LUISA CHIUMENTI
Si è aperta recentemente a Ostia la V^ edizione della Biennale di ?Arte in memoria? alla Sinagoga di Ostia Antica che, curata da Adachiara Zevi e organizzata dalla Fondazione Volume1, con il patrocinio delle Comunità Ebraiche Italiane e delle Istituzioni, resterà aperta fino al 15 marzo 2009.
Allestita in occasione della Giornata della Memoria 2009 la mostra è stata promossa, oltre che dal Ministero per i Beni e le Attività culturali - Sovrintendenza per i Beni Archeologici di Ostia (particolarmente voluta dal Sovrintendente Angelo Pellegrino), da PARC-Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l?architettura e l?arte contemporanea; presidenza della Giunta Regionale Lazio; Assessorato alle Politiche culturali della Provincia di Roma; Municipio Roma XIII.
L?esposizione ha fatto sì che in modo esemplare ed eccezionalmente efficace l?arte contemporanea dialogasse con i prestigiosi reperti archeologici della Sinagoga di Ostia. Dalle precedenti dizioni infatti sono situate in modo permanente fra i ruderi, opere di Sol Lewitt, Pedro Cabrita Reis e Gal Weinstein che sono state donate dagli artisti.
Quest?anno gli artisti presenti, che sono stati invitati alla Biennale di Arte in memoria alla Sinagoga di Ostia Antica, sono stati Marco Bagnoli, Daniel Buren, Gianni Caravaggio e Susanna Solano.
Ed ecco la forte suggestione dell?installazione del toscano Marco Bagnoli (1949), dal titolo ?La voce? : una scala in ferro, posizionata su una delle 4 colonne dell?aula sacra, veramente crea uno slancio vitale verso quella ?voce? celeste che sembra quasi di udire attraverso l?ascesa realizzata dai 36 scalini, su ciascuno dei quali, a salire e a scendere, è stato scritto in ebraico il nome dei 72 angeli che sono anche sillabati da una ?voce? appunto che esce da un vaso in ceramica rossa, posizionato nella zona sacra.
Siamo nell?area centrale della Sinagoga; la Sinagoga di Ostia, risalente al sec. I d. C., seconda della ?Diaspora?, dopo quella di Delo, risalente al secolo I a.C., presenta ancor oggi alcuni resti, orientati in direzione est-ovest, che fanno solo intuire la consistenza tradizionale del complesso costituita dalla sala riunioni, la sala che custodiva l?arca con la Torah, la cucina per preparare il pane azzimo, il bagno rituale, un?edicola per il deposito dei rotoli della legge e il muro semicircolare che ha dinanzi due colonnine.
L? opera in bianco e nero, che si presenta come una sorta di ?integrazione? del mosaico antico, è stata realizzata invece dall?artista francese Daniel Buren con blocchetti di granito bianco e marmo nero incorniciato da strisce nere e bianche, contenenti appunto i resti dell?antico mosaico musivo.
?Transmutatione? è poi il titolo dell?opera di Gianni Caravaggio, (1968), come pure ? Lo stupore è nuovo ogni giorno? ; mentre l?opera della nota scultrice spagnola Susanna Solano (1946), ha il titolo: ?Letanìas del recuerdo?, 2009 e, posizionata sul forno, fa riferimento evidente al miracolo della manna.
Ricordiamo ancora come ?Arte in memoria? partecipi alla ?Giornata della Memoria?, istituita dai Parlamenti europei nelal data di apertura dei cancelli di Auschwitz, con la convinzione che un progetto sulla memoria debba trovare una continuità nel tempo.
Ma il messaggio evocativo che i ruderi di Ostia riescono trasmettere tramite questa esposizione di opere d?arte contemporanea, ha una sua forza di carattere storico, etico, civile e culturale, riuscendo anche a dare un significato nuovo alle stesse rovine.
E? così che la manifestazione, come ha sottolineato la curatrice, con la sua periodicità, viene anche ad assumere un importante ruolo di ?continuità? perché ogni nuova edizione, fra l?altro con artisti sempre diversi, avendo luogo sul tema della ?memoria?, rappresenta un passo avanti sulla via del dialogo fra opere contemporanee e scavi archeologici.
E? un?iniziativa che impegna fra l?altro anche lungo tempo; gli artisti vengono infatti innanzitutto invitati a visitare i luoghi, a scegliere quindi ciascuno il proprio spazio, a studiare il progetto e infine realizzare l?opera e tenerla esposta per due mesi, al termine dei quali alcuni lavori saranno poi donati per rimanere sul luogo in modo permanente e in una equilibrata osmosi fra opere contemporanee e contesto storico.
Per informazioni:
tel. 06.32652596