LUISA CHIUMENTI
Dal 17 novembre (fino al 9 dicembre 2007), il Vittoriano ospita la mostra ??Antonio Vangelli. Forza del segno, magia del colore??; si tratta della prima antologica retrospettiva che Roma dedica a Vangelli, che espone circa sessanta dipinti del periodo 1940-1990 ed una ventina di disegni realizzati negli anni Cinquanta, a cura di Emiido De Albentiis e Maria Teresa Benedetti.
Ne risulta bene evidenziato l?intero percorso artistico e umano di Vangelli, ritenuto giustamente uno dei protagonisti della pittura italiana del secondo Novecento, accanto a personaggi di spicco di quel periodo, come Mafai, Purificato, Monachesi, Turcato, Donghi e numerosi altri grandi artisti.
Il titolo della mostra, allestita al Vittoriano sull?opera di Vangelli, esprime molto bene il fascino che i suoi lavori emanano proprio attraverso ?la magia del colore? che avvolge quel particolarissimo segno con cui egli costruisce le sue ?scene? con estro e vivacità immaginifica.
Vangelli è infatti un ?narratore?, sia quando descrive un ?Paesaggio romano?, come nella tela degli anni?60, in cui non ci sono figure ma è protagonista il paesaggio stesso, sia nella tela ?Repressione difesa? del 1959, in cui rende con forza l?ansimante tensione dei numerosi corpi, che si attestano con forza agendo sui propri muscoli quasi disegnando una sorta di danza. Ed anche quando dipinge scene drammatiche, come la bomba atomica, ?trasforma la tragedia?-come dice Maria Teresa Benedetti-?in ipotesi di un nuovo universo? ??in modo che ?il fungo minaccioso diventa un grande albero, memore dell?esperienza bretone di Gino Rossi, piantato dall?artista nel Giardino della Speranza?(v.Catalogo della mostra – Il Granicolo edizioni ?Arte 2007).
Ma ecco anche tipici ambienti urbani, come una città europea quale Bruxelles, con la narrazione precisa, se pur appena accennata, di tutto ciò che in realtà la anima, dagli alberi, ai passanti, a qualche abitazione, un po? sfumati e magici, ma sullo sfondo di una realtà palpabile e godibile.
Chi ha potuto conoscere Vangelli da vicino, lo vede e ricorda come un personaggio accattivante, generoso, fondamentalmente sereno ed aperto alla vita, ?con un?anima?, come ricorda Maria Teresa Benedetti, ?dotata insieme di candore e sapienza, trepidazione e malinconia, capace di raggiungere risultati significativi mescolando dolcezza e ardore, convinzione e umanità?.
Nato a Roma nel 1917 da genitori romagnoli, Antonio Vangelli continuò a vivere nella capitale fino al 2004, anno della sua scomparsa. In certo modo si può considerare ?figlio d?arte? , poiché il padre Emidio era pittore e architetto e comunque sentì subito l?atmosfera tesa all?arte, se già nel 1938, sotto l?impulso e la guida del padre e dei fratelli, Antonio incominciò il suo percorso nella pittura. Così nel 1945 si dedica alla serie delle opere ?Il Circo e Le Maschere? e già nel ?43 si trova ad esporre, con Vedova e Turcato, alla mostra “La pittura cambia pelle”, allestita presso la Galleria ?La Campana? in Roma.
A questa prima mostra sarebbero seguite poi numerose altre anche all?estero, poiché egli cominciò, a partire dagli anni ?50, la serie dei suoi viaggi e quindi a sentire le forti suggestioni di nuovi panorami e diverse atmosfere, che poi volle rappresentare.
Nel 1999, in occasione della grande mostra dal titolo “Antonio Vangelli. La festa della vita” (Villa San Carlo Borromeo, Senago-Milano), la casa editrice Spirali/Vel pubblicò l?omonimo catalogo.
Nel 1999, in occasione della grande mostra dal titolo “Antonio Vangelli. La festa della vita” (Villa San Carlo Borromeo, Senago-Milano), la casa editrice Spirali/Vel pubblicò l?omonimo catalogo.
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