CARMEN DEL VANDO BLANCO
Approfittando la chiusura per lavori del museo parigino, il suo contenuto ?il più completo lascito del genio malagheno- si è trasferito al Reina Sofìa di Madrid.
Il Museo Nazionale Picasso di Parigi fu aperto al pubblico nel 1985 per accogliere il nucleo di opere costituito dalla cessione, come pagamento delle tasse, che fecero gli eredi di Pablo Picasso allo Stato francese nel 1979: una prima scelta fra i 70.000 pezzi conservati nelle diverse botteghe dell?artista. Si tratta di una collezione importante data la sua ampiezza cronologica e l?equilibrio fra i periodi rappresentati. Una selezione di lavori particolarmente significativa dato che l?artista la volle sempre tenere per sé.
Dopo la morte di Jacqueline Picasso nel 1986, la collezione si arricchì ulteriormente con altri lavori degli anni Sessanta.
Quindi, dopo questi due storici contributi e di una attiva politica di acquisti, il museo francese custodisce oltre 5.000 opere e capolavori di Picasso che compongono la più completa raccolta pubblica della produzione picassiana, una specie di diario pittorico, di singolare autobiografia per proporre il suo processo creativo.
Dai suoi primi dipinti, datati 1895, quando contava appena 14 anni, dove figura la Musa con i tratti di una modella adolescente fino agli ieratici Moschettieri del 1972, alcuni mesi prima della sua morte, la collezione si rivela un vero testimone di tutti gli stati della sua opera, della sua agitazione. Già nel 1963, Picasso scriveva: ?La pittura è più forte di me, mi fa fare quello che vuole?.
Divisa in due periodi, 1895-1924 e 1924-1935, si ricompone la sua biografia artistica con validi testimoni della collezione come ?La morte di Casagemas? (1901), una prova della sua passione per l?espressionismo oltre a l??Autoritratto?(1901) o ?La Celestina?(1904), due significativi lavori dell?epoca blu. Mentre i primi segni dell?influenza iberica sono evidenti nel ?Autoritratto? del 1906, che rompe con la pittura accademica.
Da parte loro, gli importanti studi dipinti relativi alle ?Signorine d?Avignon? (1907) ?Nudo seduto e Donna con le mani unite- o ?Tre figure sotto un albero? (1907-1908), veri capolavori del suo periodo nero, sono affiancati da un?insieme di disegni che chiariscono tutte le tappe della rivoluzione protocubista.
Una serie di opere , intorno alla scultura ?Testa di donna? (1909), rivela l?invenzione semantica e la mescolanza tecnica nel processo di produzione del cubismo.
Segue il grande dittico formato da ?Uomo con mandolino? e ?Uomo con chitarra? (1911-1913), buoni esempi del cubismo analitico, che espongono la decostruzione simultanea dello spazio, la forma e il colore. La serie unica di carte incollate, ritagli, assemblaggi e costruzioni degli anni 1912-1914, costituisce il corpus delle sue più radicali ricerche.
Con ?Il pittore e la sua modella? da il via ad un nuovo interrogativo sulla figurazione dettata dall?immaginario popolare.
I lavori degli anni 1919-1923, che segnano un ritorno alle tecniche della sanguigna, al pastello e al carbone, consegnano attraverso dei disegni monumentali su tela dei motivi tratti dagli affreschi di Pompei o dalle decorazioni di Primaticcio a Fontainebleau, essendone esempio ?Tre donne nella fontana? e ?La sorgente? (1921)
Questa prima parte culmina col capolavoro ?Il flauto di Pan?, di 1923, che chiude il periodo del secondo classicismo picassiano dove spiccano i ritratti di suo figlio Paul, che prendono spunto dallo stile di Velázquez o Manet.
Appartenente al secondo periodo, un importantissimo nucleo di tele, disegni e incisioni segnano tutte le tappe dell?epoca surrealista, dalla nascita con ?Il bacio? (1925), ?Il pittore e la sua modella? (1926) o la ?Chitarra? (1924), realizzata con lamiera e filo di ferro, fino alla serie dei ?Laboratori/Studi? del 1928, dove dialogano l?ombra del pittore, il modello e la sua rappresentazione.
Contemporanee alle sculture di filo di ferro del ?Progetto per un monumento ad Apollinaire? del 1928, queste opere culminano nella scultura lineare ?Donna nel giardino?, del 1929. Il pannello a colori violenti della piccola ?Crocifissione?di 1930, prefigura il dramma di carattere mitologico che sarà la sua ossessione l?anno seguente.
Rinascendo negli anni 1930-1934, il surrealismo picassiano si sviluppa nella straordinaria sequenza delle opere dedicate alla figura di Marie-Thérèse Walter, grandi testimoni dei Grandi Nudi, come il ?Nudo in un giardino? del 1934, che lascia intravedere l?influenza di Ingres, o le Teste e Busti di donna scolpiti a Boisgeloup, 1929-1931. Appartenente al 1935, chiude il secondo periodo, l?olio su tela ?Donna che legge?.
?Dipingo come altri scrivono la propria autobiografia. Le mie tele, finite o no, sono come le pagine del mio diario?? Ed è il suo diario artistico, completo nel percorso, segnato dalle diverse tappe espressive, quello che si espone eccezionalmente, col più degno degli allestimenti, al Reina Sofia di Madrid.