Testo di LUISA CHIUMENTI
Foto di Teresa Carrubba



    

L?Egitto, uno dei Paesi più avanzati del mondo arabo, mantiene pur sempre intatte, nelle sue grandi città come Il Cairo ed Alessandria,  le sue millenarie  radici storiche.

Così  Alessandria, che  ha oggi una popolazione ben cinque volte superiore a quella che aveva nell?antichità, si offre con la sua nuova Biblioteca, come depositaria e al tempo stesso promotrice di  cultura internazionale.

E? così che il sogno di una nuova biblioteca che ripristinasse il mito di quel grande crogiuolo di sapienza, che era stata la  biblioteca fondata da Alessandro Magno ben 2500 anni fa e rovinata in un incendio nel 48 a.C., si è avverato nella realizzazione della nuova ?Biblioteca Alexandrina? che rappresenta molto bene questa prodigiosa sintesi di Storia e di realtà moderna.


    
Ma dove situare il nuovo edificio? In effetti, a cominciare dagli anni ?50 del ?900, un archeologo subacqueo inglese, Honor Frost, ( con un team di archeologi qualificati in “archeologia psichica”, in grado di coinvolgere anche un?utile percezione extrasensoriale ), sotto la guida del prof. Schartz,  riuscì ad evidenziare alcune vestigia della Alessandria tolemaica, nelle acque del Porto orientale. Quei resti fecero allora pensare particolarmente alla vera situazione del Faro di Alessandria, ma dettero anche utili indicazioni sul sito dell? antica  Biblioteca ( cfr. Derek Adie Flower, I lidi della conoscenza. La storia della Biblioteca di Alessandria ? Bardi ed. ).
Fu sul finire degli anni ?80 del secolo appena trascorso che la società norvegese di Architetti Snohetta, vinse il primo premio in un concorso internazionale al quale avevano partecipato ben 524 gruppi di progettazione in tutto il mondo e che, sullo stimolo dell?UNESCO, aveva proposto di sottoporre all?attenzione mondiale un progetto di ricostruzione dell?antica Biblioteca.
Quando il concorso fu bandito nel 1989, la società di architetti Snøhetta, che comprendeva cinque giovanissimi professionisti ( di cui uno americano, uno austriaco e uno norvegese ), il progetto venne preparato in 11 mesi a Los Angeles ( USA ); ma dato poi l?impegno internazionale imposto dall?UNESCO, nel 1991 nacque la ? Snøhetta Hamza Associates?, con la partecipazione al progetto di 13 società con sede in Egitto, Inghilterra, Italia, Austria, Francia e Norvegia.


    
Ed è interessante sottolineare come sia stato il Presidente stesso Hosni Mubarak, ma soprattutto la moglie, a coordinare il Comitato internazionale eletto nel 1989 a questo scopo e come sia stata anche emanata una legge che ha posto la nuova Biblioteca Alexandrina sotto la diretta responsabilità del Presidente e dell?Amministrazione Statale.

E? così che , lungo la ?Corniche?, la strada che contorna il Porto Orientale, affascina la vista del grande ?disco solare?, proiettato verso il mare, costituente la singolare copertura ideata dal gruppo Snøhetta ( Consulenti e Partners: Hamza Associates, Cairo, Dr. Mamdouh Hamza, Principal ) che, per la committenza dell?UNESCO e della Repubblica Araba d?Egitto, vinse il primo premio nella competizione per la realizzazione della Biblioteca ( su terreno donato dall?Egitto, e  con  finanziamenti erogati da tutti i paesi del mondo).

Evidente si manifesta una grande simbologia legata alla stessa storia della grande civiltà egizia : così ad esempio, oltre al ?disco solare?, che si protende verso il Mediterraneo con quella particolare inclinazione  così decisiva per la luminosità degli spazi interni ( così come è grande il valore della luce del Sole ), anche  il Planetario, in forma di globo, vuole ricordare come i primi scienziati di Alessandria fossero stati sia astronomi che astrologi.

E dal grande ponte, così come dalla spianata  antistante la Biblioteca, è come se ?la prospettiva delle conoscenze? si aprisse davvero a comprendere tutto l?Universo attraverso quel globo che può appunto ?librarsi? verso il cielo!


    
Si tratta comunque di una ?geometria? abbastanza complessa, anche se molto semplice e fruibile visivamente nel suo aspetto esteriore, poiché non si tratta in effetti di un vero cilindro, ma di una sezione di toro, non  direttamente appoggiata al suolo, ma per metà interrata, ad una profondità di 12 metri ( si pensi alle modalità di interramento della Torre di Pisa ). Ed è così che l?inclinazione pari a 16,08 gradi  permette alla luce naturale di entrare liberamente nella immensa sala di lettura, mentre le finestre dal taglio così particolare, si aprono su diverse prospettive di cielo e di mare.

Si pensi alla eccellenza funzionale di una biblioteca la cui sala di lettura, con i suoi circa 20.000 metri quadrati di estensione ( è la più grande del mondo ! ), possa accogliere 2000 persone, che lavorano contemporaneamente. 


    Essa consta infatti di sette terrazze con tavoli di lettura verso i bordi e scaffali, celle, magazzino e sale riunioni verso l?interno. Ed è sempre assicurato ai lettori il massimo effetto della luce indiretta che viene dai 56 moduli del ?tetto a prova di sole?.
L?alto livello di prestazioni degli architetti, degli ingegneri e degli artigiani del nostro tempo, si ricollega così, in modo eccellente, a quella prodigiosa arte del costruire che aveva portato l? Egitto all? altissimo livello di costruzioni come le Piramidi o il grande Faro di Alessandria.

 

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