LUISA CHIUMENTI



    

A Roma la  Villa Torlonia è stata ormai quasi completamente ?restituita agli Italiani e non soltanto ai Romani?: questa l?espressione con cui l?Assessore all?ambiente del Comune di Roma, arch. Dario Esposito, ha sottolineato la riapertura della Villa Torlonia, nella sua quasi totale completezza sia dei manufatti che del giardino tutt?attorno, divenuto oggi un vero e proprio parco,  dopo gli accurati restauri attuati dell?Assessorato alle Politiche Ambientali  ed Agricole.

Sono state infatti ripristinate, dopo un lungo periodo di trascuratezza e totale abbandono, tutte le  parti architettoniche e le parti naturalistiche, recuperando via via tutti gli ambienti e restituendo in tal modo alla città un vero e proprio gioiello ambientale ed artistico, comprendente, come si è accennato più sopra, anche il delicato recupero vegetazionale di carattere storico. Sono state portate avanti opere di ingegneria naturalistica, lavorando  strettamente con il Servizio Giardini e giungendo a identificare ben 59 specie botaniche  per le quali è prevista anche una prossima organizzazione di visite guidate per le scolaresche ma anche per gli adulti e gli appassionati, affinché si giunga ad una capillare documentazione di quella che è la effettiva ricchezza ambientale della città. Tutto ciò è previsto in funzione del progetto che vede affidato alla villa Torlonia il compito di offrire, oltre alle proprie caratteristiche ambientali e architettoniche, anche la possibilità di costituire un importante luogo di socializzazione e di sosta. Peraltro la villa sta già assolvendo a tale funzione, se si pensi a quanto è stato realizzato con la manifestazione di Teknotown presso il villino medioevale (una interessante ludoteca con la tecnologia che si sposa al gioco e all?apprendimento).

Ed ecco l?ottocentesco Casino Nobile, edificio principale della villa ( storica residenza principale della famiglia Torlonia), arricchito da elementi decorativi  firmati dai più noti artisti  del tempo, come Bertel Thorvaldsen, Francesco Podesti, Francesco Coghetti  e Luigi Fioroni, rivivere con la sua Sala da ballo, con le due ?orchestre? per ospitare i musicisti, e, attorno, le sale in stile gotico, neorinascimentale e neoclassico, nonché la ?stanza egizia? posta al piano superiore.

Ed è invece il Casino dei Principi,  in stile neocinquecentesco  (restaurato già nel 2002), che ospita al piano terreno l?Archivio cartaceo ( lettere, manoscritti, diari, in gran parte inediti, libri, cataloghi, riviste e una ricca fototeca) della Scuola Romana, mentre i due piani nobili sono destinati ad  esposizioni temporanee.

Si è così realizzato il progetto, che era stato da tempo predisposto, di sistemare all?ultimo piano, l? Archivio  della Scuola Romana ( interamente donato al Comune di Roma) ed  inserito qui ad impreziosire questi spazi e ad evitare la dispersione di una  produzione eccellente come quella della Scuola Romana di pittura nel suo percorso affascinante attraverso la cultura a Roma negli anni tra le due guerre.


    
E così la mostra ?A carte scoperte? ha presentato alcuni dei materiali raccolti dall?Archivio della Scuola Romana nei suoi ventitré anni di attività. Una parte delle opere in mostra proviene dagli archivi di Ferruccio Ferrazzi, Cipriano Efisio Oppo, Francesco Trombadori (oggi presso l?Associazione amici di Villa Strohl-fern) proseguendo quel rapporto di   collaborazione con gli stessi artisti, i testimoni diretti dell?epoca e poi con i loro eredi, che è uno dei fondamenti dell?attività dell?Archivio fin dai suoi esordi.

In sede di inaugurazione il sindaco Veltroni ha voluto mettere in luce anche la circostanza per cui la villa è stata effettivamente riaperta (come da programma stabilito), proprio il 22 dicembre, a ridosso delle festività natalizie, così come era avvenuto, nell?anno precedente  con il Marc?Aurelio e la Nuova Sala dei Musei Capitolini, avviando quella ?messa in rete? dei Musei Civici, che  già si sta realizzando in molte altre città in Italia.

Inoltre egli ha anche sottolineato come il recupero di quasi tutte le ville storiche in Roma, in un vero e proprio ?sistema di parchi? immessi nel cuore della città, sia  ormai stato quasi totalmente realizzato, ma tenendo presente che la  sostanziale efficienza e continuità di vita del sistema stesso, può essere assicurata soltanto se gli edifici vengono in certo modo ?antropizzati?, affidando loro una specifica funzione, come è avvenuto appunto in questo caso, con l?ospitalità data all?Archivio della Scuola Romana.

E ancora è da sottolineare come la Villa Torlonia, nei lavori condotti con tenacia, competenza e passione da tecnici e storici dell?arte, coordinati dal prof. Eugenio La Rocca e dalla dott.ssa Alberta Campitelli,  realizzi visivamente quella equilibrata e gradevolissima  relazione ( secondo la quale era stata peraltro originariamente progettata, non solo fra le architetture, ed il contesto ambientale ma anche fra l?intero complesso e  gli altri manufatti circostanti alla villa, come ad esempio l?adiacente, suggestivo  Museo della Shoah, progettato dall?arch. Luca Zevi,  i cui lavori non tarderanno ad iniziare.

Fra gli edifici da il cui restauro è ancora da completare è purtroppo ancora il suggestivo Teatro con le sue serre e i preziosi affreschi interni, i cui lavori erano tuttavia già stati avviati da tempo, su progetto dell?arch. Piercarlo Crachi, ma che, a quanto pare, dovrebbe vedere il cantiere riaperto nei prossimi mesi, poiché la convenzione è stata approvata e firmata.

 

Ricordiamo ancora come sia previsto che i servizi museali siano gestiti da Zètema Progetto Cultura.

 

Per informazioni:

06 82059127