CARMEN DEL VANDO BLANCO
La sua visione, arrivata direttamente da Valencia, la terra di Joaquín Sorolla Bastida, costituita dalla serie di tele realizzata dal pittore per la Hispanic Society di New York, celebrò il passato mese di Novembre la riapertura del Centro Culturale della Banca, Bancaja, della capitale valenciana.
Definito come il ?Velázquez della luce?, con le sue lunghe pennellate, Sorolla seppe trasferire magistralmente la luce mediterranea nei suoi quadri. Il suo stile luminista fu riconosciuto nelle mostre di Parigi (1906) e di New York (1909), conquistando una vasta clientela e convincendo la critica, allo stesso tempo. Il chiarore spagnolo, la gente paesana e le sue attività vivono dentro i suoi dipinti, dove luce e cromatismo si alleano per offrire il migliore dei risultati. Questa sua opera, la più importante, destinata alla Hispanic Society newyorchese, riempì le pareti della sua biblioteca con i quattordici pannelli che ritraggono delle scene caratteristiche delle diverse regioni spagnole. Un incarico che lo portò a viaggiare per tutta la Spagna per immortalare le più vive coreografie del suo colorito panorama, dal 1912 al 1919, gli ultimi anni della sua vita.
Si tratta di un?opera complessa, che raggruppa un totale di 14 dipinti, in cui Sorolla si impegnò pienamente, intitolati: ?Castiglia. La festa del pane? , il più grande e completo di tutti dove l?artista mescola i personaggi e i motivi più diversi, illustrando una Castiglia tutta sua; ?Siviglia. I Nazareni? illustra la processione della Settimana Santa, e in questo contesto, i personaggi appaiono come collocati in una scena teatrale; ?Aragòn. La Jota?, qui, il suo cromatismo luccica nelle vesti e nel paesaggio, raggiungendo la più elevata quota; ?Navarra. Il Consiglio del Roncal? riflette la sua idea democratica della Spagna attraverso dei personaggi che mostrano una marcata impronta di Velázquez e un impianto che ricorda la pittura europea iniziata da Manet; ?Guipúzcoa. I Birilli? dove, con la tonalità del verde, coglie l?essenza naturale del Paese Basco; ?Andalusia. La ritirata? descrive una tipica scena nell?allevamento dei tori ?bravi? (quelli destinati alle corride) dove l?autore gioca con i colori per fare spiccare il bianco sorollano; ?Siviglia. Il ballo? da una sintesi di colori, luce e movimento che, insieme al quadro di Valencia e dei toreri di Siviglia, rappresentano le immagini più spagnole della collezione; ?Siviglia. I Toreri? ritrae quindici figure vestite per la festa della corrida dentro un contrasto che definisce le figure, alcune sotto la luce, altre nell?ombra, alludendo alla divisione della piazza in sole e ombra;
?Galizia. La Romeria? da vita al cammino di un pellegrinaggio in cui si intrecciano personaggi e bestiame; ?Catalogna. Il Pesce? fa riemergere il caratteristico asse sorollano bianco-blu, con più forza ancora, illuminato dal candore della camicia della donna al centro della composizione; ?Valencia. Le Groppe? forse il quadro più allegro dal punto di vista cromatico, probabilmente perché si riferisce alla sua terra natale; ?Estremadura. Il Mercato? osserva in situ la gente che lavora al mercato, vista con una lente poetica; ?Elche. Il palmeto? coglie alcuni braccianti, soprattutto donne, al momento della raccolta dei datteri già maturi, avvolti da una sottile nebbia; ?Ayamonte. La pesca del tonno? offre una delicata sovrapposizione fra il paesaggio e le figure dei pescatori, dove spicca di nuovo il bianco e il blu e, questa volta, ravvivati dal tocco rosso del sangue del pesce.
Attraverso questi splendidi e luminosi paesaggi, il maestro di Valencia ci restituisce una autentica percezione visiva della Spagna del XIX secolo.
Come ha sottolineato l?Assessore alla Cultura del Governo Andaluso, Rosa Torres, ?Sorolla è uno di quei pittori che si trovano nei più alti piedistalli della critica e anche nel cuore del pubblico?.