CLARA DI MEGLIO



    

Siamo in primavera avanzata, tempo di sagre di prodotti tipici nei vari territori. Nel Lazio è il carciofo uno dei prodotti che a buon diritto è il capofila delle manifestazione gastronomiche, il famoso carciofo romanesco. Nel campo dettano legge Ladispoli e Campagnano, dove ogni anno si svolge la famosa sagra che richiama migliaia di appassionati dell?appetitoso ortaggio. Certamente si perde tra le pieghe dell?antichità la tradizione dei carciofi arrostiti nella brace ottenuta dai tralci della vite tagliata nell?anno precedente, qualcuno li chiama i ?carciofi alla mattarella?, non sappiamo se la dizione è esatta, ma in molti comuni del Lazio, da Artena a Monteporzio Catone, Formello, Campagnano, Velletri,  a nord e a sud di Roma,  è una pratica che si tramanda da secoli, e nessuno sa come, e quando, è cominciata. Si preparano per tempo le fascine di tralci di vite, si accende e naturalmente c?è una  grande fiammata, con il fumo che fa male agli occhi fin quando si dirada e poi lascia la brace ardente su cui vengono inseriti per i gambi, fin quasi a metà, i carciofi conditi con aglio, mentuccia, prezzemolo e sale, circa un?oretta per la cottura, o meglio la bruciatura esterna delle foglie del carciofo mentre si cuoce il cuore che diventa tenero e gustoso.  


    
Certamente è una tradizione che si può far risalire  al tempo degli Etruschi, antichi abitanti di questa zona, perché noi abbiamo potuto assistere a questa tradizione nel Comune di Formello, in un?azienda agricola del Parco del Veio, un Parco regionale, a pochi chilometri da Roma. Tra la Cassia e la Flaminia,  costituito  una decina di anni fa e di cui fanno parte ben 9 Comuni dell?area il parco ricorda l?antica città etrusca di Veio, più grande e importante di Roma, una città ricca ed evoluta, circondata da  10 chilometri di  mura massicce e 9 porte, naturalmente era rivale di Roma con la quale si scontrò più volte,  fin quando fu conquistata dal console Mario Furio Camillo. Era il 396 a.C.


    
L?antica città e la necropoli sono sotto i campi coltivati o i boschi che oggi coprono quell?area, sono pochi i ruderi in superficie, ogni tanto c?è qualcuno che scopre qualcosa, e l?anno scorso è stato scoperto un sepolcro etrusco, la tomba dei ?leoni ruggenti?, nell?area della Grotta Gramiccia, un scoperta pilotata, perché è stato un tombarolo pentito che per avere ridotta la pena ha indicato la zona della tomba. Era in corso l?operazione ?Mozart?, le indagini del reparto Operativo dei carabinieri tutela del Patrimonio Culturale sul traffico di reperti archeologici di tutta l?area a nord di Roma, e il tombarolo recidivo ha permesso la scoperta di quella tomba datata 700 a.C. dove furono trovati un carro con rivestimento in bronzo, e vari vasi di origine greca. La tomba denominata dei ?leoni ruggenti? per via dei dipinti nelle pareti, fiere con artigli e fauci spalancate che simboleggiano quanto sia terribile l?Aldilà, dipinte anche qualche anatra, animale che spesso si ritrovano nelle tombe etrusche, e  infatti la più grande tomba etrusca finora conosciuta nella zona era proprio quella detta ?delle anatre?,ora superata in grandezza da quella ?dei Leoni ruggenti? che è oggi  in restauro e forse sarà aperta al pubblico nel prossimo giugno.


    
L?azienda

La zona del Parco di Veio è soprattutto agricola, vasti campi di uliveti e soprattutto vigneti, quella da noi visitato, dove abbiamo potuto assistere alla preparazione e degustazione dei ?carciofi alla mattarella?, è un?azienda giovane con un nome antico Terre del Veio, nata nel 2002. E? giovane il proprietario Paolo David che, lasciato il posto in banca, è subentrato al suocero che curava un piccolo appezzamento di terreno per trarne prodotti per la famiglia, ne ha allargato i confini, apportando tecnologia moderna e idee innovative,  ora ha 11 ettari di cui 7 a vigneto, un enologo cura la produzione di 5 vini, due rossi, due bianchi  e un rosato, sono vini IGT (Indicazione Geografica Tipica) e si spera che presto, insieme ad altri produttori della zona si possa avere la DOC dei vini del Parco del Veio. L?azienda è stata riconosciuta dall?Ente Parco di Veio tra i produttori di ?prodotti tipici di qualità? e tra i produttori dei Parchi regionali del Lazio con marchio ?Natura in campo?.

 

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