ANITA SUPPA
Perché una copia d?autore? Perché riprodurre i risultati formali della ricerca di artisti, in questo caso artiste, del passato più o meno recente?
Al di là e oltre il virtuosismo tecnico, che presuppone un notevole studio della storia dell?arte, della composizione, delle scelte e degli accostamenti cromatici, dei tagli della luce, ciò che interessa Valentina Grimaldi, partendo dalla tecnica originale dell?artista, ovvero olio su tela dalle ampie dimensioni, è ripercorrere le linee e le superfici pittoriche, seguire attraverso lo stesso tratto del pennello, lo stesso tratto di vita che sottende ad esso.
Estraniarsi, annullare se stessi per diventare qualcun altro, come un attore che ogni volta cambiando personaggio è un?altra persona, in una diversa epoca e regione geografica, con una diversa età anagrafica: questo è il processo al quale la pittrice si è sottoposta per restituire all?osservatore un omaggio, una dichiarazione d?amore nei confronti delle tre donne e della loro arte.
Tamara de Lempicka
Dipingere un quadro che “non è il proprio”, almeno nell?iniziale paternità, potrebbe da alcuni essere interpretato come un limite della propria originalità, una costrizione, se non una pedante ripetizione del già dato, ma nel caso della Grimaldi quello che emerge e che colpisce è la creatività nella ricerca della resa formale e soprattutto la libertà nel sentire le stesse emozioni, vissute da Frida, Georgia e Tamara. Queste diventano amiche, madri, sorelle dell?artista, che le avvicina, le conosce, le capisce fino ad arrivare a dialogarvi: dipingere “come” loro vuol dire entrare profondamente nella loro psicologia così come nel loro animo.
Kahlo, De Lempicka e O?Keefe sono divenute vere e proprie icone della storia dell?arte delle donne, oggetto di stima, di vero e proprio culto e di collezionismo, soprattutto, ma non esclusivamente, da parte di donne. Ciò che le accomuna è un forte realismo delle figure, che si stagliano con netti e a volte infantili contorni, e al tempo stesso i continui rimandi a un mondo al di la dell?apparente. I loro linguaggi, malgrado le singole peculiarità, convergono in una sorta di lirismo sensuale, ancestrale e surreale così come nella forte carica passionale.
Una passione sottile, raffinata, cristallizzata nel simbolo del fiore in bocciolo o completamente maturo, che cambia di foggia o colore e sfumature, ma la cui natura essenziale rimane sempre la medesima, e sulla quale la O?Keefe ritorna ancora e ancora, come in un?ossessione.
Nella De Lempicka è più esplicita: i ritratti di donne che ha consegnato alla storia mostrano tutta la dirompente energia dell?autodeterminazione, dell?affermazione sfacciata, per l?epoca, della propria libertà politica come sessuale, di una nuova forza interiore, grazie alla quale il ruolo dell?uomo indispensabile e dominante viene messo in discussione e assolutamente ridimensionato.
Georgia O?Keeffe
Anche la passione restituita dalla Kahlo ha una valenza politico-sociale. I suoi quadri riflettono letteralmente, come in un diario, la complessa personalità e la tragicità della propria condizione umana. Nei numerosi autoritratti si mostra al centro di una scena animata da elementi di volta in volta surrealisti, mistico-religiosi, metaforici: è sposa di bianco vestita, è cerbiatto, è sorella di se stessa, è madre di un figlio che non nascerà mai, è malata, sul letto di morte, ma ancora e sempre pittrice.
Valentina Grimaldi ci permette di compiere un viaggio nel tempo e di vivere ancora tutto questo insieme a lei, insieme alla sua freschezza e al suo entusiasmo per l?arte e per la vita.