CARMEN DEL VANDO BLANCO
La prestigiosa istituzione malaghena, dedicata a suo figlio più universale, Pablo Ruíz Picasso, alloggia un nucleo straordinario di 50 opere -fra dipinti, sculture, disegni e grafica-, scelte nei fondi donati al celebre museo newyorchese nel 2002, provenienti dalla collezione del mercante d?arte Pierre Matisse e sua moglie, Maria Gaetana von Spreti. Si tratta di una selezione dalla personale ed eterogenea raccolta di capolavori realizzati da protagonisti del XX secolo come Balthus, Carrington, Chagall, Delvaux, Dubuffet, Giacometti.
La rassegna permette al visitatore di avvicinarsi all?arte europea della prima metà del Novecento -un fiorente periodo artistico in cui anche Picasso produsse gran parte della sua opera- e di cogliere il genio di artisti emblematici attraverso una cinquantina di lavori, realizzati fra 1903 e 1963, apportando una nuova conoscenza della creazione picassiana. Da segnalare, i 24 lavori di Henri Matisse -l?artista probabilmente più rispettato da Picasso-, dalle sculture eseguite durante la gioventù alle opere compiute nella maturità con i suoi caratteristici ritratti, nonché le astrazioni liriche di Mirò, il gelido realismo di Balthus, lo speciale humour de Dubuffet e la poesia nelle ombrose figure di Giacometti.
Un prestito eccezionale che induce a ricordare la sua provenienza: la raccolta del rinomato collezionista Pierre Matisse. Nato nel 1900, il figlio minore di Henri Matisse, studiò, insieme ai suoi fratelli, per diventare artista, seguendo le lezioni del pittore André Dérain, anche se, non passò alla storia dell?arte per il suo talento -che sembra possedesse- ma per la sua attività di mercante d?arte.
“Quando la nave in cui viaggiava attraccò al porto di New York nel 1924, Pierre Matisse era giunto ad una città che guardava verso l?Europa alla ricerca di una leadership culturale. Quando chiuse, per l?ultima volta, la porta della sua galleria, la città era osservata dal resto del mondo per determinare l?orientamento della cultura?” Con queste significative parole lo storico, Jonathan Pratt, riassume questa svolta di cui il beniamino dei Matisse fu un importante artefice.
Aveva soltanto 24 anni quando Pierre Matisse si istallò a New York iniziando a collaborare con la Galleria di Valentine Dudensing per, poi, nel 1931, in piena crisi economica, aprire una sua propria nell?edificio Fuller di Manhattan. Uno spazio che si sarebbe convertito in pioniere dell?arte europea delle vanguardie negli Stati Uniti.
Lungo i sessant?anni di intenso lavoro si guadagnò la fama di ?illuminato? dell?arte contemporanea da parte del pubblico nordamericano, colui che diede una spinta decisiva al successo di maestri leggendari come Balthus, Miró, Giacometti o Dubuffet.
I ?suoi? artisti segnarono la storia dell?arte moderna, ricordando che Pierre non era solo il loro rappresentante ma, soprattutto, l?amico intimo che apprezzava e riuniva le loro opere oltre a quelle da figure già affermate fra cui, suo padre, Henri Matisse.
Il suo fiuto seguiva un criterio estetico e teorico affidandosi ad un rapporto, diretto o indiretto, con l?artista, che andava oltre il semplice vincolo professionale, ne è testimone una dedica di Mirò: “a Pierre Matisse, compagno di cammino”.
E come se non bastasse, il suo impegno da intermediario contribuì a che gran parte dei prestigiosi musei nordamericani possano sfoggiare attualmente delle opere acquistate alla Galleria Pierre Matisse. Fra gli illustri clienti, si annoverano Nelson Rockefeller o Chester Dale che seguivano i suoi consigli prima di decidere la compra.
Questa mitica galleria cessò la sua attività alla morte del suo fondatore nel 1989. Dopo alcuni anni, la vedova costituiva la ?Fondazione Pierre e Maria-Gaetana Matisse? per poi donare una parte della sua ricca collezione d?arte al Metropolitan Museum of Art di New York.
Catalogo, bilingue spagnolo-inglese, edito da MPM.