Testo e Foto di STEFANO ROSSINI
Il Baden-Wurttenberg è una terra sospesa tra le atmosfere nebulose e sinistre della foresta nera e quelle salde e razionali delle grandi città medievali che puntellano questo vivace e composito Land tedesco che confina con la più conosciuta e turistica Baviera. Da nord a sud, le due nature si intrecciano e si fondono in continuazione passando dalle rovine di abbazie sepolte nell?intricato sacrario della foresta nera (nome che, a buon titolo, evoca presenze fiabesche e inquietanti), come la splendida vista di Allerheiligen, per metà reperto storico e per metà quadro di Friedrich, o nelle città universitarie, ricordo di Statuti Imperiali, ancora oggi fiere e orgogliose della propria storia e della loro diversità, come Tuebingen autentico borgo teutonico in cui gli studenti universitari passeggiano per le vie del vecchio centro storico recitando poesie in latino mentre le coppiette siedono pigre sulle panchine guardando i turisti portati in barca sul Neckar.
Tutte queste atmosfere, dall?estremo nord, dove riposano le rovine del castello di Heidelberg, Musa ispiratrice di Hölderlin e dei poeti romantici tedeschi, sino alle placide rive del lago di Costanza al confine con la Svizzera, queste direttrici culturali e storiche, questi cardini del genius loci germanico (non prussiano) sembrano avere un solo punto di fuoco: il monastero di Maulbronn. L?ingresso gotico, le mura massicce, solide e squadrate che sfumano nelle arcate gotiche e negli arabeschi leggeri: il monastero cistercense di Maulbronn sembra la realizzazione della città ideale del medio evo, felice incontro di architettura e natura.
La storia di Maulbronn (il monastero meglio conservato al di là delle Alpi e Patrimonio dell?Umanità dal 1993) si perde all?inizio dello scorso millennio, quando Gualtiero di Lomersheim donò un appezzamento di terra al monastero cistercense di Neuburg, in Alsazia, nel 1138. Solo nel 1147 il convento si ?spostò? nella sua attuale ubicazione dove fiorì sino ai tempi della riforma luterana. Ancora oggi, la semplicità dei primi edifici riflette il bisogno di rinnovamento e austerità dei nuovi ordini monastici. I successivi interventi, di stampo prettamente gotico, riguardano soprattutto la cattedrale, la costruzione di nuove scalinate e la fortificazione di tutto il complesso. Proseguendo nei secoli, i costumi diventano meno rigido e aumenta lo spazio per l?architettura e la pittura.
L?atmosfera preziosa e affascinante di questo complesso non risiede solamente nella sua immagine e nella sua compostezza (basta un piccolo esercizio di straniamento, e la presenza di pochi turisti, per poter credere di aver fatto un balzo indietro nel tempo di sette secoli), ma anche nella profonda atmosfera di pace e di sacralità data dal luogo a cui si aggiungono le tracce del passaggio di grandi personaggi e scrittori come Keplero, Hölderlin ed Herman Hesse che proprio a Maulbronn hanno studiato.
Si accede al complesso attraverso la Klostertor che immette in un vicolo circondato da un piccolo negozio, la vecchia cappella e il Klostermuseum (antica abitazione del prete). Continuando, si entra nella spaziosa Klosterhof, la grande piazza del complesso. Qui sorgono, nel tipico stile tardo gotico con i graticci di legno sulle pareti esterne degli edifici, i magazzini e i laboratori in cui lavoravano i conversi. Proseguendo lungo il corridoio che si snoda a ridosso dei bastioni di pietra si arriva alla Torre delle Streghe (Haspelturm), mentre all?angolo sud orientale sorge la Faustturm, residenza dell?autentico dottor Faust, occultista medievale che diede ispirazione ai personaggi di Marlowe e Goethe. Secondo le cronache, Faust lavorò qui alcuni anni per fabbricare dell?oro per l?abate del monastero.
Il vero cuore del monastero, o almeno il cuore sacro, si trova oltre la Klosterhof, e precisamente nella grande chiesa con annesso capitolo, refettorio e chiostro. Nei lunghi portici che corrono attorno alla chiesa le nervature delle arcate si perdono tra i giochi della prospettiva e le possenti colonne, e i contrafforti si snelliscono per finire in pinnacoli puntati verso il cielo. La chiesa era riservata ai soli monaci che fecero però costruire un portico (Paradiso) lungo la facciata della chiesa per permettere ai visitatori di sbirciare le cerimonie. All?interno della chiesa fu costruito uno jubé di pietra che divide il coro ligneo dalla parte meridionale della chiesa. La grande sala capitolare e il refettorio oggi ospitano solo il silenzio e la luce soffusa che traspira dalle grandi vetrate a fondo di bottiglia. Qua e là si possono ammirare brandelli di affreschi e godere delle traforature dei capitelli e delle arcate.
Prima di entrare nel luminosissimo chiostro non si può non notare il gioiello di Maulbronn, la fontana, o Tonsorium, nella quale i monaci si lavavano prima dei pasti. Costruita da tre vasche a grandezza scalare che riversano l?acqua da piccole teste di leone, la fontana sorge al centro di una vasta rientranza (la casa del pozzo) dal pavimento poligonale che rompe la simmetria quadrangolare del chiostro con la sua circolarità.
Seduti nel centro del chiostro si può continuare a godere dei colori, delle luci e dei profumi di Maulbronn, ascoltando la cantilena continua dell?acqua che è, oggi, l?unica voce del monastero, uno dei principali cuori pulsanti della civiltà medievale d?Europa.