Testo e Foto di SERGIO ZANARDI
In un articolo a firma di Giovanna Marino, apparso sul numero uno di Identità, un piccolo periodico distribuito a Pizzo, la denuncia, non potrebbe essere più chiara di così. Quel piccolo gioiello di cultura e specchio di un pezzo di Storia napitina che è, pardon era, il Museo della Tonnara, senza alcuna spiegazione, è chiuso da alcuni mesi. Inaugurato il 5 agosto del 2006, era l?unico esempio del genere, in tutto il Meridione. Da Napoli a Trapani non ne esistevano altri e proprio per questa sua unicità, aveva destato l?interesse non solo della stampa locale, ma anche quella di alcune autorevoli e prestigiose testate nazionali e internazionali, come il magazine Mythos. Il Museo della Tonnara, che includeva molti reperti storici di quella che fu una fiorente economia locale, peraltro diffusa in molte altre località del Tirreno e del Mediterraneo, includeva anche alcuni aspetti ed esempi di biologia marina, come la biosfera. Dietro l?allestimento di questa struttura, che si trova a due passi dal mare, esattamente nello stesso edificio ? recuperato ? dove avveniva tutta la complessa lavorazione della vecchia tonnara, non c?è stata alcuna improvvisazione, ma c?è il lavoro di alcuni esperti, durato anni e un complessivo investimento economico di circa 500mila euro. Una somma decisamente esigua, se si considera che la somma indicata, comprende anche il recupero strutturale dell?intero corpo di fabbrica, con tanto di laboratorio scientifico e aula didattica. Un dato che lascia intendere anche con quanta passione e opera volontaria, sia stato portato avanti il progetto e la sua realizzazione.
Il programma di sviluppo impostato fin dall?inizio della sua progettazione, oltre all?esposizione museale dei reperti storici, tra l?altro arricchita anche da molte immagini fotografiche e rari filmati, che documentavano l?attività dei tonnaroti?, comprendeva anche un intenso programma culturale, da proporre ai giovani, per dare loro il modo di conoscere in modo chiaro e decisamente semplice, quello che è il processo della vita biologica. Alcuni esperti biologi, tra l?altro, hanno tenuto lezioni pratiche sull?argomento e nel corso dei primi mesi di attività e anche per buona parte dello scorso 2007, molti alunni delle scuole elementari calabresi, ma anche provenienti da altre regioni limitrofe, hanno potuto assistere a queste lezioni. Dopo le elezioni amministrative, avvenute lo scorso maggio, con il cambio della compagine amministrativa, al cui vertice è andato ad insediarsi il sindaco Nicotra, c?è stato lo stop totale. Spiegazioni? Nessuna. Già lo scorso anno, durante il mese di ottobre, proprio su queste pagine, avremmo voluto raccontare la vita ? pur breve -, di questo importante strumento di cultura e giusto a questo proposito, avevamo scritto una mail al sindaco Nicotra, per chiedere se, nel frattempo, c?erano stati degli ulteriori avanzamenti e aggiornamenti nell?attività. La garbata e immediata risposta da lui ricevuta, consisteva in un dirottamento verso la sua segretaria, che avrebbe potuto darci delle informazioni di prima mano. In realtà, la segretaria, ripetutamente cercata, non è mai risultata reperibile e nemmeno ha avuto la delicatezza di richiamare i numeri che, si presume, le sono stati diligentemente riferiti.
Ulteriori missive al sindaco, per fare giusta chiarezza sul fatto, sono tristemente cadute nel vuoto. Nell?articolo della Marino, dal titolo C?era una Volta.. un Museo, che non è solo la chiara denuncia di una triste e inspiegabile indifferenza, ma è anche un?accorata implorazione a chi siede nei piani alti dell?amministrazione pizzitana, a sostenere la Cultura, come asse portante dello sviluppo collettivo, purtroppo, si evidenziano gli stessi meccanismi da noi già sperimentati: le risposte mancate, in barba alle legittime domande dei cittadini. Insomma, la Cultura, come sostegno allo sviluppo economico e come indotto collaterale, pare che da queste parti non paghi, o non paghi abbastanza. Da alcune voci che circolano, sembra che il prezioso documento storico ( il Museo, ndr), sarà sostituito dall?esposizione di conchiglie e altri oggetti reperiti lungo le spiagge napitine. Nulla di male, se le due entità convivessero e non ne fosse soppressa una ad esclusivo vantaggio dell?altra, visto che lo spazio disponibile, lo consentirebbe. A patto, però, che le conchiglie e gli altri oggetti, siano accompagnati dall?opportuna didattica, come si conviene ad ogni Museo. Dunque: Riaprite quel Museo e ridategli la sua giusta dignità!