Testo e Foto di STEFANO ROSSINI
Eutyches era un medico, di probabile provenienza greca, abile nella sua arte, ricco e dai gusti raffinati. Viveva attorno al III sec. d.C. nell?antica Ariminum, in una domus stretta tra la spiaggia dell?Adriatico e la grande ansa del Marecchia (al tempo Ariminus) il grande fiume della città. Nelle principali stanze della domus si trovano mosaici policromi di squisita bellezza, ma anche statue di filosofi e dei, e un piatto in pasta vitrea con l?effige di due pesci.
Quella di cui stiamo parlando è la storia della Domus del chirurgo, il più importante complesso archeologico riminese inaugurato lo scorso dicembre, all?interno di una struttura all?avanguardia, e che ha da poco compiuto un anno.
In realtà, la grande Domus di Eutyches non è che una delle tre strutture visitabili all?interno del sito. Sono ancora oggi ben visibili sia un precedente impianto repubblicano, sia una villa più tarda, di probabile periodo bizantino – guerra greco gotica – con altri mosaici – meno raffinati di quelli del III secolo – in alcuni punti distrutti per la creazione di tombe coeve. Una delle cause di questo ritrovamento fortuito (scoperto durante alcuni lavori alle condutture durante la fine degli anni ?80) è stato proprio la trasformazione della piazza in parco cittadino nell?800, cosa che ha evitato ulteriori costruzioni e speculazioni sulla zona.
Ma il ?personaggio? più affascinante del complesso rimane sicuramente il cerusico di periodo imperiale, probabilmente devoto a Giove Dolicheno e di scuola filosofica epicurea. Di lui si perdono le tracce durante le scorrerie barbariche del III secolo, giunte fino ai tranquilli lidi adriatici. Sono ancora visibili i segni del fuoco sulle pareti, ed è ben intuibile il crollo del secondo piano sopra il primo – che anche grazie a questo si è parzialmente salvato.
Che Eutyches, fosse medico si deduce facilmente dalla notevole collezione di oltre 150 strumenti medici (la più vasta mai trovata del mondo antico). Il resto – qui un po? romanzato – lo dobbiamo all?abile lavoro degli archeologi che, in quasi 20 anni di scavi e ampliamenti, condotte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell?Emilia Romagna in collaborazione con i Musei Civici di Rimini, hanno delineato non solo le tracce delle case e delle stanze, ma anche delle vite passate tra quelle mura, grazie a continui riferimenti incrociati tra reperti, documenti e ritrovamenti
Nonostante le polemiche che hanno accompagnato i lavori – come sempre accade in questo paese – merita una menzione anche la struttura moderna che oggi raccoglie e protegge tutto il sito. Costruita in vetro e legno, la grande copertura permette di ammirare lo scavo anche dall?esterno, si armonizza bene con la piazza, grazie al giardino pensile, e soprattutto è progettata in modo che i ponticelli interni e gli stessi pilastri non posino sui preziosi resti degli scavi.
La collezione della domus è conservata al Museo Civico della Città di Rimini, che sorge proprio di fronte allo scavo. I pezzi più affascinanti sono proprio la collezione di strumenti chirurgici, il Pinax, il quadretto in pasta vitrea che rappresenta i due pesci e i mosaici della domus.
Ringraziamo l?Operatore Archeologico Matteo Casadei che ci ha accompagnato in questo straordinario viaggio nel tempo.
Per info:
Il Museo della Città – Rimini, in via L. Tonini, 1.
Per informazioni: Tel. 0541 21482
Per informazioni: Tel. 0541 21482