MASSIMO BERTI



?Venezia, la Luna e tu?, ?Ladro lui, ladra lei?(entrambi del 1958) piuttosto che ?Il vedovo?, ?Il Moralista? (entrambi del 1959), ampliano, confermano, suggellano il modello Sordiano fino a renderlo pressoché una perfetta espressione della ?macchina mieti successi? Alberto Sordi.

Non basterebbero decine di articoli per approfondire storia, curiosità, interpretazioni di ogni pellicola elencata, ma basti dire che per chi ama Sordi, anche soltanto per chi ne ha sentito parlare e vuole conoscerlo meglio, non può non passare dalle perle sopra citate.

Il 1959, però, è anche l?anno della consacrazione di Sordi come attore totale, profondo? in altre parole, magico.

 

Un regista come Mario Monicelli (autore di pezzi d?antologia come ?Guardie e ladri? ?I soliti ignoti? ?Amici miei?), un cast che annovera tra le sue fila Vittorio Gassman (ormai affermato attore cinematografico, oltre che acuto e geniale attore teatrale), un?inedita Silvana Mangano in chiave semi comica, una storia da raccontare a dir poco agghiacciante, sceneggiata dai grandissimi Age e Scarpelli (?Totò cerca casa?, ?Totò sceicco?, ?La banda degli onesti?): Ecco a voi ?La Grande Guerra?.


    
Siamo nel 1916, in piena Prima Guerra Mondiale.

Oreste Jacovacci (Sordi) e Giovanni Busacca (Gassman) sono due giovani soldati che tentano di sopravvivere alla guerra tentando di evitare il campo di battaglia.

Dopo essere stato raggirato da Oreste, che gli aveva sottratto denaro dietro la promessa di farlo riformare, Giovanni viene fatto abile.

Il destino porta i due ad incontrarsi di nuovo e, nonostante il rancore di Giovanni, tra loro nasce un?intensa amicizia.

Entrambi vengono inviati al paese di Tigliano, dove, in attesa di essere destinati al fronte, restano al sicuro nelle retrovie seppur costretti ad un faticoso addestramento.

Assegnati, infine, ad una postazione, Giovanni ed Oreste incontrano i commilitoni e trascorrono con loro alcuni mesi di pausa dai combattimenti, fino al giorno del primo ed estenuante scontro a fuoco contro l?esercito austro-tedesco.

Impegnate lungo la linea del Piave, le forze armate italiane affrontano il nemico subendo numerose perdite.

Incaricati di portare un messaggio, i due scansafatiche si distaccano dalla loro squadra sulla via del ritorno e, perdutisi, cercano riparo in un casolare, dove vengono individuati da un ufficiale austriaco che li cattura scambiandoli per spie.

Minacciati di morte, viene offerta loro l?opportunità di vivere in cambio delle informazioni sui piani strategici dell?esercito italiano.


    
Nonostante la loro coscienza vacilli, in bilico tra la paura di morire ed il rifiuto di macchiarsi col disonore, l?arroganza dell?ufficiale toglie loro ogni dubbio, ridando forza alla dignità che hanno in cuore.

Saranno entrambi fucilati, portando con sé i segreti da cui dipende la vittoria degli Italiani.

                             

 

Il film, vincitore di un leone d?oro già praticamente assegnato (fino alla sera in cui non fu proiettato questo capolavoro italiano) al Festival del cinema di Venezia di quell?anno, e nomination ai famosi Oscar d?oltreoceano, piace assolutamente all?Italia (per quanto in fase di lavorazione sia dovuto intervenire anche l?allora Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, al fine di placare le voci che dichiaravano il film lesivo dell?onore dell?esercito italiano), e spopola anche all?estero, soprattutto in Francia.

 

Gassman, trasformatosi in milanese D.O.C per l?occasione, è sicuramente all?altezza del ruolo, ma è Sordi a fare veramente la differenza.

Nessuno avrebbe potuto rendere il personaggio di Oreste, forse nemmeno avvicinarsi al pathos, allo sguardo, alla mimica, alla fisicità di Alberto, più che perfetto per un ruolo che darà una svolta alla sua futura carriera cinematografica, partendo dal 1960 e fino alla fine dei suoi gloriosi giorni.