uomo nelle battaglie, di cui sopra.Sempre legato alle battaglie e alla difesa è il riferimento ai Sanniti, che avviene tramite gli ?Elmi ? disseminati nello spazio, ma soprattutto lo ?Scudo? che sembra essere piovuto dal cielo, infiggendosi nel pavimento ed incurvandolo. Il grande disco ha anche la funzione di fontana; l?acqua che sgorga dalla sua sommità viene raccolta in un catino, che sembra un oggetto preso dalla vita quotidiana del passato, con i manici resi lucidi dall?uso.
A 13 anni dalla realizzazione dell?Hortus Conclusus, nel 2005 è stato effettuato un restauro del complesso che già presentava i primi segni di abbandono. La supervisione dei lavori è stata dello stesso Mimmo Palladino. I bronzi sono stati ripuliti e trattati contro la corrosione, sono state cancellate le scritte dalle panchine, il verde è stato curato, le fontane sono state riattivate. È stato inoltre installato un chioschetto ottagonale, ideato da Alessandro Mendini.
Il nome dell?installazione, letteralmente “giardino chiuso”, ha un significato molto più complesso che una semplice descrizione del luogo in cui è posta. Si trova l?espressione ?hortus conclusus? in molti scritti medievali, ispirati dagli analoghi orti di cui parlano la Genesi e i Vangeli.
Mimmo Palladino reinterpreta, con li suo lavoro, i linguaggi artistici del passato e tutti quegli elementi che si rifanno al mito, e alla storia sannitica e longobarda di Benevento, non trascurandone l?aspetto più quotidiano e, in parte, familiare.
Cinto in parte dalle strutture del convento, l?Hortus Conclusus è circondato lungo gli altri lati, da muri che si ispirano alle vere mura di Benevento di epoca longobarda, in mattoni ma con inserzioni disordinate di pietre e bronzi. E anche la pavimentazione ricorda quella dei vicoli storici dei paesi del beneventano.
Il centro storico si è trasformato quindi nel ?teatro di uno spettacolo straordinario che racconta come la magia dei luoghi si sia declinata lungo il corso della storia, e come in ogni epoca tale magia abbia cambiato il corso degli eventi dimostri che alla base di tutto vi sia sempre una straordinaria magia.??Passando attraversi i vari luoghi monumentali, fino agli intricati vicoli del centro, in un crescendo di suspense , di inaspettati exploit, di rivelazioni cariche di intimi significati e sottili simbolismi, si dimostra e materializza nella mente di ognuno una magia, fatta di un ?sequel? di stranezze storiche, che si conclude con un unico e diretto fascio di luce che taglia verso l?interno il grande arco Traiano, simbolo della rinata o forse ricreata visione con cui guarda Benevento, nuova Città, attraverso un?inedita Luce.
Il progetto è stato realizzato con il co-finanziamento dell?Unione Europea, con l? Assessorato al turismo e ai Beni Culturali del Comune e con la collaborazione di Strega
Per informazioni:
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