Testo e Foto di ANNAROSA TOSO


Il teatro di Sabratha
    

Placati gli animi, dopo gli scontri di Bengasi che hanno causato morti e la distruzione della nostra ambasciata, dopo la vicenda vignette di Maometto, la Libia è tornata ad essere una destinazione turistica a cui guardare e non un paese da evitare perché pericoloso. Gli italiani sono stati invitati a tornare nell?interesse reciproco, la questione sembrerebbe archiviata. I libici, musulmani sunniti, sono tornati ad essere musulmani non estremisti. Fino alla prossima prova contraria.
Con la cancellazione dell?embargo avvenuta nel 1999, dopo la consegna alle Nazioni Unite dei due cittadini libici autori della strage di Lockerbie, la Libia ha cambiato politica estera dando al mondo l?immagine di un paese ben disposto verso l?estero e verso il nostro paese. Nei cartelloni propagandistici e nei ritratti appesi un po? dappertutto, Gheddafi si presenta oggi con un look pacifico e accomodante. L?immagine è quella di un appagato uomo di affari, anziché del minaccioso e severo colonnello autore del colpo di Stato, che pur incruento, ha mandato a casa nel 1969 re Idris e l?anno dopo 20 mila italiani residenti, espropriandoli dei loro beni e cancellando così per sempre il passato coloniale. 

Il sito archeologico di Sabratha
    
La Libia, considerata destinazione turistica emergente, ha quindi deciso di investire nel turismo dopo aver considerato che le entrate valutarie sono una fonte di introiti notevoli da aggiungere al petrolio, anche se per il momento nel paese si va solo per il grande patrimonio archeologico e per il deserto, ma non per godere il mare. I numerosi progetti di costruzione di villaggi turistici sulla costa mediterranea di cui si parla da tempo, non sono mai partiti per svariati motivi, fra cui la difficoltà di esporsi liberamente al sole e il divieto assoluto di consumare alcolici, anche se sembrerebbe ormai imminente l?avvio della costruzione di due insediamenti turistici di lusso forniti anche di campi da golf. Gli italiani, aldilà del passato colonialistico, sono comunque ben visti. Risultano dalle statistiche i primi visitatori stranieri, davanti a francesi e tedeschi e sono anche i primi partner commerciali della Libia. I vecchi di Tripoli parlano bene l?italiano, non condannano totalmente il colonialismo e sono obiettivi nel giudicare nel bene e nel male quanto fatto in quel periodo.
    
Donna velata al museo di Cirene
    
Bengasi, seconda città della Libia è in questo momento in fase di ristrutturazione e abbellimento. Soprattutto il lungo mare è stato rinnovato e ha un aspetto molto piacevole, mentre il suq, le zone vecchie e il poco che è rimasto dei quartieri italiani sono trascurate in attesa degli investimenti per i previsti recuperi. Nei progetti anche un nuovo porto per accogliere le navi da crociera.

 

Da Bengasi, punto di partenza per la Cirenaica, si raggiunge il primo sito a 165 km dalla città. Si chiama Gaser Libia ed è stato scoperto casualmente nel 1957, come capita nella maggioranza dei casi, da un americano che stava livellando un terreno. Notevoli le due basiliche bizantine a croce greca con mosaici di pregio, tolti per una migliore conservazione dall?impianto originale, e trasferiti in un piccolo museo accanto ai reperti. E? stato possibile risalire al periodo esatto delle basiliche da una data scritta su un mosaico che si riferisce al 539/540 d.C.

Il salottino di Cirene
    
Cirene.Fondata dai greci provenienti da Santorini, Cirene  dedicata a Zeus fu lasciata in eredità nel 74 a.C. a Roma quando le possibilità di vittoria erano così scarse da non consentire ai greci nessuna probabilità di successo. Situata su un promontorio da dove si gode un bel panorama, divenne uno dei più importanti centri della cultura greca nel Mediterraneo. Fu scoperta nel 1705 da un console francese. Successivamente scavarono anche gli inglesi portando via i i reperti migliori.
Vicino Cirene si trovano Apollonia completamente circondata da mura con i resti di   3 basiliche e Tolemaide dalle incredibili cisterne sotterranee.
Tripoli la ex-cattedrale italiana
tramutata in moschea

