CARMEN DEL VANDO BLANCO



La preziosa rassegna riunisce un centinaio di capolavori dispersi fra i vari musei della Francia, Italia, Inghilterra e Stati Uniti, oltre alle sculture del duomo di Pisa, dei monumenti di Tolouse e del portico de Sant Père de Rodes, opera del Maestro di Cabestany e si completa con la ricostruzione virtuale del magnifico portale di Ripoll.

Il prestigioso Museo catalano, custode della più importante raccolta di pittura romanica, presenta un periodo di grande maturità dell?arte di allora, quando in Europa si configurava un nuovo panorama monumentale grazie alla costruzione di chiese, portali scolpiti e chiostri. Opere ispirate in gran parte alla tradizione artistica romana, vale a dire, all?antichità classica che imperava su tutto il Mediterraneo. Infatti, l?uso del termine ?romanico? suggerisce che l?arte dei secoli XI e XII si riallaccia all?antica Roma.


Questo nuovo paesaggio ad opera dell?uomo prende corpo con più forza nella Toscana, come dimostra la Cattedrale pisana. Con riguardo alla Catalogna, anch?essa, nelle decadi centrali del XII secolo, registra un momento di grande fermento artistico.

Storicamente, di fronte a al-Andalus, si consolida una rete nel Mediterraneo occidentale, mettendo in contatto grandi centri culturali e artistici: Barcellona e i contadi catalani, Tolouse e il Languedoc, Pisa e la Toscana, i cui rapporti, in un momento che raggiunge un alto livello qualitativo, generano una infinita serie di opere distribuite dalla Navarra alla Toscana.

Una delle personalità più rilevanti in questo campo nell?Europa di questo tempo, è il Maestro di Cabestany, come si può osservare dal nucleo di lavori in mostra, esemplificati dal cosiddetto timpano di Cabestany. Questa straordinaria figura ci ricorda i viaggi che compivano quei maestri scultori, spostandosi da una parte all?altra del Mediterraneo quando la scultura regnava nei chiostri e nei portici per abbellire cattedrali e monasteri, canoniche e parrocchie. Un rinnovato interesse artistico arricchisce anche l?interno dei templi con un raffinato mobilio d?altare e con delle splendide immagini in legno, di cui il MNAC si sente privilegiato custode.


Tolouse con la sua triade di grandi monumenti ? Saint Sernin, la Daurade e il Duomo di Saint Etienne- costituisce una delle grandi fonti dell?arte romanica dalla fine dell?XI secolo. I suoi contributi si concretizzarono nei relativi chiostri, abbondanti di temi istoriati, elaborati da alcuni dei migliori scultori dell?epoca. Il suo influsso nella Catalogna si fece sentire lungo il XII secolo nei numerosi complessi chiave.

Da parte sua, Pisa rappresenta l?apice del Romanico nella Toscana: durante l?XI e XII secoli la potente città diventa il primo museo all?aperto di pezzi antichi e, cercando di attingere il prestigio dell?antica Roma, nella Repubblica Pisana riciclarono i marmi provenienti dalla Città Eterna, collocando anche dei sarcofagi antichi per seppellire i suoi magnati.

La mostra, in antitesi con l?idea di un romanico spento, geometrico o monocromatico, espone un arte colorata che esprime il gusto per la narrazione. La scultura si presenta attraverso un romanico incline alle forme in movimento e, per quanto riguarda la pittura, allo splendore dei colori.


Formano un altro capitolo, i tessuti, specialmente quegli andalusi, molto ambiti in tutta l?Europa medievale. Di origine islamico, furono largamente usati in contesti cristiani e, addirittura, spesso si adoperavano per avvolgere le reliquie, come il Tessuto di San Daniele che, secondo la tradizione, fu portato a Barcellona dal Conte Ramón Berenguer dopo la conquista di Almeria nel 1147.

A questa mostra va il merito di far scoprire un universo che ha compiuto grandi imprese architettoniche richiamando l?antichità classica e delineando uno spazio culturale di scambi, che perdurerà nei secoli.