CARMEN DEL VANDO BLANCO
Cristo coronado de espinas.
La seconda pinacoteca del Paese appende ai suoi muri un importante nucleo artistico di una delle raccolte private più ambiziose della Spagna, non conosciuta nella sua totalità, tenuto conto che solo alcune opere della prestigiosa collezione ?conservate nei Palazzi di Liria di Madrid e di Las Dueñas di Siviglia, residenze della Casa d?Alba- anche se andate ad arricchire svariate rassegne, non sono mai state riunite in un unico evento.
La scelta, che copre un ampio ventaglio dal XVI al XX secolo, presenta prevalentemente dei dipinti ?eccetto tre sculture di Mariano Benlliure- di diversa provenienza europea: di scuola spagnola (Murillo, Goya, Madrazo, Zuloaga), italiana (Tiziano, Guardi, Luca Giordano); fiamminga (Rubens, Seghers, de Vos), olandese ( Van de Velde, Ruysdael, Van den Goyen), tedesca (Mengs), francese (Renoir, Chagall ed altri) e inglese ( Fletcher, Romney Ferneley).
Dña.Cayetana Fitz
Questa collezione, appartenente ad una delle grandi casate della Spagna, fu iniziata da Fernando Alvárez de Toledo (1508-1582) III Duca d?Alba ?ricordato dalla storia per la sua decisa attività da militare e politico durante il regno di Filippo II, figlio dell?imperatore Carlo V- che, al suo passaggio per Napoli soddisfò il suo interesse per l?arte italiana qualificando già da allora il contenuto della raccolta. Un patrimonio che si sarebbe sviluppato verso la fine del XVII secolo, grazie al matrimonio del X Duca d?Alba con la VIII Contessa di Monterrey.
Arrivati al Settecento, l?avvento della dinastia borbonica in Spagna, inaugurata da Felipe V, apportò il gusto francese evidenziato dai temi allegorici che si riflettono nelle nuove opere della collezione. Novità come l?integrazione di opere neoclassiche, le committenze a Mengs o il rapporto di musa e mecenate con l?artista, fra quello di Goya e la XIII Duchessa d?Alba (1762-1802) ?immortalato da uno dei ritratti più celebri della pittura spagnola, star dell?esposizione- dimostrano questa scommessa per le innovazioni. Questa nobildonna aveva ereditato grandi tele come ?Venere allo specchio? di Velázquez, la ?Madonna della Casa d?Alba? di Raffaello o ?La scuola dell?amore? di Correggio, regalati poi dalla duchessa e sparsi attualmente nei musei stranieri.
El Gran Duque de Alba.
Ma se la splendida antenata Duchessa d?Alba di Goya spicca con tutta la sua femminilità, la possanza virile viene colta perfettamente nel ritratto di Fernando Alvárez di Toledo, realizzato da Tiziano, ambedue inseriti nel magnifico percorso espositivo.
Il successivo XIV Duca d?Alba, grande mecenate e collezionista, durante il suo Grand Tour in Italia, aggiunse dei dipinti italiani ed olandesi ai capolavori della dinastia, insieme a sculture e antichità, conservate tuttora nel Palazzo avito di Liria.
Un patrimonio ancora incrementato dal padre dell?attuale Duchessa , il XVII Duca d?Alba, seguendo l?idea di rappresentare i suoi antenati attraverso dei ritratti, che andarono a completare il nucleo artistico familiare.
La marquesa de Lazàn.
Ed infine, con l?ultima discendente della casata, la Duchessa Cayetana -che ha collaborato nell?allestimento della memorabile mostra sivigliana dove appare ritratta da Zuloaga-, erede del celebre legato, i fondi aumentarono ulteriormente con autori dell?Ottocento, come i francesi Corot, Fantin-Latour o Renoir o gli spagnoli Romero e Esquivel fino ai più recenti Chagall, Picasso e Mirò.
Da segnalare assoluti capolavori come la ?Natività? di Luca Giordano, l??Incoronazione di spine? di José de Ribera o il ritratto del ?Canonico Miranda? di Murillo
In definitiva, si tratta di un?eccezionale appuntamento che riassume i capitoli dei cinque secoli di vita del Ducato d?Alba attraverso le scelte artistiche tramandate dalla dinastia, di cui alcune mai esposte al pubblico.