ANDREA CERRETI
Se ne è tornato a parlare di questa tassa che nessuno vuole, ma che molti vorrebbero. L?odiata tassa di soggiorno, definita una manovra suicida per il turismo italiano, ma non da tutti, è stata respinta dagli operatori del turismo incoming con una serie di lettere e telegrammi inviati al premier Romano Prodi, a Francesco Rutelli e al ministro dell?economia Padoa Schioppa.
Il vice premier Rutelli in occasione di un convegno sulla finanziaria organizzato dall?Osservatorio nazionale per il turismo, ha ribadito di essere contrario alla tassa di soggiorno, perché sarebbe un danno di immagine enorme sui mercati internazionali. Ha anche sussurrato che per venire incontro a quei comuni particolarmente pressati da un turismo massiccio e inquinante che non porta soldi nelle casse dei comuni, si penserà a una possibile creazione di un Fondo, per rifondere risorse agli enti locali per questo specifico problema.
I comuni che hanno fatto richiesta della reintroduzione dell?odiato balzello da inserire nella Finanziaria 2008 sono ben 42 e sono naturalmente i comuni delle città che di più soffrono del turismo mordi e fuggi come Venezia, Roma e Firenze, Taormina eccetera eccetera. Certamente, 42 città, a fronte delle centinaia città d?arte che vanta il nostro paese non sono molte, ma 42 comuni di grande importanza hanno un bel peso nella contrattazione e nella richiesta della reintroduzione della tassa di soggiorno.
La tassa dovrebbe essere di 5 euro a notte, da caricare sul conto del turista che dorme in albergo, moltiplicata naturalmente per ogni membro della famiglia. Una contraddizione, quindi, che andrebbe a colpire il turista che spende, piuttosto di quello che arriva al mattino con il panino preparato a casa e la mezza minerale sotto braccio, lasciando la spazzatura da smaltire se va bene nell?apposito bidone e se non va bene per terra nascosta dentro una fioriera o dove capita prima.
Alcuni fan della tassa di soggiorno come il sindaco di Firenze Leonardo Domenici, hanno ribadito la necessità di questa reintroduzione, per risolvere problematiche ambientali e di servizi che per il momento sono a carico dei residenti.
A fronte di un?estate che per alcuni esponenti non è andata bene ? si parla addirittura di un calo in Liguria del 20% e in Sardegna del 15%, l?introduzione della tassa di soggiorno da far pagare a chi pernotta sarebbe l?ulteriore scoraggiamento per il turista straniero, che quando arriva in Italia si trova nella maggior parte dei casi a fare i conti con un pessimo rapporto prezzo ? qualità.
Tra i contrari alla reintroduzione della tassa di soggiorno, Bernabò Bocca presidente di Federalberghi e Confturismo, il quale ha sempre dichiarato che non può essere penalizzato il turista che già paga l?hotel o comunque le strutture alberghiere, che magari si accollerebbero loro la tassa per non gravare ulteriormente sul cliente.
Contrario anche il Enrico Paolini, coordinatore nazionale degli assessori al turismo e vice presidente Enit, che ritiene un disincentivo per il turista pagare anche la tassa di soggiorno, mentre sarebbe favorevole a una tassa di scopo per aiutare quei comuni pressati da un turismo mordi e fuggi.