Tripoli.Il primo impatto è quello di una bella città ariosa e moderna. Il suq, tappa d?obbligo per i turisti, si rivela piacevole e frizzante. L?atmosfera è cordiale e allegra come in quasi tutti i suq. Tra i luoghi da vedere, l?arco di Marco Aurelio del 163 d.C., la moschea di Jusef Gurgi, il quartiere italiano, la piazza Verde, il museo archeologico. Da visitare anche la chiesa cattolica di San Francesco dove è custodito un affresco del santo che incontra il sultano d?Egitto ?a dimostrazione ? ha spiegato il vescovo di Tripoli l?italiano Giovanni Martinelli – che dialogo e tolleranza per la diversità sono sempre esistiti e possibili?.

In Libia è consentito il libero culto della religione cattolica agli stranieri residenti.
    
L’arco trionfale di Leptis Magna
    
Leptis Magna.A circa 150 km da Tripoli si trova Leptis Magna. Dichiarata patrimonio dell?Umanità insieme ad altri 4 luoghi della Libia, rispettivamente Sabrata, Cirene, Tripoli e l?oasi di Ghadames, fu fondata tra il primo e secondo secolo d.C. e divenne una delle città romane d?Africa più maestose. Il suo nome Leptis è di origine punica, quando la città sul mare Mediterraneo era un importante luogo di approdo e centro commerciale. Il nome fu poi tramutato in Leptis Magna per distinguerla da un?altra Leptis Minor, che si trova in Tunisia nei pressi di Monastir. L?imperatore Settimio Severo che nacque proprio a Leptis Magna, la arricchì di monumenti talmente imponenti da renderla simile e bella come Roma. Leptis Magna è senza dubbio uno dei luoghi più conosciuti e visitati della Libia. A Leptis come a Sabratha, hanno lavorato dagli anni ?30 archeologi italiani, i quali hanno avuto sempre accesso agli scavi anche durante il periodo dell?embargo.

La maggior parte dei tour, anche quelli attinenti al deserto, prevedono l?escursione a Leptis Magna.

Particolare del teatro di Sabratha
    
Sabratha vanta un sito archeologico ben tenuto, ricco di reperti. In questo luogo,  Apuleio convinse i giudici che volevano condannarlo a morte per aver sposato una ricca vedova non proprio giovanissima, con una celebre apologia durata tre giorni. Una delle cose più coinvolgenti è il teatro, che sebbene pesantemente restaurato, ha uno sfondo di mare e cielo semplicemente perfetto.

 

 

La Libia dei Viaggi dell?Elefante

La Libia di oggi offre sicuramente strutture confortevoli, ma non ancora di lusso diffuso. Il vantaggio è che nelle città e soprattutto nei siti archeologici si respira un?atmosfera ancora genuina, visto che le grandi masse ancora devono scoprire la Libia.

Il tour operator Viaggi dell?Elefante ha presentato il nuovo catalogo 2007 dedicato a questo paese con 9 itinerari di grande fascino, rispettivamente sulla costa mediterranea, l?Oasi di Ghadames, la Tripolitania, la Cirenaica, il Grand Sahara, la Libia classica. Da segnalare che all?interno del catalogo Libia, il tour operator romano ha inserito 3 novità che riguardano l?Algeria ritornata alla calma dopo un periodo a dir poco burrascoso, la Tunisia e una crociera in veliero in Egitto.

Tripoli l’arco di Marco Aurelio
    
?Siamo presenti in Libia fin dagli anni 90, quando si entrava nel paese attraverso la Tunisia perché non c?erano collegamenti diretti ? ha comunicato Enrico Ducrot, amministratore delegato del t.o. Molti operatori vendono oggi la Libia ed essendo ancora poche le strutture di qualità, l?accomodation di un certo livello è abbastanza simile per tutti. Noi ci distinguiamo per l?accompagnatore che portiamo dall?Italia che molto spesso è un archeologo. A quel punto noi facciamo la differenza?.

 

                                      www.viaggidellelefante.it