Testo di ANNA MARIA ARNESANO e Foto di GIULIO BADINI



Nell?estremo sud-est dell?Algeria, presso il confine con il Fezzan libico, si estende il maggiore, il più noto e anche il più caratteristico dei tassili centro-sahariani, il Tassili n?Ajjer, un imponente massiccio di arenaria lungo ben 750 km da nord a sud, largo tra 60 e 100, che imponenti antiche spinte tettoniche hanno innalzato fino ad un?altitudine di 1.800 m, circondato da ogni lato da un immenso oceano di sabbia di alcuni dei maggiori erg algerino-libici.  Come in tutti gli altri tassili (altopiano in lingua tuareg) il sollevamento non è però stato omogeneo, ma maggiore nel settore occidentale, per cui la pila orizzontale degli strati di roccia presenta una netta falesia precipite alta anche parecchie centinaia di metri sul lato ovest, mentre ad est gli strati inclinati digradano dolcemente verso gli erg libici. L?erosione idrica ed eolica su questa tenera roccia, composta da sabbie marine pressate, ha agito nel tempo in maniera rilevante, producendo una serie incredibile di canyon, pinnacoli, faraglioni, torri, archi e castelli di pietra corrosi in mille forme bizzarre, che ne fanno un?area suggestiva e fantastica di deserto roccioso.


A Sefar, ad esempio, le rocce erose secondo assi fra loro ortogonali per la presenza di fratture negli strati, hanno dato vita ad una vera e propria città di pietra con edifici, strade, piazze e monumenti, che appare oggi come bombardata dall?erosione: una zona molto ampia dove ci si può anche perdere come in un labirinto. Il gran canyon di Tamrit è profondo quasi 700 m ed è tanto stretto che il sole fatica a penetrarvi. Numerosi anche gli uadi, antichi corsi d?acqua ora fossili, e le guelte, depositi d?acqua in vasche di roccia. Le esplorazioni compiute nell?ultimo secolo da ricercatori francesi vi hanno rivelato la presenza di un numero incredibile di incisioni e di pitture rupestri, oltre 10 mila immagini che coprono un arco di tempo di 10 mila anni, e fanno del Tassili la più ricca e varia, ma anche la più scenografica galleria d?arte rupestre preistorica del mondo, con non pochi pannelli di 20 e 30 mq di superficie, nascosti entro piccole cavità e in ripari sottoroccia, fatti conoscere al mondo dai libri di Henri Lothe, il maggior studioso in materia. Immagini di uomini e di animali risalenti ad un?epoca lontana, quando il Sahara era verde e un oasi di vita preistorica pulsante. Il parco nazionale del Tassili è stato riconosciuto nel 1982 dall?Unesco come Patrimonio dell?Umanità.


Altra gemma del Tassili  è data da una varietà endemica di cipresso (Cupressus dupreziana), una specie relitto testimonianza di un clima temperato assai diverso da quello attuale.  Si tratta di un centinaio di piante plurimillenarie di grandi dimensioni, con tronchi capaci di arrivare ad un diametro anche di 6 metri, sparse su un?area di 200 kmq, che si distinguono dai normali cipressi per i rami a candelabro e le foglie color verde opaco. La loro presenza nel clima attuale sa di miracoloso: per sopravvivere debbono infatti adattarsi a scarsissime precipitazioni (una media di 30 mm/anno), frequenti gelate e ad una rilevante escursione termica con temperature comprese tra ? 10 e + 40° C. Per le sue caratteristiche geografiche, che non permettono la penetrazione né alle truppe cammellate di ieri, né ai mezzi meccanici di oggi, il Tassili ha consentito all?inizio del secolo scorso alle tribù dei tuareg  locali dei Kel Ajjer di opporre una strenua resistenza alla dominazione militare e coloniale francese nel sud dell?Algeria. 


Il Tassili n?Ajjer si rivela una regione ideale per la pratica del trekking sahariano per la presenza di stupendi panorami e di capolavori d?arte preistorica, per il suolo roccioso, gli scarsi dislivelli sommitali e il clima relativamente temperato per  l?altitudine; ma si tratta anche di una scelta obbligata, perché l?altopiano risulta accessibile soltanto a piedi, attraverso alcuni passaggi chiavi (le akbe) scavati nella falesia precipite. Si sale infatti in 4-5 ore su ripidi sentieri e canaloni, mentre il materiale viene trasportato in quota da asini. Il percorso sul plateau risulta invece facile e rilassante, in un contesto di grande suggestione, e si dorme ovviamente sotto le stelle, un?esperienza davvero entusiasmante sotto il cielo sahariano.

 

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