LUISA CHIUMENTI



Nell?imminenza del centenario della morte di Annibale Carracci (1560 -1609 ) il Comune di Bologna, con la Fondazione del Monte di Bologna e di  Ravenna,  ha organizzato la più grande mostra monografica che sia mai stata a lui dedicata (anche se era stata fondamentale la mostra del 1958 (che ha messo molto bene in evidenza il linguaggio dei ?tre? Carracci e che ha suggellato il passaggio artistico fra due età la mostra) e quella  del 1986, oltre alla ?monografica? su Ludovico del 1993.

M ora, evidenziando fra l?altro come Annibale sia stato, fra i tre pittori, quello che in effetti acquistò maggior fama, egli fu anche  il più moderno nelle scelte espressive e il più significativo per la forza riformatrice.

Oggetto solo recentemente di una serie di più approfonditi studi che  hanno definitivamente messo a fuoco la personalità di Annibale, nella sua sostanziale ?distanza? dai due fratelli Agostino e Ludovico, anche per livello e qualità di produzione, oltre che per il loro legame più stretto con i canoni di un classicismo avanzato, si è quindi pervenuti alla decisione di realizzare una grande esposizione, con il contributo di istituzioni italiane e straniere  e della casa Editrice Electa.


    
L?esposizione, che ha aperto i battenti recentemente a Bologna (Museo Civico Archeologico),  si sposterà poi a Roma ( Chiostro del Bramante), la città in cui la figura del grande Annibale si ergerà, all?aprirsi del XIX secolo,  con il suo linguaggio più innovativo.

Annibale aveva trentacinque anni quando trasferito ormai a Roma, nell?estate inoltrata del 1595,cominciò i lavori  nella  grande residenza del cardinale Odoardo Farnese. E per quanto quel lavoro, che egli avrebbe portato avanti per un decennio,  non sarebbe mai stato ricompensato quanto avrebbe dovuto, gli avrebbe procurato grande fama e avrebbe fatto sì che uno stuolo di artisti lo ammirasse, dando vita appunto una sua ?Scuola? ( cfr. Eugenio Riccòmini, ?Annibale. Studiosa letizia del dipingere all?italiana? in ?Annibale Carracci?, Catalogo a cura di Daniele Benati e Eugenio Riccòmini- Ed. Electa 2006 ).

L? ampia selezione di opere proviene dai più importanti musei d?Italia e del mondo, quali il Louvre di Parigi, la Gemaldegalerie di Dresda, la National Gallery di Londra, il Museo del Prado di Madrid, il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington, l?Ermitage di San Pietroburgo?


    
Numerosi gli ambiti in cui si manifestò l?attività di Annibale , definito già a suo tempo ?nuovo Raffaello? ( e del resto accanto alui venne sepolto al Pantheon), dal disegno all?incisione, alla pittura ad olio, vivendo peraltro ( come del resto Caravaggio ) tutte le difficoltà che quel periodo storico comportava.

E non sono da sottovalutare  gli influssi evidenti che la pittura di Annibale ebbe su artisti come Poussin e su molti altri del ?700 italiano, ma fino anche degli inizi dell?800.La fama internazionale derivò in effetti ad Annibale  ( che rimase pur sempre legato alla natia Bologna ) proprio dal suo prestigioso lavoro in Roma, con gli affreschi con ?Gli Amori degli Dei? da lui eseguiti nella ?galleria ? del Palazzo di Odoardo Farnese, ma anche  dai numerosi altri dipinti eseguiti per i molti committenti che ebbe subito in Roma.
Annibale Carracci fu uno dei pittori contemporanei più stimati anche  da Caravaggio, nonché uno dei suoi principali interlocutori (e non soltanto nell?impresa comune della Cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo a Roma).

    
Grande la varietà e ricchezza della sua opera: dai ricercatissimi disegni (famosissimi i disegni per la Galleria Farnese con cui prenderà avvio la grande decorazione barocca), alle incisioni, alla gamma eccezionalmente ampia di dipinti, dai soggetti di genere ?basso? alle pale d?altare, dai ritratti ai paesaggi. Fu infatti merito esclusivo di Annibale, come videro i suoi primi estimatori, il trattare i generi diversi della pittura, che proprio in quegli anni di passaggio tra Cinque e Seicento si venivano definendo i soggetti ?alti? (di storia sacra e mitologica, il paesaggio, il ritratto, la caricatura), i soggetti ?bassi? (di ambito feriale),  con accenti stilistici diversi, che introducevano novità fondamentali.

E infatti, come scrisse il grandissimo conoscitore dei suoi tempi, Giulio Mancini, che gli fu amico, la mostra pone bene in evidenza come Annibale sia stato  pittore universale, ?sacro e profano; ridicolo e grave, in una vasta molteplicità di linguaggi, di generi e di stili trattati, in cui forse risiede proprio la grande  modernità di Annibale Carracci

Ed è così che, al famosissimo ?Mangiafagioli? della Galleria Colonna di Roma, che può essere assunto a manifesto del moderno realismo, si affiancano capolavori di diverso genere come la ?Deposizione? della Pinacoteca di Parma, lo struggente ?Autoritratto con i famigliari? della Pinacoteca di Brera a Milano, le atletiche Figure mitologiche del Museo di Capodimonte a Napoli o l?emozionante ?Pianto delle Marie? della National Gallery di Londra.

E? interessante segnalare come, nell?ambito della mostra, alcuni filmati permettano di effettuare un percorso virtuale degli affreschi che l?artista ha realizzato in Palazzo Fava, in palazzo Magnani e in Palazzo Sampieri a Bologna ( nonchè in Palazzo Farnese quando la mostra si sosterà a Roma).

Segnaliamo infine come, in contemporanea con la mostra sarà possibile visitare alcuni palazzi affrescati da Annibale, Ludovico e Agostino Carracci, generalmente chiusi al pubblico, quali Palazzo Sampieri e Palazzo Magnani (per la disponibilità di apertura dei palazzi bolognesi rispettivamente Gerardo Veronesi e  UniCredit Banca) e la mostra ?Dossier Annibale, talento e impazienza?, appositamente allestita nella Pinacoteca Nazionale di Bologna, con dipinti e incisioni dei Carracci della Pinacoteca, a complemento della mostra monografica presso il Museo Archeologico.

 

 

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