LUISA CHIUMENTI
La grande mostra : ?Il lavoro inciso. Capolavori dell?arte grafica da Millet a Vedova?, allestita , fino al 21 ottobre, alla Fondazione Stelline a Milano (Sala del Collezionista), dopo essere stata presentata presso il Museo Provinciale Sigismondo Castromediano di Lecce, mette in evidenza quanto forte e significativa sia stata quella sorta di ?dialogo? che si realizzò fra l?esperienza italiana e le coeve vicende europee, attraverso l? evoluzione del linguaggio grafico fra tradizione e modernità.
Cento opere – fra incisioni, litografie e disegni – realizzate da grandi maestri europei in oltre un secolo di storia, dalla seconda metà dell?Ottocento fino agli anni Settanta del Novecento, sono protagoniste della mostra, curata da Patrizia Foglia, Chiara Gatti e Luigi Martini e promossa e prodotta dall?Associazione Centenario Cgil, sotto l?Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana (con la collaborazione della Provincia di Lecce, della Provincia di Milano, del Museo Provinciale Sigismondo Castromediano di Lecce e dalla Fondazione Stelline di Milano).
L?esposizione, ideata e organizzata da Promoart e realizzata da Arthemisia ( Catalogo Skira ) espone opere che sono state concesse eccezionalmente in prestito dal Gabinetto dei Disegni degli Uffizi di Firenze, dalla Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli di Milano, dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza, dalla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, dalla Pinacoteca Civica di Alessandria e da numerose Fondazioni, Archivi e collezioni private.
La casa del popolo
Si tratta di una mostra assai particolare perché mette in luce in modo evidente come gli artisti siano stati sempre molto vicini ai lavoratori nel desiderio di saper rappresentare le loro ansie, le tensioni e le speranze. Essi realizzarono così, con la semplice matita su carta e con la china e poi con la punta e l?acido sulla lastra, una appassionata ricerca estetica che dette una vera svolta innovativa ai linguaggi dell?arte.
Ed ecco così apparire le figure de ?I vangatori? o de ?Le spigolatrici? di Millet, dei butteri e dei contadini dal volto bruciato dal sole di Fattori, dei pastori silenziosi di Fontanesi, dei pescatori di Greppi, o ancora dei popolani di Edouard Manet, ritratti tutti, attraverso la forza dell?incisione, nel momento quotidiano di quella fatica che ognuno va rinnovando giorno dopo giorno, con un proprio personale atteggiamento.
Ed è molto interessante, nella seconda sezione della mostra, cogliere quello spirito che si instaurò in certi periodi, con le trasmigrazioni delle popolazioni nei nuovi centri urbani da cui si determinò quell?improvviso ed a volte traumatico sviluppo viario ed edilizio, che l?espansione delle attività industriali portò con sé.
Dame mit Reiher
Le molte ciminiere, che in modo quasi ossessivo venivano a mescolarsi al paesaggio, con il loro fumo inquinante che si insinuava tra le case ammassate nelle anonime periferie si alternano così alla rappresentazione più rassicurante dei ?luoghi di incontro del dopolavoro?, o a quella stimolante dei ?nuovi mezzi di trasporto?, in un nuovo modo di comunicare gli eventi, attraverso i giornali illustrati, che iniziano, nel passaggio del secolo ( tra otto e novecento ) a presentare le notizie con una innovativa figurazione grafica, che viene ritenuta maggiormente significativa.
Esempio ne siano la ?Via degli speziali in estate? di Signorini, ?Il trionfo del lavoro. Allegoria per il 1° Maggio 1891? di Crane, ?I tessitori? di Liebermann, ?Periferia? di Boccioni e, soprattutto, il capolavoro di Pellizza da Volpedo ?Cartone per la figura centrale di Fiumana?.
È in questo clima che s?inserisce poi l?esperienza di molti artisti sensibili alle problematiche contingenti e forti nell ?ambizione di farsi ?pittori-delegati dei proletari? ( secondo la definizione coniata da Pierre Mac Orlan per Vlaminck ) che si adatta bene a Rouault come a Käthe Kollwitz, a Dix, Grosz e in particolare alla vicenda italiana di Viani ( con il suo amore per i diseredati) o di Sironi (con le sue cupe periferie).
Per quanto molto diversi per indole e ricerca, tutti questi autori condividono da un lato un interesse per il mezzo grafico, dall?altro la volontà di superare la frattura creatasi sul finire dell?Ottocento fra arte e società, dando vita a un?arte ?rivoluzionaria? nella forma e nei contenuti.
Ecco allora profilarsi la nascita di un?arte di tipo documentario o meglio, un vero e proprio ?reportage sociale? che pur ricordando in certo modo il realismo degli spaccapietre di Courbet o delle spigolatrici di Millet o dei popolani di Daumier?, tende invece a coinvolgere fortemente, attraversa l? esuberante energia grafica di maestri come Steinlen, gli umili nelle loro pene e nelle loro fatiche quotidiane.
Esempi significativi di questo filone sono opere come ?Tumulto? e ?Assalto? di Käthe Kollwitz, il ?Naufrago? di Viani, gli ?Uomini al tavolo? di Nolde, ?La mina? di Brangwyn, ?La fuga? di Steinlen o ?Il duro mestiere di vivere? di Georges Rouault.
La storia del movimento dei lavoratori è stata fortemente segnata dia grandi eventi della storia: la grande guerra, il nazismo, il fascismo e quindi il secondo conflitto mondiale, finché la rinascita democratica e il riconoscimento dei diritti sociali riconquistati non hanno portato ad un graduale, più avanzato rapporto fra artisti e lavoratori, che proseguì il suo corso parallelamente al confronto sulle diverse ricerche estetiche.
In tal senso la mostra offre un ampio spaccato della grafica italiana a cominciare dal secondo dopoguerra, fino agli anni Settanta e all?esperienza ?sul campo? di autori come Guttuso, Zigaina, Vespignani, Attardi, Muccini, Romagnoni, Ferroni, Migneco, Guerreschi, Calabria e Vedova.
Per informazioni:
Fondazione Stelline, Sala del Collezionista ?
C.so Magenta 61, 20123 Milano
Tel. 02 45462411