LUISA CHIUMENTI


Morandi Giovanni Maria
(Firenze 1622 ? Roma 1717),
Le Marie al Sepolcro,
olio su tela, cm. 177×124

Una mostra, allestita nelle sale del Palazzo Chigi di Ariccia anticipa quello che sarà il nucleo principale del futuro Museo del Barocco, che il Palazzo ospiterà fra breve.

E? da ricordare innanzitutto che anni or sono Maurizio Fagiolo dell?Arco, poco prima della morte improvvisa che lo colse nel 2002 e successivamente alla mostra  del ?99 con cui era stata esposta gran parte della sua prestigiosa  collezione nel Palazzo Chigi di Ariccia, abbia lasciato al Palazzo stesso questo prezioso patrimonio, esprimendo altresì il desiderio che vi nascesse un Museo del Barocco. L?idea di Maurizio Fagiolo dell?Arco fu poi suffragata dalle svariate  donazioni che si erano succedute nel tempo.

La più importante donazione di dipinti venne fatta nel corso degli ultimi 100 anni, con presenze istituzionali molto importanti e molte provenienze dalla Francia e da diversi direttori di musei.

L?attuale apertura del Museo (sorgerà così ad Ariccia il primo Museo del Barocco, che sarà in grado di focalizzare  completamente questo periodo di sviluppo dell?arte romana del ?700), non è altro quindi che una consacrazione del lavoro di molti anni, aprendo un discorso molto più ampia che si estende da Ariccia all?intero territorio dei Castelli Romani.

Preti Mattia
(Taverna 1613 ? La Valletta 1699),
Campaspe,
olio su tela cm. 157×103

    
Oggi la Collezione Lemme è riuscita a portare tutti gli artisti che hanno lavorato a Roma nel ?700, anche perché i precedenti cataloghi non erano ancora riusciti a far comprendere bene la coerenza della collezione, data da gruppi omogenei di artisti e varie scuole presenti a Roma nel periodo in modo che ora, il nuovo allestimento, riesce molto bene ad illustrare appunto proprio la coerenza del ?700 romano anche nel complesso del gran numero di artisti sia italiani che stranieri. Ne emerge peraltro anche un?alta espressione della concezione estensiva del barocco romano che non si ferma al ?600, ma prosegue nel ?700 con un fenomeno molto ampio e con particolari cambiamenti ed evoluzioni, ma sempre nell?ambito della progettualità artistica settecentesca.

Fernandi Francesco
detto ?L?Imperiali? (Milano 1679 ? 1740),
Ettore e Andromaca,
olio su tela cm. 103×108

    
L? allestimento dell?attuale mostra si conclude poi anche  con l?eredità del barocco, presentando artisti come Sebastiano Conca, che internazionalizzerà il barocco romano dopo Maratta o Andrea Casoli che diverrà importante in Inghilterra e poi ancora, con l? affacciarsi  del Neoclassicismo, ecco documentata anche la figura di un artista come Cades che nel palazzo ha fra l?altro anche decorato anche due sale nell?appartamento Chigi, reecentemente restaurate. Dallo sviluppo iniziale quindi fino  all?apogeo e poi al lento declino: questa la panoramica offerta dalla Collezione Lemme, con grandi, prestigiose provenienze.

I vasti spazi del grandioso palazzo di Ariccia hanno permesso al conservatore, Francesco Petrucci, di dare il giusto respiro ad ogni opera, realizzando altresì una razionale suddivisione in settori, che ripropongano, con la necessaria evidenza, le varie articolazioni della pittura del Settecento a Roma facendo apprezzare ogni tela in modo più consono al livello qualitativo delle varie opere, che non risultano in definitiva, semplicemente ?traslocate da una sede all?altra?, bensì ?ricollocate? nella propria, con un allestimento molto coerente nella completezza della sua esposizione.

Batoni Pompeo Girolamo
(Lucca 1708 ? Roma 1787),
San Bartolomeo con i simboli del martirio,
olio su tela, cm. 72×60

    
Nata sotto l?Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, la mostra, che  si avvale di un bel Catalogo (Edizioni De Luca) è stata allestita sotto il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dell?Accademia Nazionale di San Luca ed è stata realizzata con il Patrocinio e con il contributo di Regione Lazio e Provincia di Roma e propone al vasto pubblico una preziosa acquisizione: la Collezione Lemme.

Questa è la più importante quadreria privata di nuova formazione di dipinti del ?600 e ?700 romano che è stata  raccolta con entusiasmo e passione da Fabrizio e Fiammetta Lemme, prematuramente scomparsa nel 2005, con la consulenza di insigni studiosi quali Federico Zeri, Italo Faldi e Giuliano Briganti.

 

 

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