LUISA CHIUMENTI
A Palazzo Venezia, in Roma, è stata recentemente realizzata, per la cura di Luca Ronconi (con Margherita Palli) quella che si può considerare la prima monografica mai dedicata a Sebastiano Del Piombo, l?artista veneziano vissuto in uno dei periodi più straordinari per l?arte italiana, tra la fine del ?400 e la prima metà del ?500.
Allievo di Giorgione, Sebastiano Del Piombo ebbe in realtà questo nome per la particolare attività che svolgeva, ossia quella di ?bollare i diplomi pontifici col sigillo del piombo?, ciò che in effetti gli procurava una rendita sicura e ambita che veniva concessa agli artisti a riposo e in cui il Luciani (questo era il suo vero cognome), successe a Mariano Fetti nel 1531.
Roma fu la città che lo vide stringere amicizia con il grande Michelangelo, e che avrebbe portato la sua produzione ai vertici più elevati, con le tavole e le pale più grandiose, i ritratti e i disegni, in un crescendo di colori profondi e spesso molto cupi.
Fondando la sua ricerca in un incontro fra iconografia popolare e studi di dottrina, e portando entrambi ad altissimi livelli, egli dimostrò la propria fantastica capacità creativa in tutte le opere che ha lasciato in Roma, come nella chiesa di San Pietro in Montorio o in quella di Santa Maria del Popolo.
La mostra di palazzo Venezia è in assoluto, come si diceva poc?anzi, la prima rassegna dedicata interamente all?artista e rappresenta anche una vera e propria ?sintesi? di quelle che sono state le istanze pittoriche portate avanti dalle maggiori scuole del nostro Rinascimento.
Il particolarissimo allestimento scenografico cui ha dato vita Luca Ronconi, con Margherita Palli, realizzato con soluzioni tecniche d? avanguardia, rende il percorso espositivo ancora più suggestivo nella sua complessità, facendo sì che alcune opere emergano isolate dal contesto, in piena atmosfera di calda luminosità, mentre altre aquistino una maggiore forza emotiva, emergendo da più nascoste angolazioni d?ombra.
Dopo che, nella natia Venezia, egli aveva compiuto la prima parte dei suoi studi con il Giambellino, e aveva anche frequentato il Giorgione, Sebastiano Del Piombo giungeva a Roma nel 1511, chiamato dal grande mecenate, il senese Agostino Chigi quando già era un artista affermato. Regli avrebbe poi concluso la propria viata in Roma, poiché qui lo raggiunse la morte, il 21 giugno 1547.
Sappiamo fra l?altro che egli si trovava a Roma al momento del famosissimo Sacco del 1527: infatti ciò é testimoniato da una lettera all?amico Buonarroti del 1531, in cui egli denuncia chiaramente il trauma che aveva subito dal quell?evento funesto: ?Ancora non mi par esser quel Bastiano che io era inanti al sacco: non posso tornar in cervello ancora?!
La mostra di palazzo Venezia ha presentato settanta opere, che vanno dal periodo veneziano, ai ritratti romani, ed ai temi religiosi, quali le grandi tavole della “Pietà” e della “Flagellazione” da Viterbo, sempre più improntate a quel monumentalismo, fortemente vibrante di emozioni dalla forte drammaticità, legata naturalmente ai profondi temi trattati.
Molti anche i disegni preparatori, da osservare in quella equilibrata proposzione di opera grafica e di colore, in cui appare piuttosto rarefatta ?quella dicotomia fra primato del disegno e primato del colore, a lungo dibattuta dagli storici tra Venezia e Firenze?.
E? inoltre da segnalare la sezione della mostra relativa al ?confronto con i pittori della Controriforma romana, da Francesco Salviati a Scipione Pulzone, fino ad arrivare alla fortuna di Sebastiano in Spagna?
Organizzata dalal Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano , la Stiftung Preusscher Kulturbesitz-Gemaldegalerie e MondoMostre, la mostra si avvale di un prezioso Catalogo pubblicato da Federico Motta editore.
Ricordiamo infine il grande convegno internazionale dedicato all?artista ed il futuro allestimento della stessa mostra romana presso la Gemäldegalerie di Berlino.
Per informazioni:
06 68192230