LUISA CHIUMENTI



Primo atto della Fondazione Ermitage Italia che ha appena inaugurato la propria sede nell?antica reggia estense, è stata allestita, nel bellissimo  Castello di Ferrara recentemente restaurato, la grande mostra: Garofalo. Pittore della Ferrara estense.

Ed è significativo al riguardo che il prestigioso museo russo abbia scelto di esporre a Ferrara  alcune fra le più belle opere del Garofalo, tra cui quella “Deposizione” (1540), che fece conoscere alla Russia il grande Rinascimento italiano e inaugurò nel 1720, ai tempi di Pietro il Grande, le collezioni reali russe.
Se Giorgio Vasari, che fu amico del Garofalo, lo presenta come persona mite e di buon carattere, tanto che nemmeno la terribile disgrazia che l?aveva colpito a cinquant?anni (quella della perdita di un occhio) non ebbe alcun riflesso negativo sul suo carattere, la natura pia e generosa di Benvenuto Tisi (1481- 1559), detto il Garofano, riconosciuto dai contemporanei quale ?Raffaello ferrarese? , è documentata dal suo lavoro gratuito per il Monastero delle monache di San Berardino. Senza pretendere alcun compenso, ?per venti  anni continui e tutti i giorni di festa?, egli infatti dipinse nel monastero molte importanti opere ad olio, a tempera e ?a fresco?. Insomma quella del Tisi, detto il Garofalo dal paese di origine del padre, (e che talvolta firmava le sue tele con un piccolo garofano rosso), fu una vita esemplare e feconda.

Il Vasari ne ricorda la scoperta di Raffaello e Michelangelo durante il soggiorno romano del 1512 e menziona inoltre la sua amicizia con ? Giorgione da Castel Franco pittore? e  con ?Tiziano da Cador? e Giulio Romano, sempre pronto ad assimilare e interpretare da un lato tutti i nuovi apporti di natura  coloristica insiti nella  pittura veneziana e dall?altro la forza del  classicismo raffaellesco, ma anche  le novità introdotte da Giulio Romano e da Girolamo da Carpi, in una rara  capacità di sintesi, indicata dal Vasari come estremamente “moderna”.
Siamo nella Ferrara del primo Cinquecento, sotto il regno di Alfonso I e poi Ercole II d?Este, e Benvenuto Tisi era divenuto uno dei pittori più famosi, specialmente  per quella sua interpretazione serena e sognante del mondo, che manifestava nelle sue Madonne, Santi e Bambini che sembrano personaggi le cui movenze appaiono ambientate all?interno di paesaggi fantasiosi, che si possono facilmente avvicinare a quelli descritti nei poemi ariosteschi.

Ma sia la critica, a cominciare dallo stesso Longhi, che la dispersione di gran parte del patrimonio artistico ferrarese, hanno fatto sì che la figura del Garofalo rimanesse offuscata nello scorrere del tempo. Ecco quindi il grande pregio della mostra allestita nelle splendide sale del Castello Estense di Ferrara, di avere in certo modo riabilitato la figura di questo grande artista,  attraverso una sessantina di opere e altre 12 tele dei suoi maestri e coevi, che lavoravano nello stesso periodo nell?ambito  culturale della corte estense.


La rassegna si sviluppa a cominciare dagli esordi del pittore estense, con tre sale degli appartamenti ducali al primo piano del Castello, dove si possono vedere preziose tavole, quali la grande “Annunciazione” della Fondazione Dini dipinta fra il 1505 e il ?12. Altre tre sale, da quella del Governo a quella detta “dei paesaggi”, nella Torre Marchesana, raccontano la maturità dell?artista segnata dalla folgorazione per l?arte di Raffaello e raccolgono opere realizzate dal 1512 al ?26. La “Pala di Argenta”del 1512, e la grandiosa Pala “Suxena” (dipinta due anni dopo) documentano l?influsso di Raffaello sull?arte del Garofalo.

Intorno a Garofalo sfilano i suoi maestri e sodali: da Domenico Panetti di cui è in mostra la splendida tavoletta della “Madonna col Bambino”, dipinta nel 1500-1505, alla bellissima “Madonna col Bambino” di Boccaccio Beccaccini, al “Compianto sul Cristo Morto” e “Madonna col Bambino in trono” di Francesco Francia fino al fantasioso Dosso Dossi – col quale il Garofalo lavorò al “Polittico Costabili” – presente in mostra con la “Sibilla” dall?Ermitage e “Paesaggio con scene di vita di santi” dal Puskin di Mosca.
La mostra si chiude sugli ultimi anni del pittore, presentando lavori come : “Venere e Marte e Diana con Endimione”, da Dresda; “Augusto con la Sibilla”, da Colonia; l?”Allegoria di Ercole d?Este e di Ferrara” dal Museo Liechtenstein di Vienna.
E ricordiamo infine come tutta Ferrara dia  testimonianza della presenza di questa figura del nostro ?500: da Palazzo dei Diamanti che custodisce un importante nucleo della sua opera, al Palazzo Costabili e al Seminario Vecchio da lui affrescati, alla Cattedrale e altre chiese che conservano tante delle sue tele.

 

 

Per informazioni: tel. 199.411.120