CARMEN DEL VANDO BLANCO
Curata da Javier Arnaldo, conservatore del prestigioso museo madrileno, questa doppia rassegna getta uno sguardo sull?espressionismo, cubismo, futurismo, vorticismo e prima astrazione, con la Prima Guerra Mondiale di sottofondo, avvalendosi di 222 capolavori ceduti da un totale di 80 importanti musei e collezionisti di 16 paesi diversi, grazie ai quali si compie un approccio diverso alle avanguardie e all?evoluzione della nuova arte internazionale fra gli anni 1913-1918, mai presa in considerazione come tema di una monografica di questa levatura.
Da sottolineare che, nella storia dell?arte, pochi sono stati gli eventi storici in grado di segnare così profondamente il corso delle prime avanguardie artistiche come la Prima Guerra Mondiale.
Il periodo precedente allo scoppio della Grande Guerra vide il manifestarsi della massima vitalità dei movimenti d?avanguardia, la cui volontà d?insurrezione preannunciava quella militanza bellicista espressa, poi, dalla maggior parte degli artefici della nuova arte.
Inoltre, l?esperienza della guerra determinò la produzione di molti di essi e non solo per il tema dei lavori ma anche come una realtà che manifestava le contraddizioni dentro quell? ideale di modernità in cui si inserivano le proprie opere.
Ora, in questa immancabile occasione, ce ne viene offerto un accurato campionario che documenta l?andamento artistico fra il 1912 e il 1917, fornendo una lettura interpretativa a partire dalla guerra.
Sono presenti numerosi autori appartenenti alle più importanti correnti di questa nuova arte: Klee, Kandinsky, Marc, Schiele, Brancusi, Chagall, Nolde, Balla, Goncharova, Boccioni, Léger, Zadkine, Severini, Popola, Grosz, Macke, fino a completare un elenco di 68 firme, per mostrare il ruolo profetico assunto dall?arte avanguardista rispetto agli eventi, che la condurranno, poi, alla crisi, derivandone una scrittura apocalittica che nasce e muore in quel periodo, oppure la denuncia di fronte all?orrore del conflitto come viene interpretata da alcuni artisti.
Da evidenziare la figurazione di Umberto Boccioni con 3 oli fondamentali, il nucleo di opere di Franz Marc, Paul Klee, Marc Chagall, Sironi e Lehmbruck, o la serie di disegni di Ossip Zadkine insieme a un acquerello mai esposto, oltre ai disegni di Marcoussis, alcune opere di Sironi, Lothe, Lehmbruck o Rouault e una interessante scultura attribuita a André Dérain, recentemente scoperta, che tracciano un percorso totalmente inedito, articolato in 13 capitoli suddivisi nelle due sedi espositive: ?L?oscuramento del mondo?, ?La seconda visione?, ?Gli ultimi giorni dell?umanità?, ?L?avanguardia a cavallo?, ?Canzone di guerra?, ?Vortice distruttivo?, ?Guerra delle forme. Una estetica della scomparsa? e ?Carico di profondità? allestiti nel Museo Thyssen; mentre ?Apocalisse del nostro tempo?, ?Artista e soldato? ?Cubismo nelle trincee?, ?Lo stigma della condanna? e ?C?est la guerre? esposti nella Fundacion Caja Madrid.
Ancora presi dagli avvenimenti dell?ultima guerra, che degenerò nell? Olocausto e Hiroshima, forse perché più vicina nel tempo, quasi ci si dimentica dell?enorme disastro causato dalla Prima, il conflitto che riuscì a distruggere tre grandi imperi ?il russo, il tedesco e l?austro-ungarico- oltre ad aprire in Europa quel profondo abisso di cui sarebbero emersi i terribili regimi totalitari. Eppure, la Grande Guerra costituì una fonte di ispirazione per una generazione d?artisti e scrittori che la vissero come una missione eroica di sacrificio con la speranza di veder rinnovare la civiltà europea.
Malgrado il dilagare del fanatismo nazionalista nei gruppi d?avanguardia allo scoppio della prima guerra mondiale, la mostra mette in luce le profonde affinità espresse fra di essi, coincidendo nell?attrazione verso certi aspetti dell?esperienza bellica a cui diedero forma.
Con l?obiettivo di apportare nuove conoscenze e nuovi criteri sulla capacità dimostrata dai nuovi linguaggi artistici di ?vestire? le proprie rappresentazioni con una divisa visiva del bellicismo, il Museo Thyssen-Bornemisza ha organizzato un corso monografico aperto fino al 17 dicembre 2008.