Testo e Foto di Luisa Chiumenti



L?Antiquarium del Canopo di Villa Adriana a Tivoli, ha accolto nelle sue sale una interessante esposizione, allestita dall?architetto Andrea Mandara (Studio di architettura ? Roma, con Fabiana Dore) e curata dalla Soprintendente per i Beni Archeologici del Lazio Marina Sapelli Ragni, una eccezionale esposizione di letti funerari (con i relativi arredi), provenienti da località del Lazio e dell?Abruzzo.

Uno di tali rinvenimenti, quello del letto di Aquinum, assolutamente  fortuito, è avvenuto nel 2005, durante un intervento di archeologia ?preventiva? per lavori effettuati dalla Società Autostrade S.p.a., ma ad esso è subito seguito uno scavo regolare di grande interesse, che ha messo in luce una tomba monumentale, con un letto funerario databile al sec. VI a.C o poco oltre, che è stato subito proposto all?attenzione degli archeologi che lo hanno studiato e ricostruito.

L? esposizione è notevole dal punto di vista documentario perché illustra l?uso di questi manufatti, che erano più comuni in ambiente ellenistico, anche se con realizzazioni decorative più pregiate (in avorio ed anche spesso con rivestimenti in oro), costruiti con materiale povero (osso), in ambiente italico, certamente con modalità di trasmissione dei modelli iconografici, assorbite probabilmente da botteghe artigianali locali.


Sono centinaia di manufatti in ambiente italico con moltiplicazione dei rinvenimenti (oltre 200 pezzi ) e, per proporre una più ampia esposizione, con spazi adeguati,  alla mostra di Villa Adriana, è stata invitata a partecipare anche la Soprintendenza  dell?Abruzzo, che, con il coordinamento  di  Anna Maria Reggiani (direttore regionale dell?Abruzzo per i beni culturali e paesaggistici), ha portato  una eccezionale testimonianza di ben 50 pezzi provenienti soprattutto dalla Marsica e dall?area dei Vestini. Due interi letti sono stati così ricostruiti in mostra oltre alla presentazione di molti altri frammenti nelle stesse aree e bellissimi sono gli  elementi decorativi in osso provenienti sempre dall?area Vestina e in particolare dalla Necropoli di Navelli.
Veri capolavori come quello di Bazzano, terzo dei letti abruzzesi interamente ricomposto e proveniente dalla tomba 1140, è stato esposto al pubblico per la prima volta mentre il preziosissimo letto di Fossa mostra una decorazione originalissima, con le quattro gambe decorate con la rappresentazione del volto di Dioniso, incorniciato da animali fantastici alternati ad amorini che cavalcano mostri marini.

Ma la ricchezza dell?apparato decorativo si manifesta anche nei fulcra (cuscini) nei quali campeggia l?immagine di Ercole sul cui petto scende una pelle di animale affiancato da un leone e da una lince. Il letto è stato rinvenuto nella tomba a camera n. 520 della necropoli di Fossa nel settembre del 2000 ed è stato restaurato, come tutti gli altri reperti, dalla Soprintendenza archeologica d?Abruzzo nei laboratori del Museo nazionale della preistoria d?Abruzzo di Celano.  

?Grazie alle indagini dell?ultimo decennio?, Anna Maria Reggiani, ?su siti, in complesso ben conservati, è stata acquisita un?enorme mole di reperti che permette di delineare un profilo dei Vestini sicuramente più chiaro rispetto a quello di altre popolazioni dell?Abruzzo preromano.

Per quanto riguarda i letti funerari, essi sono testimonianza dell?alto tenore di vita delle famiglie più agiate del territorio e provengono soprattutto dall?area medio italica negli esemplari in avorio e in osso (in particolare dal II secolo a.C.)?.

 

 

 

In tal senso la mostra, nella prestigiosa cornice di Villa Adriana, rappresenta un lavoro comune delle due soprintendenze archeologiche di Abruzzo e Lazio, con  l? interessante opportunità di ?offrire un nuovo, valido contributo alla conoscenza dell?archeologia italica e dei ceti emergenti indigeni che sottolineano così il proprio stato sociale?.

Vincenzo D?Ercole (Soprintendenza archeologica d?Abruzzo), ha sottolineato in particolare come la mostra rappresenti ?un?occasione importante per mettere a confronto due regioni che ci hanno restituito i migliori esemplari di letto in osso. La produzione artistica abruzzese regge bene il confronto con quella romana grazie alla presenza di oggetti come il letto di Fossa che sono diventati il simbolo della regione?.


Ma la mostra di Tivoli, organizzata dalla Soprintendenza per i beni archeologici del Lazio,  ed allestita nella più importante e complessa villa romana giunta fino a noi, fatta costruire dall?imperatore Adriano nel 117 d.C, identifica forse il suo elemento più interessante  nella ricostruzione in anteprima dell?eccezionale letto funerario in osso scoperto ad Aquinum nel territorio del comune di Castrocielo, in provincia di Frosinone. 

Il percorso della mostra, che si avvale di un bel Catalogo, edito da Electa e curato da Marina Sapelli Ragni,  è inoltre sottolineato da alcune figure dipinte da Umberto Passeretti, pittore contemporaneo, che vive e lavora a Tivoli e deve la sua formazione allo stimolante ambiente tiburtino.

 

 

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