CLOTILDE PATERNOSTRO
Mirò o la grande fantasia nelle forme e nel colore. Colori violenti, ?gridati?, brillanti; forme o archetipi di forme vaganti nello spazio; scintille di luce,di splendida brillantezza in assoluta libertà nell?aria; questo il Mirò più conosciuto, quello del surrealismo pieno ( 1925) ma la mostra del Palazzo dei Diamanti di Ferrara- sino al 25 maggio 2008 e che successivamente sarà portata a Madrid al Museo Thyssen ? Bornemisza dal 17 giugno al 14 settembre è incentrata su altro tema: la terra, tematica poco approfondita di Mirò ma di fondamentale importanza nell?intera sua produzione artistica ( non solo per le tematiche attuate ma e soprattutto per la sua incessante ricerca di materiali inusitati, da qui anche le sue famose ceramiche).
Partendo dalla riflessione sulla terra,Mirò sviluppa una serie di temi ben individuati e precisi: la rappresentazione del mondo rurale e contadino, l?attenzione ai temi della sessualità e della fertilità, l?interesse per la materia, i temi dell?aldilà e delle metamorfosi, l?eterno susseguirsi della vita e della morte.
La mostra di Ferrara ha comunque un lungo percorso prendendo il via dalle opere del 1918 e 1921 realizzate a Montroig ,in Catalogna,luogo molto amato dall?Artista dove tornerà più volte; di tale periodo sono paesaggi eseguiti con scrupolosa attenzione al vero,al dettaglio-? foglia per foglia, filo d?erba per filo d?erba?; seguiranno le opere del momento parigino-supporto intellettualistico sarà il movimento Dada, e avremo paesaggi caratterizzati da due motivi di fondo: la memoria e la dimensione onirica ( spazi onirici e figure archetipe). Seguiranno le opere dedicate al tema della fertilità e di Plutone, dio degli inferi essendo considerata,sin dall?antichità, la fertilità legata alla vita sotterranea ove scorre la linfa vitale della terra. Tra il 1934 e il 1936 Mirò darà vita a tele dedicate a tale singolare tema.
Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, Mirò rientrerà a Montroig dove eseguirà opere su masonite mentre degli anni Cinquanta saranno invece oggetti poliformici e polimaterici. Del 1956 è il trasferimento di Mirò a Palma di Maiorca dove realizzerà pitture, e sculture e assemblaggi di grandi dimensoni elaborando,in essi, svariate tecniche con l?ausilio di oggetti eterogenei ottenendo risultati di grande fascino. Qui,tema fondamentale, è il ciclo vita ?morte con ammaganti variazioni figurative sull?eterno trasformarsi della materia.
Juan Mirò ,nato a Barcellona nel 1893 muore a Palma de Maiorca nel 1983.