LUISA CHIUMENTI



    

Comunicare l?Arte, ma anche farla comprendere ed amare da parte del grande pubblico è stato l?impegno che Arthemisia ha assolto, con entusiasmo e passione, per tutto il suo primo lustro di attività, dal 2002 al 2007.

Arthemisia è infatti una società italiana privata (per l?85% costituita da donne), i cui soci partecipano attivamente alla quotidianità del lavoro, che si svolge facendo capo a tre sedi operative: Milano, Pesaro e Roma.

Se Milano infatti assorbe la parte legale dell?impresa, coordinando le attività organizzative, amministrative e di project financing, Pesaro si occupa invece delle funzioni legate alla creatività, promozione, comunicazione, ufficio stampa, e Roma, che dirige anche le relazioni internazionali, si dedica al coordinamento scientifico delle mostre oltre  ad occuparsi di tutte le procedure legate al prestito delle opere. Si tratta esclusivamente di mostre pubbliche, che presentano singoli artisti o  movimenti o temi storicizzati, dall?antichità al Novecento.

Mark Rothko
    
La società si occupa da un lato del coordinamento di tutti quegli studi e approfondimenti storico artistici che si manifestino utili all?allestimento di una determinata mostra, ma presiede anche al lato divulgativo e spettacolare dell?esposizione ed alla sua divulgazione, in un prezioso equilibrio  fra competenza scientifica,  comunicazione e promozione. In effetti Arthemisia ha saputo introdurre, consolidandolo poi nel tempo, un nuovo modo di affrontare la realizzazione degli eventi espositivi, divenendo un vero e proprio produttore di mostre.

Arthemisia cura infatti direttamente ogni aspetto della produzione: dalla negoziazione dei prestiti delle opere, ai trasporti e agli allestimenti, dalla promozione e comunicazione all?ufficio stampa, divenendo, in questi anni, un punto di riferimento del settore.

Sono state oltre centoventi le mostre realizzate sino ad oggi, molte delle quali hanno inaugurato dei veri e propri trend espositivi.

Molti sono stati gli esempi di mostre allestite in più sedi, come quella del Perugino in Umbria (sei ) e dei  Della Rovere nelle Marche (quattro) in tal modo attivando un prezioso collegamento tra attività culturali e territorio, tra turismo culturale e luoghi da riscoprire.

E se sono state numerose  e di grande prestigio le mostre realizzate a Milano (da Frida Kahlo, al Museo della Permanente nel 2003, ad UKIYO-E che nel 2004, che  ha  riunito 650 opere di Hokusai, Utamaro, Hiroshige e altri maestri giapponesi, fino a tutta quella serie di esposizioni scaturite da una attiva collaborazione con Palazzo Reale (da Testori (2003) a  Tamara De Lempicka (2006) a Vivienne Westwood (2007),  è da segnalare come Arthemisia abbia saputo però anche impegnarsi a fondo  per realizzare ottime esposizioni nel Sud del Paese.

SanNicola
la benedizione dell’Arcivescovo

        
Basti fra tutte ricordare la straordinaria mostra di San Nicola nel 2006, che ha portato per la prima volta agli occhi del mondo le antichissime icone conservate nel Monastero di Santa Caterina del Sinai; oppure la prestigiosa inaugurazione della Pinacoteca dedicata a Giuseppe De Nittis e le mostre De Nittis e Tissot nel 2006 e Zandomeneghi de Nittis e Renoir a Barletta nel 2007.

Di notevole interesse sono stati anche i rapporti professionali intessuti con grandi musei internazionali, che hanno condotto Arthemisia a realizzare esposizioni all?estero, collaborando  con Londra, Parigi, Phoenix, Monaco, Amburgo, Nicosia, Tel Aviv, New York e Tokyo.

E forse la grande mostra su Mark Rothko, al Palazzo Delle Esposizioni a Roma (scelta per l?inaugurazione della sede ristrutturata), con una preparazione durata più di quattro anni, concludendo appunto l?anno  2007, rappresenta una ?summa? della lunga e complessa organizzazione che  ha accompagnato quasi tutta l?esistenza della società . Ma Arthemisia ha realizzato anche ?eventi? dalla grande portata divulgativa e che possono essere definiti unici; tra essi ricordiamo ad esempio  l?esposizione nel 2006 nella  Cappella Cerasi di Santa Maria del Popolo in  Roma,  delle due versioni della Conversione di San Paolo del Caravaggio (Il Caravaggio Odescalchi. Le due versioni della Conversione di S.Paolo a confronto).

 

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