LUISA CHIUMENTI



Ha avuto luogo recentemente, negli spazi di ?Museum?, in via Campania, la mostre di sculture di Luca Padua.

Forte è la suggestione che le mura aureliane evocano in qualsiasi tratto dell?ampia cinta che circonda l?Urbe, ma il tratto compreso fra la porta  Salaria (abbattuta nell?800, per motivi di ?snellimento del traffico?!) e la porta Pinciana è forse uno dei più affascinanti proprio per gli spazi che racchiude, che da sempre hanno dato vita a momenti d?arte.

Ed è giusto quanto ha scritto lo stesso scultore, che ha esposto le sue opere che ?coniugano? così bene ?il colore della propria materia, con quello dei mattoni delle antiche mura??
?.?Hai presente mattoni che giocano con le migliaia di anni? Hai presente il cemento di allora e che lega ancora? Hai presente entrare dentro un muro? Hai presente entrare tra le maglie di un muro come una formica?? ( Luca Padua – 20 marzo 2007).

Effettivamente c?è solo ?lo spazio per salire? e mentre percorri il corridoio per giungere alle salette espositive, senti quasi il respiro di quei mattoni che, ad un tratto si ampliano proprio nel respiro attuale dei personaggi, quelle splendide, piccole figure  che formano il mondo femminile di Luca Padua: bambine, donne,  ?figlie dell?Arte?, figure che affermano la propria vitalità attraversando  ?secoli e secondi?, nella continuità della vita, ?i primi invecchiati, gli ultimi di ora e già eterni?. Creta bagnata dentro nylon, antichi scritti nei muri. Utopie irrealizzate che lì respirano. E pennelli, Chiavi. Busti??

Nera
Luca Padua è un medico di fama internazionale ed ecco che la sensibilità che il medico Luca pone nei suoi contatti con la malattia e con il dolore, si stemperano nella realizzazione artistica, nei contatti con la materia, con quella creta che diventa viva nelle sue mani, nella ricerca della bellezza, allo stesso modo con cui egli cerca di ottenere  il benessere, che è pur sempre bellezza, per colui che si affida alla sua professionalità.

E tra le mura aureliane che hanno attraversato il tempo, tutto ciò si esalta, fra archi e volte?? Un muro? e se lo spazio si allarga per due metri di un metro ti dicono che sei nella torretta. E? lì il Largo. Che è  il solo stretto dove i pensieri possono girarsi per tornare nel verso opposto. Ma non uscire. Rigirano in fondo e tornano qui. Librerie spesse 20 centimetri. Scaffali larghi un palmo? cassettini di bottoni, fili, racconti, sogni. Tutto in una polvere grigia della Terra??.: è quanto si legge in un pannello in cui lo scultore ha evidenziato la spontaneità di alcune sue riflessioni, a contatto con lo spazio affidatogli per la sua esposizione.
Ricordiamo che la mostra ?Luca Padua. La Lava degli Dei? è stata realizzata dalla Associazione Culturale Arte Educatrice Museum Onlus (Via Campania, 8 ? Roma 9, con il sostegno della Galleria Vittoria di Tiziana Todi (Via Margotta, 103).

 

 

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