ANGELO LO RIZZO
?Che manchi il grano va bene, ma il tartufo mai?. Così diceva Decimo Giulio Giovenale, malinconico poeta satirico romano del secondo secolo dopo Cristo. E su questo fungo sotterraneo, noto fin dai tempi antichissimi per le sue incontestabili qualità, sono nate nel corso dei secoli le più svariate credenze. Tutte, comunque, sottolineano, al confine fra la storia, la scienza e gli usi tramandati verbalmente, che il ?tuber magnatum pico?, così si chiama scientificamente il tartufo bianco, è il re delle essenze.
Dal 1990 opera l?Associazione nazionale città del tartufo, nata con tre obiettivi fondamentali: tutela, commercializzazione e promozione del tartufo e dei territori ad esso legati. Undici regioni, cinquanta città e circa altrettante manifestazioni fieristiche a livello regionale e nazionale organizzate nell?arco di un anno, soprattutto in autunno. E sì perché è l? autunno il tempo di tartufi. Le prime tenere nebbie coprono le valli, il cielo è basso e grigio; spesso una pioggia leggera scende sul mare di campi, il fumo dei camini si rivolta sui tetti. Golosi di tutta Italia, ma non solo, se siete sensibili al fascino di un paesaggio autunnale ed alla seduzione di sottili, intensi piaceri gastronomici, allora siete sulla strada giusta: quella che porta in una qualunque delle cinquanta città del tartufo aderenti all?Associazione. Tra le novità che tale Associazione ha recentemente promosso c?è l?istituzione di un marchio ?Ristorante amico del tartufo? e un nuovo sito internet che diventerà un utile strumento di promozione e di comunicazione per associati, esperti del settore, curiosi e turisti.
?Mettere in rete le buone pratiche delle singole realtà associate e, soprattutto, promuovere iniziative che riguardano la tutela del tartufo e dei territori, attraverso lo stimolo ad adeguare le normative e la legislazione esistente ? ha spiegato Giancarlo Picchiarelli, Presidente dell?Associazione Città del Tartufo ? sono alcune delle attività che la nostra associazione promuove con più forza?. Soci dell?associazione i Comuni di Alba, Sant?Angelo in Vado, San Miniato, Norcia, Castel di Casio, San Giovanni d?Asso, Sant?Agata Feltria, le Comunità montane di Alto Tevere umbro, Alto Molise, Alto Chiascio a cui si sono aggiunti i Comuni di Acqualagna, Apecchio, Ascrea, Asti, Bagnoli Irpino, Borgofranco sul Po, Campello sul Clitunno, Campoli Appennino, Camugnano, Carpineto Romano, Casteggio, Castelfiorentino, Castell?Azzara, Celano, Colliano, Leonessa, Macchiagodena, Montaione,Montefiorino, Montespertoli, Palaia, Quadri, Roccafluvione, San Pietro Avellana, Sant?Agostino, Savigno, Torrebruna, Viano, le Comunità montane di Alta Val Bormida, Alta Val di Cecina, Alto e Medio Metauro, Peglia e Selva di Meana, le Province di Chieti, Isernia, Mantova, Pisa e la Regione Molise.
In collaborazione con le associazioni agricole, dei cercatori di tartufi e di commercianti, oltre che con enti pubblici, turistici e consorzi, l?associazione à
impegnata in una serie di azioni per la valorizzazione del tartufo e, soprattutto, delle specie riconosciute per legge come il ?Tuber magnatum pico? e il ?Tuber melanosporum vit?.
I motivi per cui, annualmente, si rende onore al tartufo con fiere e manifestazioni varie, sono molteplici. Apparentemente umile ed onesto, il tartufo nasconde qualcosa di ben diverso, proprio come il personaggio di Molière cui ha dato il nome. E? quotato sul mercato quasi come l?oro e in annate di particolare scarsità i prezzi raggiungono cifre da capogiro.
Comunque il tartufo resta un dono meraviglioso della natura. Vero diamante della terra, raro e profumato. E anche in periodi di crisi economica, come quello attuale, sono ancora molti i palati che non vogliono rinunciare al piacere di piatti cui il tartufo ? affettato sottile -conferisce un tocco ed un aroma di raffinata prelibatezza.