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Testo di ANNA MARIA ARNESANO e Foto di GIULIO BADINI
Nonostante le sue ridotte dimensioni, più piccolo dell?Italia in un continente dove tutti sono dei giganti, dal punto di vista geografico, climatico e ambientale l?Ecuador si presenta come un paese estremamente vario, tra i più eterogenei del Sud America. Sotto il suo nome si celano infatti tre diversi territori, che hanno tra di loro ben poco in comune, e questa differenziazione costituisce anche la causa delle tensioni politiche che lo contraddistinguono. Ad ovest si estende sul Pacifico una fertile e calda pianura alluvionale, ideale per la produzione agricola e lo sviluppo industriale, abitata da una popolazione attiva, intraprendente e progressista. Il centro è occupato invece da due catene andine parallele, la Sierra, con una ventina di cime vulcaniche che salgono fino a 5-6 mila metri di altezza, intervallate da un altopiano mediano dove si concentra la popolazione originaria india, arretrata e conservatrice, che sopravvive con una misera agricoltura e con l?allevamento. Ad est infine, attorno alle sorgenti del Rio delle Amazzoni, domina invece la savana tropicale e la fitta giungla amazzonica, dove si trovano gli ultimi territori selvaggi e inesplorati del pianeta, regno di un sottosviluppo che nemmeno la scoperta del petrolio è riuscito a colmare. Un mix capace di offrire la maggior densità del continente e la maggior povertà, ma anche la più alta densità forestale (38 %) e di territorio protetto (27 %), oltre ad una delle maggiori diversità biologiche del pianeta, con ben 46 ecosistemi differenti, e culturale con 14 gruppi etnici.
Una curiosità: il vulcano Chimborazo (6.310 m) è stato per secoli considerato la montagna più alta del mondo. Una nazione dove, per le ridotte dimensioni, tutto appare a portata di mano e comunque entro un?ora di volo. L?Ecuador è in grado di offrire parecchio al turista colto e curioso: dalle spiagge deserte sul Pacifico ai più alti vulcani del pianeta fino alla sconosciuta giungla amazzonica, dai resti archeologici incaici alla bella architettura coloniale, per non parlare dei suoi abitanti e del loro peculiare artigianato. La capitale Quito, prima città al mondo ad essere riconosciuta dall?Unesco come Patrimonio dell?Umanità, fu per qualche decennio la capitale dell?impero Inca, prima di essere rasa al suolo e ricostruita dagli Spagnoli nel 1534; il suo centro storico coloniale, dominato da un vulcano alto 4.794 m, è uno dei meglio conservati del continente. Cuenca, altro sito Unesco, è una stupenda cittadina coloniale con architetture del XVI e XVII sec. Otavalo nella Sierra offre un folcloristico mercato risalente ai tempi preincaici. La strada dei Vulcani regala stupende visioni su cime innevate, foreste e laghi. E, soprattutto, a questa nazione tagliata dall?Equatore appartiene quel sito eccezionale che risponde al nome di Galapagos.
Le Galàpagos costituiscono un luogo straordinario della natura per la presenza di animali e piante che non si trovano altrove. Ma risulta ancora più importante il fatto che, per una serie combinata di fattori questo arcipelago formato da un?ottantina di isole tra grandi e piccole, per una superficie totale pari ad un terzo della Sardegna, in pieno oceano Pacifico a mille km dalla costa ecuadoriana, ha rappresentato un laboratorio naturale unico nel suo genere, dove le specie hanno potuto evolversi soltanto in relazione con l?ambiente, senza alcuna interferenza umana. Queste isole vulcaniche piatte o montuose, che presentano lagune, fumarole, crateri attivi, crateri colassati e tunnel di lava, si sono formate in un lasso di tempo compreso tra 5 milioni di anni fa ed oggi.
L?arcipelago viene toccato da due differenti correnti marine, una calda e l?altra fredda, che vi determinano un clima e un habitat del tutto particolari, decisamente diversi da tutte le altre aree equatoriali. Infatti accanto ad iguana, serpenti, tartarughe e fenicotteri, tipici di clima caldi, troviamo pinguini e balene. La vita vi giunse attraverso le correnti marine, il vento e gli uccelli, trovando un ambiente vergine da colonizzare. Ma ogni specie si trovò a dover competere per il cibo con specie analoghe e per poter sopravvivere dovette subìre una serie di mutazioni morfologiche, fisiologiche e comportamentali, pena l?estinzione, capace di dare vita a nuove specie peculiari che non esistono altrove. Fu proprio osservando questi animali che nel 1835 il naturalista inglese Charles Darwin elaborò la sua famosa teoria evoluzionistica sulla selezione naturale, o della sopravvivenza del meglio dotato, valida anche per l?uomo. Nelle diverse isole si possono così incontrare animali curiosi come le longeve tartarughe giganti, enormi erbivori terrestri, le tartarughe verdi marine, la mostruosa e socievole iguana marina, l?unica a vivere in mare, e la colorata e mansueta consorella terrestre, il giocherellone e possente leone marino, l?otaria endemica, la vivace lucertola della lava, tre inoffensivi serpenti, sei gechi, sette balene, tre delfini, 58 specie diverse di uccelli (28 endemiche) tra cui il pinguino, i fringuelli dai becchi differenti, il cormorano che non vola, e poi sule, albatri, fregate, pellicani e fenicotteri rosa, 307 specie di pesci (50 endemiche) e 750 di piante (ben 250 endemiche), compresi diversi cactus nani e giganti. Uno zoo unico e inimitabile.
Le Galàpagos, che erano già note agli Incas, cominciarono ad essere frequentate dall?uomo soltanto nel 1600, quando divennero un covo di pirati, e nel secolo successivo quando divennero base di rifornimento per le navi di passaggio. Fu in questo periodo che alcune specie, sottoposte ad una caccia eccessiva, rischiarono l?estinzione. Solo nel 1959 fu creato il Parco nazionale e la Stazione scientifica Darwin; 20 anni dopo l?Unesco le riconobbe come Patrimonio dell?Umanità.
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